La Compagnia dell'Indie 12 - Marta Carloni, "ronin" del fumetto indie
Nuovo appuntamento con La Compagnia dell'Indie, il nostro spazio corale dedicato all'esplorazione della scena indie fumettistica contemporanea, tra idee, progetti, festival, crowdfunding, mostre e tanto altro.
Stavolta vi proponiamo un'intervista a Marta Carloni incentrata sull'idea di fumetto indipendente affrontato come single player: nessun collettivo, nessuna etichetta, solo il suo nome e i suoi lavori.
Come sempre non mancano poi le segnalazioni di festival, call, eventi, nuove uscite, crowdfunding e non solo. È, ancora una volta, il nostro modo per continuare a farvi orientare nell'intricata e meravigliosa scena indipendente.
FESTIVAL E MOSTRE
Il 25 ottobre torna Afa Festival per la sua quinta edizione a Sos Fornace di Rho. Una giornata piena di mostre, incontri, musica e editoria a 360°.
Diverse realtà del mondo dell’autoproduzione saranno presenti come ogni anno alla Self Area di Lucca Comics & Games 2025, ma di questo parleremo meglio nella prossima puntata.
NUOVE USCITE E CROWDFUNDING
Sputnik Press pubblica la seconda uscita della collana di quaderni, Interiora: stavolta è protagonista Alpraz. “Nel nocciolo del dolore, immersa in un mare di parole e segni, Alpraz ci restituisce una visione della realtà che fa paura, che confonde e ci ricorda la forza che ci vuole per rimanere in vita”.
Al Treviso Comic Book Festival 2025 Stagnola ha proposto The Next Full Moon di Andrea Franchini, fumetto in cui l'autore “ci trasporta in un mondo onirico e sospeso” per raccontarci “la storia di crescita di due ragazzi, Nuhm e Fati'a, che, in un mondo dal futuro incerto, intraprendono un viaggio che li porterà ai confini del sogno. Dove si apprende come non avere paura del buio”.
This_Wooden_Doors pubblica Il re di maggio, “un volume che racconta quel luogo liminale nel quale si mescolano paganesimo e cristianità, pragmatismo e pensiero magico, individualità e collettività”.
“Tra diavoli, alberi sacri e stregoni di campagna, This_Wooden_Doors racconta tre diverse tradizioni folkloristiche legate alla propiziazione della bontà dei raccolti, e all'equinozio di primavera, una soglia che da sempre un momento cruciale nella vita delle comunità, una volta varcata la quale i sacrifici richiesti dall’inverno vengono ripagati, e il Sole torna a splendere più vivido”.
Dopo la vittoria ai Premi Boscarato come Miglior fumetto per un pubblico giovane, BMR Production pubblica il secondo volume di Le fantavolose avventure di Sir Edmondo e Mela Marcia di Lara Vitti.
“Un cavaliere che dire incapace è dire poco, insieme al suo assistente che dire infame è dire poco, si imbarcano in una serie di avventure medievaleggianti con un unico scopo (o almeno, questo dicono entrambi): diventare degli eroi. Tra draghi, cavalieri, chiappone equine e moccio di drago, la coppia di personaggi BMR ideati da Lara Vitti torna a far impazzire grandi e piccini”. Sarà disponibile a Lucca Comics & Games 2025 o in preorder qui.
Amianto Comics annuncia la pubblicazione di Il samurai d'acciaio - Una storia di Hiroo Onoda, opera corale scritta e illustrata da Federico Galeotti, Alessandro Benassi, Matteo Polloni e Giulia Iori, un volume brossurato di 178 pagine in formato 16x21 che verrà presentato in anteprima nella Self Area di Lucca C&G 2025.
“Nelle profondità della giungla filippina, il soldato giapponese Hiroo Onoda resiste per decenni, convinto che la guerra non sia mai finita. Ma in questa rilettura distopica e feroce, la sua missione si intreccia con un progetto segreto con lo scopo di rovesciare il corso della Storia. Un racconto cupo e ossessivo tra realtà e delirio, tra mito e rovina.”
INTERVISTA
Ho conosciuto Marta Carloni all’Indie Market di Imola, quest’estate, una cornice di cui vi abbiamo già parlato su queste pagine e che dava spazio a realtà indipendenti e autoproduzioni dell’hinterland bolognese, ma non solo. Uno dei motivi per cui ho voluto fare due chiacchiere con lei sul fumetto autoprodotto riguarda sia l’originalità delle sue proposte (Lorem ipsum in primis, un incrocio tra mitologia e immaginario pop in chiave umoristica) che un approccio molto “single player”: nessun collettivo, nessuna etichetta, solo il suo nome e i suoi lavori.
Anche se so che non si tratta di un caso isolato, io arrivo da esperienze che sono tutto all’opposto, dove si formavano collettivi a volte gargantueschi in modo da sostenersi a vicenda e limitare le spese, anche col rischio, ogni tanto, di perdere un po’ d'identità. Per questo mi interessava sentire l’esperienza di, passatemi il termine, una ronin solitaria. Soprattutto, mi interessava capire il limite e l’assoluta libertà di una scelta simile.
Quindi, ciao Marta! Vogliamo cominciare parlando un po’ del tuo percorso artistico?
Io ho 24 anni e ho frequentato il liceo scientifico di Imola. Non ho avuto la possibilità di frequentare l’artistico per questioni familiari ma, col senno di poi, penso sia andata bene così. Quando poi iniziai a Firenze l’accademia “TheSign” a indirizzo fumetto, infatti, mi sono resa conto di essere una tavola bianca priva di troppe influenze artistiche. Per quanto per me sia stato difficile, specialmente all’inizio, ora ne sono grata.
Finito il triennio di fumetto, ho anche frequentato il master di illustrazione e concept art nella stessa accademia. Sentivo di non essere ancora pronta a buttarmi completamente nel mondo del lavoro e quindi ho preferito continuare gli studi. Al primo anno di master ho partecipato e vinto il concorso dell’accademia in collaborazione con Press Up: il premio erano 150 copie di un libro che avrei dovuto creare completamente da zero. Ecco spiegata la nascita di Lorem ipsum e di conseguenza della mia esperienza come artista autoprodotta.
Cosa ti ha spinto a continuare sull’autoproduzione? È stata una scelta maturata dopo alcuni contatti con case editrici?
Non è stata una scelta dovuta ai colloqui con le case editrici. Certamente vorrei anche riuscire a pubblicare fumetti in quel circuito, ma l’ideale sarebbe per me continuare parallelamente con le fiere, perché mi piace molto l’atmosfera che si crea e il dialogo che si instaura con il pubblico e lə altrə artistə. La mia scelta di addentrarmi nell’autoproduzione è nata appunto dal fatto che mi sono ritrovata con 150 copie di un libro che dovevo vendere in qualche modo. Inoltre la miə partner Crystal, avendo già anni di esperienze con le fiere, mi ha dato e mi dà tutt’ora un grandissimo aiuto a livello organizzativo.
Come funziona in dettaglio la produzione di un albo, quando sei la sola a dover gestire tutto il processo?
La creazione di un albo nasce sempre da un’idea che si evolve parlando con i miei amici. Ci tengo al fatto che quello che scrivo faccia ridere e quindi ho sempre bisogno del confronto con gli altri per sapere se quello che scrivo e disegno può piacere.
Successivamente si passa alla progettazione con tanto di thumbnails. Mi devo rendere conto di quante pagine e fogli mi serviranno, occupandomi della copertina e degli interni in maniera separata. Poi solitamente faccio un mock-up con la carta e scelgo in che ordine impaginare ogni tavola, e infine c’è la prova di stampa.
Tengo molto anche a fare una ricerca su quale carta è più adatta e può dare una resa migliore. Controllo che l’impaginazione e il susseguirsi delle pagine sia coerente e piacevole. Dopodiché c’è la fase di rilegatura e rifinitura che in realtà è quella più semplice e automatica.
C’è da dire che io faccio principalmente solo fiere per promuovere la mia arte, e quando ci si occupa di come strutturare un banchetto, c’è anche da tenere in considerazione l’aspetto economico. Non sempre è semplice, va studiata anche la maniera migliore con cui presentare un prodotto, perché anche solo la disposizione può fare la differenza. Crystal è per me indispensabile. Mi aiuta tantissimo nell’organizzazione non solo del banchetto (spesso è con me in fiera prontə a darmi il cambio in caso io abbia bisogno di una pausa) ma è anche la persona che mi fa da editor per tutti i miei progetti, mi aiuta a organizzare le idee, mi corregge le tavole e mi supporta nella realizzazione fisica dei libri (tra l’altro ha disegnato per me una doppia pagina all’interno di Lorem ipsum).
Da dove nasce la scelta della totale autonomia, senza aggregarsi a un collettivo? Cosa deve aspettarsi chi vuole fare il tuo stesso percorso?
La scelta finora di non unirmi ad un collettivo è dovuta in parte a questa necessità di avere controllo su quello che faccio. Non che non ci possa essere libertà all’interno di essi, ma giustamente le decisioni devono essere prese in gruppo. Mi rendo conto che per avere più possibilità di essere selezionata a fiere grandi di autoproduzione avrei bisogno di essere in un gruppo, ma c’è anche un’atmosfera diversa quando fai le fiere in solitaria e vieni riconosciuto come artista singolo e non come parte di qualcosa.
In realtà poi, per quasi tutte le fiere, io solitamente divido i costi di banchetto con degli amici, anche loro artisti singoli che fanno cose molto diverse da me ma che conosco dai tempi dell’accademia e con cui si è trovata una sintonia di lavoro.
Decidere di lavorare come artista singolo non vuol dire che non si possa creare una comunità con cui lavorare, semplicemente ognunə si occupa della realizzazione dei propri progetti, e se non vuole partecipare ad un’eventuale fiera perché troppo lontana o magari non in target, non la fa. La collaborazione sta poi nel momento della fiera, l’aiuto nel montare e smontare, nella vendita. Se magari mi assento dal tavolo per una pausa o per qualche necessità, so che comunque c’è chi sa come presentare i miei prodotti, così non devo avere paura di non fare vendite quando sono lontana.
In qualche maniera penso che questi siano comportamenti “da collettivo” ma ognunə con la propria indipendenza a livello di produzione.
La scelta di muoversi su un territorio umoristico è qualcosa di nient’affatto scontato, anche se chi ce l’ha fatta ha avuto davvero un ottimo riscontro (penso a Sio o Pera Toons). Che difficoltà, sia creative che promozionali, hai incontrato?
È una scelta nata in maniera molto naturale. Mi piace fare battute e far ridere le altre persone e quando ho avuto la possibilità di creare qualcosa senza limiti nella forma e nel contenuto, ho preferito puntare su questo. Anche se il mio stile sicuramente cambierà, almeno sarò comunque contenta del contenuto.
In generale anche i miei prodotti successivi (Questo erbario è un bordello e Cantami) sono a stampo umoristico, così come lo sono i nuovi progetti futuri che ho in mente.
A livello di difficoltà che ho riscontrato è più il fatto che magari in fiera ci sono persone che leggono il libro pagina per pagina, ridono, lo apprezzano, mi fanno i complimenti e poi vanno via. Certamente ogniunə è liberə di non comprare, non obbligo assolutamente nessuno e i complimenti fanno certamente piacere, ma a volte ho un po’ la sensazione di sentirmi un giullare di corte.
Oltre all’energia e il tempo spesi per idearli, stamparli, rilegarli ci sono comunque anche da contare i costi del materiale, del banchetto e di tutto il resto. In fiera l’obiettivo è anche quello di vendere i propri prodotti quindi a volte è un po’ frustrante, ma nel complesso mi fa molto piacere che i miei fumetti vengano apprezzati.
Visto che hai accennato all’argomento, ti va di anticiparci qualche tuo progetto futuro?
Allora per i progetti futuri ho in mente un progetto lungo una sessantina di pagine (spero) sempre umoristico che, un po’ sulla stessa linea di Lorem ipsum possa ricordare le riviste da edicola dei primi anni 2000. Non posso dire molto altro perché in realtà l’idea è in fase di sviluppo. Sicuramente in primavera voglio fare uscire dei librini un po’ più corti (tipo Questo erbario è un bordello) sempre di stampo umoristico. Ci tengo ogni anno a portare progetti nuovi per stimolare la mia creatività e ampliare il mio catalogo. Spero di riuscire a realizzarli in realtà!
N.B. Se volete segnalarci un festival, un fumetto autoprodotto o un crowdfunding in corso, scriveteci all'indirizzo gliaudaciredazione@gmail.com