Speciale Superman - Letture Seriali: ...È Superman! di Steven T. Seagle e Teddy Kristiansen

L'insostenibile leggerezza dell'essere... uno scrittore di Superman 

Che ci vuole a scrivere una storia dell'Azzurrone, giusto? Un Supereroe, anzi IL Supereroe per antonomasia, invulnerabile, invincibile (ma con quel punto debole della Kryptonite a rendere le cose un pelino meno facili al nostro), con quel costume immediatamente riconoscibile, mutandoni rossi inclusi. Basta inventarsi una minaccia "Larger Than Life", mettere al suo fianco i comprimari di sempre, come Lois Lane e Jimmy Olsen, e se proprio non si riesce ad inventare un colpevole plausibile, c'è sempre il "solito" Lex Luthor.

Banalmente, la si potrebbe anche mettere così, ma come sa chi scrive davvero Superman, chi lo fa per mestiere, la faccenda è più complessa, variegata, una sfida non dico impossibile, ma decisamente di quelle da far tremare i polsi, creativamente parlando.

In primis, basti solo pensare alla lunga storia editoriale del personaggio: da 87 anni sulla breccia, di avventure ne ha vissute tantissime, e ancora continua a viverne, al punto che ti chiedi cosa possa essere rimasto da raccontare ancora che non sia già stato affrontato.

E poi, da che lato decidi di prenderlo? Quali caratteristiche scegli di evidenziare? Il lato più "umano" rappresentato da Clark Kent o solo quello più super? La componente "divina" con questo semidio che affronta fatiche erculee con la stessa facilità con cui noi sfogliamo le pagine dei comic book? Quella più solare e positiva possibile, oppure ancora con un pizzico di ombra, di cinica disillusione, come a voler decostruire quel simbolo sul petto?

Insomma, non è semplice, e a darcene testimonianza ci sono le tante prefazioni alle storie raccolte in volume di Supes: fateci caso, la maggior parte di quei pezzi introduttivi inizia spesso con l'autore che ci dice quanto per lui sia stato sfidante mettersi al servizio di questa icona, americana, editoriale, supereroistica, fumettosa.

Ed immagino che, se guardiamo di riflesso ad altri media, altrettanto possano dire cineasti come James Gunn, il quale, in molte interviste, ha ricordato come ai tempi di The Suicide Squad abbia preferito dedicarsi a questi antieroi, piuttosto che il più ambito Superman, proprio perché non aveva un'idea chiara di come approcciarsi al personaggio, idea che gli è poi arrivata in seguito (e il film nelle sale è qui a darcene prova).

Di sicuro, questi interrogativi sono quelli che hanno colto anche Steven T. Seagle, autore insieme a Teddy Kristiansen di It's A Bird... (da noi, curiosamente, si è scelto di presentarla come ...È Superman!, dando risalto alla parte finale di quella celeberrima espressione: "È un uccello, è un aereo..."), una storia che ci riporta ad un momento particolare della vita dello scrittore, quando gli venne chiesto di sceneggiare nientemeno che il Mito DC Comics per eccellenza.

Steven T. Seagle avrebbe scritto un ciclo di Superman di una decina di numeri, come "riempitivo" in attesa di quello che poi sarebbe stato Per il Domani di Brian Azzarello e Jim Lee. Un'esperienza gratificante per lui come professionista, ma anche ispiratrice poi di uno dei suoi lavori migliori, un'opera intimista, adulta, autentica, tra metanarrazione e riflessione.

Una storia, quella di ...È Superman!, contemporanea anche a vent'anni di distanza, preziosa e universale nei temi, una storia in cui l'Azzurrone non appare mai veramente, ambientata com'è nel mondo reale, il nostro e quello dell'autore, eppure sempre presente, parte integrante di questa esplorazione della memoria, della malattia e dell'ispirazione, tra esperimento indipendente e fumetto nella sua accezione più personale.

Una storia che inizia con un ricordo ben preciso, con una grande S rossa su un foglio. Non quella che potreste pensare, quanto piuttosto una consonante scritta su un referto medico, insieme ad una parola che è come una condanna: Huntington.

Il piccolo Steven è nella sala d'attesa di un ospedale coi genitori e suo fratello, non ha ben capito perché sono lì, forse sua nonna potrebbe stare per morire, ma è un bambino piccolo e così gli adulti non hanno di meglio da fare che dire loro di stare zitti e buoni. Il padre, per evitare che si annoino, gli compra un fumetto, l'unico che c'era al negozio, un Superman, da leggere assieme, uno che lo tiene e l'altro che sfoglia le pagine.

Da qui, ci ritroviamo nel presente, e Steven, ovviamente alter ego dell'autore, sta rievocando per noi quell'avvenimento, sinchè il telefono non squilla e il suo editor gli annuncia l'opportunità unica, il treno che passa una sola volta nella vita: scrivere di quel personaggio che, notoriamente, i treni li supera in velocità, Superman.

Inizialmente Steven rifiuta, poi, ammettendo a sé stesso che è quella richiesta che in fondo ogni scrittore medio di fumetti aspetta di ricevere, accetta di pensarci sopra, sempre che riesca a trovare l'idea giusta. Anche la sua fidanzata, Lisa, che non ama i comics, è eccitata alla notizia, perché, ammettiamolo, Superman è Superman, qualcosa di davvero imponente.

Tutti hanno fiducia nel fatto che Steven troverà la giusta chiave per entrare anche lui nella Fortezza della Solitudine e scrivere una storia del Supereroe destinata a rimanere.

Tutti, tranne lo stesso Steven, che confessa di avere un suo personale problema con Supes.

Così la narrazione continua a spostarsi, tra passato e presente, tra realtà ed immaginazione, mentre Steven inizia a buttare giù idee, cercando di capire da quale angolazione prendere il personaggio, cercando di comprenderlo, mentre la sua vita gli pone davanti problemi di vario tipo, tutti personali e, idealmente, lontani dall'idea fantastica di Superman.

Il costume, il sentirsi fuori posto, l'essere di un altro Pianeta, l'invulnerabilità, la Kryptonite, i colori e il loro significato, Smallville, l'identità segreta, il potere, la perfezione, la parte nascosta di sé, la giustizia, il Superuomo di Nietzsche, il coraggio, la Fortezza della Solitudine, il fumetto come fuga, e poi il concetto più importante, quello di Eroe.

Nel suo continuare a pensare a Superman, nel suo cercare una prospettiva in cui potersi creativamente e personalmente riconoscere, Steven T. Seagle le prova tutte, le analizza e mette in relazione con la propria vita, le interiorizza sino a perdersi, mentre i problemi da risolvere si impilano e sembrano insormontabili, salvo poi capire che sta solo rimandando l'inevitabile, perché Superman è una luce che abbaglia, basta solo saper riconoscere il suo pregio più grande per un autore: l'essere una fonte continua di nuove storie.

Serve solo la giusta dose di Fantasia per afferrarle, quella stessa che, quando un aereo solca il cielo e sei in dubbio che sia in realtà un uccello, ti fa pensare anche solo per un attimo che sia invece un tizio con un costume blu e gli stivali rossi che sfreccia per salvare la giornata.

Superman, come detto, non appare, viene costantemente citato, come personaggio dei fumetti, come icona, come simbolo, come feticcio persino, sempre presenza impalpabile eppure c'è, questa è a tutti gli effetti una storia con l'Uomo d'Acciaio. Anzi, precisamente, sull'Uomo d'Acciaio.

Lo scrittore, nel suo continuo buttare giù idee, finisce per evidenziarne i pregi, i difetti, le contraddizioni e le irritanti perfezioni, mentre cerca di capire cosa abbia questo supertizio di così affascinante, che finisce per metterlo all'angolo, portandolo persino ad arrabbiarsi.

Ne valuta la mitologia, ne soppesa la divinità, ne vede il lato politico, quello dei suoi autori Siegel e Shuster, dei loro natali e di come abbiano riversato su quella grande "S" un messaggio forte ancora oggi, per un protagonista della cultura popolare tra i più positivi di sempre, e non manca, naturalmente, il lato più "semplice", quello fumettistico, quello del fantastico e del suo essere intrattenimento puro, escapismo da una realtà che vorremmo spesso diversa, e dove purtroppo non arriva nessun alieno forzuto a svoltare la situazione.

Intimo, quanto intelligente, indipendente nella sua accezione artistica eppure fiero di fregiarsi di quel logo DC, ...È Superman! è una lettura che affascina, che eleva ciò che siamo abituati a leggere di questo Eroe, del suo mondo e, attraverso Steven - l'alter ego, ma in fondo lo scrittore stesso - comprenderne la forza e la fascinazione, da quel lontano Action Comics #1, capace di superare le barriere del Tempo e rinnovarsi ancora e ancora.

Gli fa eco Teddy Kristiansen, minimale nel tratto, lontano da quella "pulizia" tipica del fumetto mainstream, e più in sintonia col tono drammatico della vicenda, reale e sporco, e pronto a concedere il fianco alle sperimentazioni della sceneggiatura.

Perché nell'affrontare i vari lati di Superman, anche lo stile grafico muta, si presta a soluzioni stravaganti, col testo che diventa battuto a macchina, con i paesaggi di Smallville e dei suoi campi arati che giocano sulle sfumature di colori caldi, e le pennellate continuano a regalare al lettore sensazioni visive diverse, importanti, in linea col progredire intenso della storia.

Nel dipingere "La Fuga", ad esempio, la figura dell'Azzurrone è solo un'ombra nera, riconosciamo il simbolo, e il tocco artistico di Kristiansen lo carica di un tono crepuscolare, perché è il momento in cui l'autore affronta il momento della morte dell'eroe, e sua successiva rinascita, arrivando all'epifania del potere salvifico dell'impossibile, a ricordarci che, quando la realtà diventa troppo pesante da sostenere, abbiamo sempre quel rifugio. Dove tutto è davvero possibile.

...È Superman! diventa così un prisma del Mito, di tutti i colori che la sua luce rifrange su noi lettori ogni volta che ne prendiamo in mano un albo.

È un eroe pieno di speranza e meraviglia, e metterci nei suoi panni, anche solo per un attimo, provare a capire il personaggio dona una strana vertigine che va oltre il simbolo, l'icona, lo straordinario di chi può superare i palazzi con un balzo.

Nei panni di Superman tutto è semplice e complesso al contempo, ci sono i buoni e i cattivi, il giusto e lo sbagliato, ci sono certezze e mai insicurezze.

E anche se i tempi cambiano, se i Supereroi diventano più meschini, meno eroici e più maliziosi, lui rimane sempre sé stesso, un faro in una moltitudine di pagine colorate. Con quel suo costume rosso e blu, con quel ciuffo ribelle che gli cade sulla fronte e il sorriso di chi sa che questo è un lavoro per lui.

Quale?

Farci sognare, oggi come ieri e, ancora di più, domani.

Perché lui... è Superman!

Il Nerdastro

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