Non lasciare la mia mano – Il vero mistero è perché l'amore faccia tante vittime
In questo adattamento vendetta, colpevolezza e innocenza si mischiano fra i ricordi dei protagonisti, i loro passati travagliati e un futuro tutto da scrivere
Come si fa a scrivere un poliziesco interessante? È una domanda molto complessa se si è appassionati al mondo della narrazione. Il problema del giallo e di tutti i suoi cugini, infatti, è la ripetizione di determinati cliché che accompagnano ogni storia. Ora, questa ripetizione è apprezzata dalla maggior parte dei lettori che trovano il ripetersi di espedienti che hanno ben codificato all’interno del loro immaginario e che ricercano in modo ciclico e per certi versi ossessivo. È uno dei tanti modi che abbiamo noi esseri umani di farci una coccola, e va bene così.
Ma allora quand'è che il giallo e tutto ciò che gli è vicino sale un gradino e si avvicina al mondo della grande narrazione? Molto probabilmente quando lo svolgimento della trama è fatto al meglio delle possibilità dell’autore, e vale a dire quando il racconto non è solo un piccolo puzzle da risolvere, ma contiene anche un mistero che è superiore alla ricostruzione di ciò che è stato e che si inoltri invece nel campo del “cosa hanno pensato”, quali sono stati i sentimenti dei personaggi che vediamo, le loro motivazioni, cosa li spinge. Cos’è che fa sì che siano qualcosa e non qualcos’altro, perché l’assassino è l’assassino e perché la vittima è la vittima? Poi, se il giallista è particolarmente bravo, riesce a prendere questi elementi e a inserirli all’interno del contesto della trama in modo organico fino al punto in cui esso è il caso da risolvere. Gli esseri umani, sono gli esseri umani il caso da risolvere.
È l’esempio di Non lasciare la mia mano dal romanzo di Michel Bussi, realizzato da Frédéric Duval e Didier Cassegrain, tradotto in Italia per Sergio Bonelli Editore da Giovanni Zucca. Un poliziesco di stampo piuttosto classico che trova la sua anima proprio nell’attento racconto dei suoi protagonisti.
Il racconto segue le vicende di uno strano omicidio, senza un corpo e con un movente confuso. La moglie di Martial, la signora Bellion, sparisce dalla sua camera d’albergo. Solo delle macchie di sangue e la stanza in disordine lasciano presagire il peggio. Il primo indiziato del delitto è proprio Martial, i cui movimenti lasciano intendere che egli sia a conoscenza di dove sia il corpo della moglie. L’uomo, per giunta, prende con sé la figlia e fugge, alimentando il sospetto che la polizia nutre riguardo la sua colpevolezza.
Non lasciare la mia mano in questo è estremamente classico e non può non esserlo visto che il racconto che leggiamo è scritto da una delle teste di serie del giallo francese, il corrispettivo italiano protrebbe essere - per intenderci e per coloro che frequentano il genere - Antonio Manzini.
La parte interessante di questa storia, però, non va certo ricercata all’interno del caso che la nostra Aja, ispettrice, dovrà risolvere, ma in tutto il contorno umano e nel contesto di Isola della Reunion, in cui ci troviamo immersi. È la storia di questo popolo che ci affascina più di tutto, dell’umanità che vive in queste strade assolate, che beve birra seduta ai marciapiedi, che ascolta musica dalle radio scassate, è di loro che ci innamoriamo mentre il caso e il racconto fanno il loro corso.
Il livello visivo è piuttosto alto. È estremamente interessante la capacità di gestione degli spazi che Cassegrain dimostra nel mettere su pagina un fumetto che, seguendo un'impostazione piuttosto classica, riempie di vignette la pagina. Lo stile arrotondato e allo stesso tempo tagliente rende perfettamente i personaggi, la cui caratterizzazione è eccellente a livello grafico oltre che nei testi. La colorazione, tenue ma decisa, ci fa vivere questo clima terroso e tropicale e allo stesso tempo è capace di aprirsi in alcuni momenti attraversando la fantasia dei personaggi e rappresentandola direttamente sulla tavola.
Non lasciare la mia mano è un fumetto più che gradevole, che riesce a emozionare e lasciare sospesi non tanto per la sua trama da giallo, comunque molto ben svolta, ma soprattutto per la caratterizzazione dei suoi personaggi di cui è impossibile non innamorarsi perdutamente.
Un fumetto consigliato ai lettori di gialli che hanno voglia di un poliziesco diverso e di grande qualità ma anche a chi, come chi vi scrive, non ha una particolare passione per gli omicidi e tutta la baracca noir, e vuole immergersi in un racconto a prescindere da chi sia il colpevole. Anche se poi, diciamolo, un colpevole c’è, e non sarà di certo quello che state pensando.
Alessio Fasano
Non lasciare la mia mano
Dal romanzo di: Michel BussiTesti e disegni: Frédéric Duval e Didier Cassegrain
Traduzione: Giovanni Zucca
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2025
Formato: 136 pag., colore, 22 x 29,7 cm, cartonato







