Frieren Anthology - La magia di apprezzare un viaggio diverso dal solito
Doppia dose di Frieren - oltre la fine del viaggio: oltre la serie regolare, esce in questi giorni Frieren Anthology, una raccolta di storie brevi
Chi scrive probabilmente non è (più) tra lə più onnivorə lettorə di manga, né di fantasy, né - va da sé - di manga fantasy, ma ritiene di poter sostenere senza grossi dubbi che Frieren - oltre la fine del viaggio sia uno dei migliori prodotti a fumetti che sono arrivati in Italia negli ultimi anni, il cui successo è stato indubbiamente accresciuto dal bellissimo adattamento anime.
Frieren si inserisce così tanto bene nel genere post-fantasy da diventare, almeno nel nostro panorama editoriale, uno dei casi per antonomasia per definirlo. Quando parliamo di post-fantasy ci riferiamo a un genere narrativo (poco importa quale sia il mezzo scelto per veicolare la narrazione) che sì, ambienta le sue storie in contesti tipicamente fantasy, ma stravolge o ignora i topoi classici del genere, o ne aggiunge di nuovi, tipicamente appartenenti ad altri generi. Nello specifico, Frieren ci ha fatto innamorare per la capacità di raccontare lə suə personaggə con una sensibilità da romanzo intimista e per la malinconica leggerezza delle scene quasi da slice of life che si sposano così bene con l’ambientazione hard-fantasy della storia, ricca di magia e di creature immaginarie.
Altro elemento originale e caratterizzante dell’opera è il suo posizionarsi in un tempo insolito per i classici racconti d’avventura fantasy: la storia di Frieren prende avvio lì dove le altre storie finiscono, all’indomani del compimento della più straordinaria tra le imprese, ovvero la vittoria sul Re dei demoni. Il momento di massima tensione è già arrivato, lo scontro è già avvenuto, il successo è già stato celebrato e l’euforia si è già stemperata in una quieta e dolce malinconia.
L’eroe Himmel, protagonista dell’impresa, è invecchiato e morto, di lui non resta che il ricordo in quella che, in un racconto classico, sarebbe stata una personaggia comprimaria: Frieren, appunto, la silenziosa maga elfa che così poco ha svelato di sé durante quel viaggio epico e così poco ha saputo imparare dagli esseri umani che hanno attraversato un breve momento della sua vita, come una stella cometa brillante e velocissima a scomparire di nuovo nel buio della volta del cielo notturno.
Il ritmo di Frieren è strano, quasi sincopato nei suoi repentini cambi di atmosfera - non farò spoiler per chi non ha ancora letto il manga e/o visto la serie - ma se pure non viene sottratto spazio all’azione più pura e ai momenti carichi di tensione, buona parte del racconto si concentra più sul lungo passato dell’elfa, sui suoi ricordi del viaggio con Himmel, Heiter e Eisen, e sui suoi tentativi di comprendere meglio gli esseri umani, il modo in cui, pur avendo una vita così breve, riescano a creare e a ingigantire un mondo interiore spesso incredibilmente affascinante persino agli occhi di una creatura longeva come lei.
Ed è proprio su questi aspetti che si concentra Frieren Anthology, una raccolta di cinque storie che raccontano il lato più intimo e delicato di Frieren e dellə suə compagnə.
Storie in cui Frieren prova ad avvicinarsi all’animo umano, attraverso i giochi - come succede nel primo racconto, leggero ma in fondo carino e godibile - o tramite la cucina (il cibo, in Frieren, è sempre fondamentale: è quello che ancora il presente ai ricordi o un modo per veicolare i propri sentimenti per lə altrə), che è il tema della seconda storia (la meno riuscita del volume, sia per i disegni che per la sceneggiatura) e della quarta (qualitativamente molto più alta).
Lə cinque autorə di questo volume hanno dedicato spazio anche ai vecchi compagni di viaggio di Frieren, in particolare Himmel e Heiter, che incontriamo quando sono ancora bambini. Himmel è già un eroe in boccio, coraggioso e ottimista, desideroso di correre verso l’avventura e di far conoscere le sue avventure a tutto il mondo. In questa storia - forse la più interessante del volume - i caratteri dei due bambini si delineano fortemente e anticipano non soltanto chi saranno nel futuro, ma anche quale sarà il loro rapporto futuro.
Frieren si inserisce così tanto bene nel genere post-fantasy da diventare, almeno nel nostro panorama editoriale, uno dei casi per antonomasia per definirlo. Quando parliamo di post-fantasy ci riferiamo a un genere narrativo (poco importa quale sia il mezzo scelto per veicolare la narrazione) che sì, ambienta le sue storie in contesti tipicamente fantasy, ma stravolge o ignora i topoi classici del genere, o ne aggiunge di nuovi, tipicamente appartenenti ad altri generi. Nello specifico, Frieren ci ha fatto innamorare per la capacità di raccontare lə suə personaggə con una sensibilità da romanzo intimista e per la malinconica leggerezza delle scene quasi da slice of life che si sposano così bene con l’ambientazione hard-fantasy della storia, ricca di magia e di creature immaginarie.
Altro elemento originale e caratterizzante dell’opera è il suo posizionarsi in un tempo insolito per i classici racconti d’avventura fantasy: la storia di Frieren prende avvio lì dove le altre storie finiscono, all’indomani del compimento della più straordinaria tra le imprese, ovvero la vittoria sul Re dei demoni. Il momento di massima tensione è già arrivato, lo scontro è già avvenuto, il successo è già stato celebrato e l’euforia si è già stemperata in una quieta e dolce malinconia.
L’eroe Himmel, protagonista dell’impresa, è invecchiato e morto, di lui non resta che il ricordo in quella che, in un racconto classico, sarebbe stata una personaggia comprimaria: Frieren, appunto, la silenziosa maga elfa che così poco ha svelato di sé durante quel viaggio epico e così poco ha saputo imparare dagli esseri umani che hanno attraversato un breve momento della sua vita, come una stella cometa brillante e velocissima a scomparire di nuovo nel buio della volta del cielo notturno.
Il ritmo di Frieren è strano, quasi sincopato nei suoi repentini cambi di atmosfera - non farò spoiler per chi non ha ancora letto il manga e/o visto la serie - ma se pure non viene sottratto spazio all’azione più pura e ai momenti carichi di tensione, buona parte del racconto si concentra più sul lungo passato dell’elfa, sui suoi ricordi del viaggio con Himmel, Heiter e Eisen, e sui suoi tentativi di comprendere meglio gli esseri umani, il modo in cui, pur avendo una vita così breve, riescano a creare e a ingigantire un mondo interiore spesso incredibilmente affascinante persino agli occhi di una creatura longeva come lei.
Ed è proprio su questi aspetti che si concentra Frieren Anthology, una raccolta di cinque storie che raccontano il lato più intimo e delicato di Frieren e dellə suə compagnə.
Storie in cui Frieren prova ad avvicinarsi all’animo umano, attraverso i giochi - come succede nel primo racconto, leggero ma in fondo carino e godibile - o tramite la cucina (il cibo, in Frieren, è sempre fondamentale: è quello che ancora il presente ai ricordi o un modo per veicolare i propri sentimenti per lə altrə), che è il tema della seconda storia (la meno riuscita del volume, sia per i disegni che per la sceneggiatura) e della quarta (qualitativamente molto più alta).
Il primo, lungo viaggio con i suoi vecchi compagni, le ha insegnato a guardare gli esseri umani non soltanto come creature bizzarre ed effimere, ma come esseri che proprio in virtù della brevità della loro vita, concentrano in tanto poco tempo tutte le loro energie nei loro obiettivi e nei loro affetti, con una determinazione e una forza d’animo che l’elfa non aveva mai conosciuto prima. Adesso, con Fern e Stark e una lunga collezione di ricordi, Frieren fa sempre più suo quel sentire tipicamente umano, anche se a volte i risultati sono… quantomeno discutibili!
Lə cinque autorə di questo volume hanno dedicato spazio anche ai vecchi compagni di viaggio di Frieren, in particolare Himmel e Heiter, che incontriamo quando sono ancora bambini. Himmel è già un eroe in boccio, coraggioso e ottimista, desideroso di correre verso l’avventura e di far conoscere le sue avventure a tutto il mondo. In questa storia - forse la più interessante del volume - i caratteri dei due bambini si delineano fortemente e anticipano non soltanto chi saranno nel futuro, ma anche quale sarà il loro rapporto futuro.
L’ultima storia, che è la mia preferita, si concentra su quello che nel manga principale è un po’ una sorta di meme, e cioè il rapporto tra Frieren e i Mimic. Questi sono dei mostri che vivono all’interno dei dungeon, che somigliano in tutto e per tutto a dei forzieri e che traggono in inganno lə avventurierə più avventatə per divorarlə non appena provano ad aprirli.
Nonostante i suoi secoli e secoli di esperienza, Frieren - sempre a caccia di nuovi grimori per la sua collezione di magie - non riesce a resistere alla tentazione ogni volta che ne vede uno, finendo puntualmente incastrata tra le sue fauci, piagnucolando in attesa che qualcuno la tiri fuori. Il racconto, quindi, gioca su questo, strizzando l’occhio al lettorə ma regalando - almeno questa volta! - a Frieren un finale diverso dal solito…
Frieren Anthology è, dunque, un volumetto gradevole per lə fan della serie, quasi una raccolta di fan fiction più o meno riuscite, che aggiunge poco alla storia originale ma che comunque approfondisce lə personaggə e le relazioni tra loro. Imperdibile per lə fan - soprattutto visto la cadenza mooolto lenta delle uscite della serie regolare - ma anche un primo approccio facile per chi si avvicina per la prima volta al mondo di Frieren la funesta (e anche un po’ goffa).
Nonostante i suoi secoli e secoli di esperienza, Frieren - sempre a caccia di nuovi grimori per la sua collezione di magie - non riesce a resistere alla tentazione ogni volta che ne vede uno, finendo puntualmente incastrata tra le sue fauci, piagnucolando in attesa che qualcuno la tiri fuori. Il racconto, quindi, gioca su questo, strizzando l’occhio al lettorə ma regalando - almeno questa volta! - a Frieren un finale diverso dal solito…
Frieren Anthology è, dunque, un volumetto gradevole per lə fan della serie, quasi una raccolta di fan fiction più o meno riuscite, che aggiunge poco alla storia originale ma che comunque approfondisce lə personaggə e le relazioni tra loro. Imperdibile per lə fan - soprattutto visto la cadenza mooolto lenta delle uscite della serie regolare - ma anche un primo approccio facile per chi si avvicina per la prima volta al mondo di Frieren la funesta (e anche un po’ goffa).
Claudia Maltese (aka clacca)