I sussurri delle scogliere – Una storia di magia nell'Adriatico

Debora Mayfair e BlackBanshee tornano con una nuova edizione della prima storia indipendente uscita nel 2021


Il folklore è spesso alla base dei racconti fantastici, proprio come quello rappresentato da I sussurri delle scogliere. Eppure, questo graphic novel si sviluppa in una terra, l’Istria, che, secondo le autrici, non ha mai elaborato un proprio folklore riconosciuto. È proprio da questa assenza che prende forma una narrazione nuova, capace di mescolare leggende, silenzi e radici, ambientata in una cornice poco raccontata, e forse anche per questo interessante.

Il volume, firmato da Debora Mayfair alla sceneggiatura e da Marga Biazzi, in arte BlackBanshee, ai disegni e ai colori, è stato pubblicato per la prima volta nel 2021 in maniera indipendente. L’edizione del 2025, uscita per Rebelle Edizioni, propone una nuova impaginazione, un nuovo lettering, un epilogo inedito e materiali extra, come gli studi dei personaggi. A intervalli tra le pagine, le autrici intervengono con brevi inserti che offrono pillole di contesto sull’ambientazione e sul periodo storico, aiutando il lettore a orientarsi. Nonostante queste pause narrative, il cuore resta intatto: una storia che parla di streghe, d’identità e di memoria e, soprattutto, di legami familiari.


Artemisia e Rebecca, le protagoniste, sono cugine e vivono sull’isola di Cherso, dove gestiscono un piccolo negozio frequentato perlopiù da turisti. Tutto cambia quando alla porta si presenta uno strano gatto color polvere da sparo, che da subito si affeziona ad Artemisia. Un’apparizione che ha il sapore di un presagio, destinata a spingerle a fare i conti con una verità sepolta nella storia della loro famiglia e della loro terra.

È qui che la magia si intreccia con la Storia con la S maiuscola. I sussurri delle scogliere non è solo un racconto fantastico: è anche un omaggio sentito e personale alla memoria dell’Istria, ai traumi della Seconda guerra mondiale, agli esili e alle foibe. La guerra, pur essendo ormai finita da anni, è una presenza costante: i suoi effetti emergono non solo nei flashback, ma anche nei dialoghi, nelle atmosfere e nei dettagli.

In un’intervista, infatti, Debora Mayfair racconta di aver attinto ai ricordi di sua nonna durante la stesura della storia: all’epoca ancora in vita, fu una fonte preziosa di memorie personali legate all’isola, alla giovinezza e agli anni della guerra. È da quei pomeriggi di racconto e ascolto che ha preso forma una parte significativa della narrazione. Alcuni eventi si basano infatti su fatti realmente accaduti, tramandati da parenti o vissuti direttamente dalla nonna dell’autrice. Questa dimensione autobiografica aiuta a dare forza al realismo della narrazione.


A questo si intreccia in modo forte anche il tema della famiglia. Rebecca e Artemisia costruiscono un legame che va oltre la parentela, riscoprendosi non solo come streghe, ma anche come figlie, nipoti, e custodi di una memoria dimenticata. Il tema familiare attraversa tutta la storia, affiancandosi a quello della perdita e della scelta. In questo racconto amare non significa solo restare: a volte vuol dire anche saper lasciare andare, con tutto ciò che questo comporta.

Il tratto di BlackBanshee è elegante ed evocativo. I personaggi hanno lineamenti delicati, con tratti che richiamano la natura e che, pur restando umani, evocano un’appartenenza quasi istintiva al folklore. Le creature che popolano le pagine sono diverse e curate nei particolari, segno di una ricerca attenta e consapevole. La palette cromatica predilige toni freddi e tenui, mentre l’uso di splash page e le inquadrature scelte tradiscono le origini da illustratrice di Marga Biazzi.


Con una storia così densa e un’attenzione così particolare alle illustrazioni, il formato graphic novel si rivela perfetto per raccontare questa vicenda, offrendo un’esperienza di lettura completa, nella quale emergono voci di donne, di streghe, di nonne e di bambine. Voci che parlano piano, ma con fermezza e che raccontano cosa significa appartenere a un luogo, a una storia, a una famiglia, anche quando tutto intorno ha provato a cancellarle.

Quei sussurri non smettono mai di farsi sentire.

Carlotta Bertola

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