Muso Festival 2025 – Musica e fumetto si incontrano a Oriolo Romano
Anni ’90, in un paesino a pochi passi dal lago di Bracciano, un gruppo di amici cerca di smuovere la monotonia organizzando jam session ed eventi musicali. Sono i Musi, chiamati così per il saluto che uno di loro rivolgeva agli altri, “Ammazza che muso!”. Quando ebbero l’idea di creare un evento estivo dedicato alla musica italiana, che fosse dal vivo e a ingresso gratuito, il nome era già scritto: nacque così il Muso Festival di Oriolo Romano (Vt), tenutosi per quest’edizione dal 18 al 20 Luglio. Da ventidue anni il palco del festival viene calcato da artisti e band provenienti da tutta Italia, come Bud Spencer Blues Explosion, Statuto, Banda Bassotti, Train to Roots, Wogiagia, Vallanzaska, Assalti Frontali, e agli albori, come Kutso, Vazzanikki, Muro del Canto, Ratti della Sabina e tanti altri. Dieci anni fa il Muso Festival si è allargato al di là del terreno musicale, offrendo spazio anche all’artigianato locale, all’editoria indipendente e ai fumetti. Col passare del tempo, l’Area Comics è stata luogo di incontro di grandi nomi del fumetto nazionale e internazionale, del calibro di Enrique Breccia, Paolo Eleuteri Serpieri, Claudio Castellini, Elena Casagrande, Giulio Rincione.
I curatori dell’Area Comics, Elia di Padova e Matilde Miconi, fondatori del collettivo Ragdoll – fumetti scomposti, ci hanno descritto il Muso Festival “come una festa tra amici che aspira a coinvolgere l’intera comunità, per questo motivo è stato e sarà sempre totalmente accessibile e senza scopo di lucro”. Originariamente questa era un’iniziativa dei soli Musi, che pian piano hanno trascinato amici e parenti. Col crescere dei partecipanti ci sono stati diversi cambiamenti atti a coinvolgere più gente possibile, tra cui la location, che di anno in anno variava in base alle esigenze. Adesso la sede del festival è il parco di Villa Altieri, in precedenza proprietà privata, e l’evento è diventato un imprescindibile appuntamento estivo per l’intera comunità.
Quest’anno il tema dell’Area Comics era il fumetto autoprodotto, come ci hanno spiegato Miconi e di Padova. “Per noi l’autoproduzione è libertà di esprimersi in un rifugio sicuro, cosa che l’editoria italiana al momento non è. Ovviamente ci sono delle difficoltà: pensare da soli ad allestire gli stand, farsi pubblicità, vendere in autonomia… ma lo sforzo fatto viene sempre ripagato. Spesso ci passano a salutare persone che ci hanno conosciuto ad altre fiere, è nato un passaparola, un circolo virtuoso, che ci ha permesso di rendere questo lavoro economicamente sostenibile. Ad oggi possiamo rassicurare chi vuole fare il nostro mestiere che si può vivere di fumetto facendo autoproduzione.” Insieme al già citato collettivo Ragdoll, era presente un folto gruppo di realtà autoprodotte attive sul suolo laziale: Acid Free, ANTIFA!nzine, Bangarang!Comics, Blekbord, Ratto Collettivo, Studio Tarasso e Tallero Fumetti. A loro è stato dedicato anche un talk, condotto da Luca Raffaelli, sul tema “Evoluzione dell’editoria e della creatività nella Nona Arte: Quale potrebbe essere il futuro del mercato italiano? L’autoproduzione è l’unica via per riaccendere creatività e sperimentazione nel fumetto? Come trovare un equilibrio tra una voce riconoscibile e le regole dell'industria?”, in cui sono intervenuti i rappresentati dei collettivi sopracitati, con i contributi di Alberto Pagliaro e Fernando Proietti.
Gli organizzatori di Padova e Miconi ci hanno spiegato che i collettivi partecipanti “sono tutti compagni di viaggio, chi più chi meno, abbiamo scelto realtà molto eterogenee tra di loro perché l’obiettivo era offrire una varietà di progetti che potessero stuzzicare l’interesse del pubblico”. Hanno avuto belle parole per tutti, a iniziare dai compagni di stand di lunga data, come Blekbord, di cui è stata apprezzata la sperimentazione degli ultimi lavori, fino alle nuove leve, come Ratto Collettivo e Tallero Fumetti: “Li abbiamo conosciuti quest’anno, i loro lavori ci sono sembrati davvero validi nonostante la giovane età. Dato che in altre fiere non c’è stata occasione, abbiamo deciso di ospitarli noi, anche se non ci conoscevamo benissimo: l’arte ha fatto da ponte”.
Indubbiamente per gli artisti è il contatto con il pubblico la ragione principale per partecipare a questo tipo di eventi, “un conto è stare a casa tutto l’anno a fare fumetti da solo, un altro è poter incontrare il pubblico, far conoscere quello che fai. È bello vedere che quello che hai realizzato ha effettivamente un riscontro da parte del destinatario… in fase di disegno magari lo ignoriamo ma noi in realtà facciamo fumetti per loro, per i lettori”, ci dice Andrea Fasano di Blekbord. Ma è vitale anche circondarsi di altri fumettisti, come racconta Simone Ishvard Leonetti di Acid Free e Blekbord, “è molto importante il rapporto con gli altri colleghi, ci interessa sapere come pensano, come ragionano, come creano le persone che vogliono raccontare storie”. Per alcuni il Muso è stato un banco di prova. Ad esempio per Arianna Stefani e Flavio Tallarico, fondatori del collettivo Tallero Fumetti, per cui “questa è la prima volta che lavoriamo al fianco di collettivi più scafati, molto più esperti di noi, da loro abbiamo solo da imparare”. Per altri è stato un raduno atteso: “veniamo da parti d’Italia diverse, le fiere sono l’unica occasione di incontro tra noi, per questo mi piace tanto il dietro le quinte” ci ha detto Ginevra Sorbelli, in arte Gin, di Bangarang!Comics.
Tutti i collettivi, dal primo all’ultimo, hanno apprezzato l’ospitalità di Oriolo Romano. Tommaso Berardi, del Ratto Collettivo, ci ha spiegato che a livello di gestione il Muso non ha nulla da invidiare alle fiere più note, anzi, “siamo stati molto più seguiti, molto più coccolati, rispetto ad altre volte… merito degli organizzatori che, facendo parte a loro volta di un collettivo, sono stati precisissimi e puntuali, dandoci la possibilità di avere agevolazioni per l’alloggio e offrendo sconti per gli stand”. E non è l’unico aspetto positivo, come sostiene Lorenza Pigliamosche, di Studio Tarasso, “le fiere di provincia favoriscono l’artigianato e la produzione locale, al contrario delle grandi fiere, che ormai sono invase da stand di merchandise di massa e non offrono più tanto spazio agli artisti”. L’Area Comics del Muso, in sostanza, è stata un’esperienza pensata da un collettivo per altri collettivi, e la differenza qualitativa si è vista.
La cura e l’impegno che da ventidue anni impiegano i Musi in questo festival è evidente. I loro sforzi, di vitale importanza per la diffusione della cultura nel territorio viterbese, sono riusciti nell'intento: regalare ai loro concittadini tre giorni di relax, riflessione e intrattenimento. L’evento è stato un successo e profondamente partecipato da parte della comunità di Oriolo Romano, che ha fame di cultura, musica e, perché no, anche di fumetti. Noi non possiamo che augurarci che sia così ancora a lungo, e che il Muso Festival possa continuare a stupirci ancora per molte edizioni. Riprendendo le parole di Alberto Besi di Studio Tarasso, “Le fiere come il Muso permettono di avere incontri inaspettati, che portano a incuriosirti di qualcosa, a crescere come persona, a mantenere la cultura viva. Perciò viva le fiere, viva i festival, viva il Muso!”
Claudia Carrozzino