Letture Seriali: Burton
Tra Luci al Neon e Hotel dell'Anima
«Commistione: s. f. [dal lat. tardo commixtio -onis, der. di commixtus: v. commisto], letter. Unione, fusione, mescolanza di due o più cose o elementi»
Perché cito la Treccani in apertura della Lettura Seriale dedicata a Burton, il nuovo fumetto della Green Moon Comics - anzi, ad esser precisi, il suo primo fumetto seriale - opera di Lucio Perrimezzi ai testi (con il contributo di Tommaso Destefanis), Antonio Mlinaric ai disegni e Massimiliano Veltri a firmare la cover d'impatto?
Basterebbe anche solo quell'immagine, ma il logo ideato da Michel Mammi (autore anche del character design) ci mette sopra il carico: l'ambientazione è cyberpunk, anzi meglio, retrowave. Il protagonista, sguardo intenso e look che non lascia troppi dubbi sulla cornice temporale. Poi c'è quell'enorme tentacolo e quel demonio taurino che sembrano volerci dire "Sicuro sicuro sia solo una storia dai tratti futuristici?".
E così torniamo a quella parola: "Commistione".
Perché Burton, in un modo che conquista, è esattamente questo: fusione di generi, di idee, di concetti e sensazioni, di influenze disparate che, in nome della Fantasia più libera, trovano nuovi modi di accoppiarsi, di formulare una nuova equazione.
Orrore e Futuro si incontrano, per portarci in un domani in cui sta per uscire I Goonies IV ma dove il centro dell'azione è il tormento di un uomo fuori dal tempo, il suo tempo.
Già, pensavate fosse tutto qua? Spiace, ma Bryan Burton ha molto da raccontare, e cercherò di non togliergli troppi assi nella manica, da scoprire da voi con la lettura.
Il Nostro "eroe" è uno scrittore che vive a New Archetype, l'isola più moderna della Nuova Europa. Ce lo dice la bella giornalista che sta parlando, da quel televisore sopra il bancone, del prossimo adattamento cinematografico del suo ultimo romanzo di successo.
Ma nonostante la malia di Hollywood (o il suo equivalente) e i "Big Money", Burton in realtà è un tipo schivo, un uomo che riversa in quelle pagine pensieri, parole, opere e omissioni.
Più che nel suo lussuoso appartamento, o in qualche locale alla moda, ama trascorrere il tempo nei dintorni di un vecchio edificio, tra i rottami di macchine che hanno conosciuto momenti migliori, come quella Citroen 4CV che in lui rievoca ricordi dolceamari.
Ricordi che lo portano a camminare a ritroso, a perdersi tra le mille luci al neon della città, sino a ritrovarsi davanti ad una tomba, quella della sua Eleanor, la donna amata, la donna per cui ha affrontato - letteralmente - l'Inferno, uscendone cambiato nell'anima, nel corpo, con quei tatuaggi che sono un sigillo impresso sulla pelle, per contenere quegli spiriti che ora albergano dentro di lui, e "albergano" non è un verbo scelto a caso.
Tutti loro infatti abitano quel motel che è diventato l'essenza di Burton, un ricettacolo che ha le sembianze di un albergo decadente, con un demone con la testa d'ariete di nome Haborym a fare da concierge, nonché amichevole consigliere del nostro Bryan, uomo figlio di un altro tempo, perché quando è sfuggito all'Inferno si è ritrovato lontano, in tutti i sensi.
È con questo costante turbinio di riflessioni, ricordi e passioni che è lì a fissare quella tomba, senza neanche rendersi conto della bella guerriera che sta per prenderlo a botte.
Chi è? Cosa vuole da lui? Come si rivelerà parte dell'epifania che sta per travolgere Burton, svelandogli una verità che sino a quel momento aveva ignorato?
Altro da me non saprete, perché quello concepito da Perrimezzi e Destefanis è un thriller, è una storia di orrore e morte, ma anche di azione e divertissment, con una metropoli dalle mille luci e altrettante ombre a fare da straniante palcoscenico.
Un fumetto che, se potessimo come Bryan ritrovarci in un'altra epoca, forse avrebbe debuttato in edicola in formato bonellide piuttosto che in libreria e fumetteria.
Le (good) vibes sono quelle, ma a differenza di tanti di quei fumetti di inizio anni '90, qui non si cerca di replicare l'Indagatore dell'Incubo, quanto di creare qualcosa che sia davvero personale, nuovo e familiare al contempo, nato da tante ispirazioni diverse che confluiscono in ciò che davvero conta, ovvero l'originalità di una nuova opera, fresca ed indovinata.
Anzi, mi si conceda il complimento, più Capone che Sclavi, se cogliete che intendo.
Perrimezzi punta così a fare ciò che ogni buon "showrunner" sa di dover fare con l'episodio pilota: ci dice tanto, non troppo, ma molto. Ci presenta lo scenario, ce ne mostra le cime svettanti verso il cielo e i bassifondi dove si cerca di arrivare a vederlo, un domani.
Ci introduce il protagonista, ne definisce il carattere oltre lo sguardo torvo, ci presenta i comprimari, ne scrive le battute che devono dirci di loro senza sembrare spiegoni fini a sé, sfruttando escamotage narrativi classici e l'apparizione di un villain da catturare.
Nulla di troppo cervellotico, è un "pilot", quindi questo primo villain è anche lui un mezzo per un fine, quello di presentarci la serie, i suoi principi fondanti, quelli che ci faranno desiderare di tornare al fianco di Burton per una nuova avventura a New Archetype (tra l'altro, adoro l'ironia insita in quel nome, "Nuovo Archetipo", proprio ad evidenziare come qualcosa di già acquisito, come l'immaginario di una città cyberpunk o "alla Blade Runner", possa diventare nuovo ai nostri avidi occhi di lettori in cerca di costante sospensione dell'incredulità).
La scrittura è veloce, febbrile, si dilunga solo quando serve, e altrettanto fa Antonio Mlinaric al tavolo da disegno. Curiosamente, il primo nome che viene in mente pensando al bravo artista romano è quello di un bonellide, erede di quelli citati sopra, Samuel Stern.
Ma nonostante la sua matita ad accomunarli, i due personaggi sono dissonanti, eppure assonanti al tempo stesso per via di quell'orrore che Mlinaric è così bravo a tratteggiare.
Sa lavorare con l'oscurità, sa come renderla palpabile, come giostrare l'ombra perché cali sulla tavola come un manto, senza mai togliere leggibilità al tutto. Alcuni dettagli, i meno importanti, sono appena abbozzati, altri invece, fondamentali per l'occhio e la scena, risaltano di un dettaglio efficace, di un'inquadratura felice, di una china ben posata.
Visto che, appunto, Burton e questo primo numero, Neon Nights, vivono di un tetro bianco e nero, la dimensione ideale per meglio catturare l'essenza del personaggio, qui invece del colorista, permettetemi di dedicare un accenno piuttosto all'ottimo lavoro di character design di Michel Mammi, che impreziosisce le ultime pagine del volumetto, con Destefanis che ci spiega i vari "dietro le quinte" alla base delle scelte per ogni protagonista.
Ognuno di loro è frutto di una precisa ricerca, che poi si è riversata nel lavoro dell'artista di turno, e il "contrasto" tra lo stile di Mammi e quello di Milinaric fa emergere quanto il tratto personale del secondo abbia comunque seguito il lavoro impostato dal primo, facendolo proprio ma sempre secondo certi canoni e confini ben prestabiliti (un esempio di ciò che intendo lo si può ravvisare nel modo in cui entrambi disegnano l'affascinante Ramona).
A livello tecnico e narrativo, perciò, Burton si presenta già davvero molto bene, ha molto da dire e da raccontare, e sarà intrigante scoprire dove ci porterà nei prossimi episodi.
Un fumetto che si presenta con il cuore oscuro al posto giusto, inquieto ed inquietante ma tenendo sempre presente la lezione principale di ogni fumetto, divertire ed appassionare, quindi concedendosi dello spirito brillante e anche un pizzico di sensualità.
Da lettore di fumetti da una vita, ormai dovrei averci fatto il callo ai "Primi Numeri", eppure riesce sempre a conquistarmi quella loro malia, quel loro aprire la porta verso chissà quante e quali possibilità narrative, quelle tante promesse da mantenere negli albi successivi.
Burton ha in sé questa malia, e forse è il suo pregio più forte, potente ed autentico.
Difatti, per semicitare la didascalia che chiude questo Neon Lights, decisamente questo non è "il più terribile degli inizi", anzi, semmai tutto il contrario!
Burton
Numero: 1
Titolo: Neon Nights
Copertina: Massimiliano Veltri
Soggetto e sceneggiatura: Lucio Perrimezzi
Disegni e chine: Antonio Mlinaric
Lettering: Tommaso Destefanis
Casa editrice: Green Moon Comics
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2025
Formato: Brossurato
Prezzo: 12€









