The Horizon - La storia sulla fine e sulla speranza di JH
Se il post apocalittico è un genere complesso da trattare, JH ci riesce grazie a uno sguardo cristallino sulla vita degli esseri umani
E qualcuno di questi giocatori, magari con uno sguardo sulla realtà più acuto del normale, è riuscito a capire che è così anche nella vita, non solo perché gli sport, i giochi in generale, sono metafore pronunciate col fisico, ma soprattutto perché semplicemente anche nella vita di tutti i giorni il gioco è dove non sta la palla. Tutti i giorni la vita, il mondo intorno a noi, ci invita a fissare qualcosa di specifico, qualcosa che la mente traduce per noi come un punto fisso, una cosa da seguire con lo sguardo mentre facciamo tutte le altre cose della vita. Ci fissiamo sul nostro lavoro, su quell’avvenimento sconvolgente, su quel trauma, sul dolore che proviamo o la gioia che desideriamo. Fissiamo la palla, mentre il gioco continuamente ci succede attorno, e se non ce ne rendiamo conto molto spesso perdiamo di vista la palla e la partita. E la vita.
Una nota a margine, infine, è necessaria. JH è un autore coreano (stesso autore, sebbene con una firma diversa, di The Boxer, pubblicato in Italia da Star Comics), e The Horizon è un manhwa. Quando i coreani entrarono nel mercato, ormai molti anni fa, tanti curiosi si avvicinarono al loro mondo, rimanendo in molti casi delusi, a causa di storie spesso annacquate e pensate per una veloce e disinteressata lettura online. The Horizon sovverte questo stereotipo e JH si presenta come un artista completo e capace, che racconta la sua storia in modo efficace sia in ambito visivo che nella scrittura.
The Horizon è un fumetto post apocalittico che usa la fine del mondo per raccontare una prosecuzione dell’umanità. In questo si inserisce perfettamente nel filone narrativo a cui appartiene citando, inoltre, diversi grandi capisaldi della letteratura, La strada di Cormac McCarthy e Io sono leggenda di Richard Matheson su tutti. È una lettura coinvolgente ed emozionante, che parla di vita e di speranza, anche e soprattutto quando la speranza ci viene negata dal destino.
Il gioco è sempre dove non sta la palla. È una regola che chiunque abbia mai giocato a uno sport di squadra, magari col pallone, ha scoperto molto presto.
E qualcuno di questi giocatori, magari con uno sguardo sulla realtà più acuto del normale, è riuscito a capire che è così anche nella vita, non solo perché gli sport, i giochi in generale, sono metafore pronunciate col fisico, ma soprattutto perché semplicemente anche nella vita di tutti i giorni il gioco è dove non sta la palla. Tutti i giorni la vita, il mondo intorno a noi, ci invita a fissare qualcosa di specifico, qualcosa che la mente traduce per noi come un punto fisso, una cosa da seguire con lo sguardo mentre facciamo tutte le altre cose della vita. Ci fissiamo sul nostro lavoro, su quell’avvenimento sconvolgente, su quel trauma, sul dolore che proviamo o la gioia che desideriamo. Fissiamo la palla, mentre il gioco continuamente ci succede attorno, e se non ce ne rendiamo conto molto spesso perdiamo di vista la palla e la partita. E la vita.
Di questo e molto molto altro parla il sensazionale The Horizon di JH per Gaijin, marchio editoriale di ReNoir Comics, una storia in cui speranza e disperazione si alternano continuamente, di tavola in tavola. Si comincia dalla strage, dalla fine dell’umanità per come la conosciamo. L’autore non ce ne racconta il motivo, e il lettore capirà subito che il motivo non è importante. Una massa di cadaveri ci accoglie in questo racconto, file di corpi esanimi ammassati, persone, che non ci sono più, senza un motivo valido.
Il nostro protagonista è un bambino che vede morire la madre e viene immediatamente posto dinanzi a un interrogativo: fermarsi o andare avanti? È questa la scelta che dovrà compiere per tutti e tre i volumi che compongono questa toccante storia. La trama che attraversiamo insieme a lui è il continuo reiterarsi di questo interrogativo, e la risposta del nostro protagonista è sempre la stessa.
La storia prende una svolta quando il bambino incontra una sua pari età che si unisce a lui nel viaggio, cambiando il senso di quel suo “andare avanti”. Quel procedere meccanico si riempie improvvisamente di vita, di motivazione, di una forza emotiva nuova. Il protagonista cammina perché c’è una speranza, quella speranza che viene rappresentata da quell’altro essere umano con cui è riuscito a venire a contatto, con cui stringe un legame dovuto non solo al dramma condiviso, ma al viaggio, al viaggio quotidiano che i due bambini compiono sulla strada.
Incontreranno un ampio catalogo di umanità, il male più profondo, la privazione della ragione, raccontandoci le loro storie, sempre con lo stesso obbiettivo, andare avanti. Nel terzo e ultimo volume poi il fumetto deflagra, lasciando il lettore sbalordito.
JH compie un'indagine profonda sul senso di solitudine, sull’affrontare le difficoltà e i traumi che la vita ci regala, e sul perché si dovrebbe perseverare nell'andare avanti nonostante il nostro occhio segua sempre la palla, abituato com’è a vedere sempre il peggio che sembra muoversi verso di noi, e senza prestare attenzione, invece, al resto del campo, a quella vita che in ogni momento ci attraversa e che in ogni momento attraversiamo, andando avanti.
Dal punto di vista grafico JH ci regala una regia perfetta, ponendoci in un mondo in cui le parole sono centellinate e scelte con grande cura, lasciando spazio ad un disegno arioso che vuole far risaltare il vuoto della solitudine attraverso i suoi bianchi pieni e le linee sottili. I grandi occhi di questi bambini non sono legati al canone orientale, sono una scelta specifica e ponderata. Ci sono momenti poi in cui l’ordine mentale dei protagonisti è sconvolto, ed ecco che interviene un nero steso con un tratto nervoso, a sottolineare la perdita di coscienza dovuta al trauma, un nero doloroso che riempie le pagine e i momenti peggiori di questa storia.
Una nota a margine, infine, è necessaria. JH è un autore coreano (stesso autore, sebbene con una firma diversa, di The Boxer, pubblicato in Italia da Star Comics), e The Horizon è un manhwa. Quando i coreani entrarono nel mercato, ormai molti anni fa, tanti curiosi si avvicinarono al loro mondo, rimanendo in molti casi delusi, a causa di storie spesso annacquate e pensate per una veloce e disinteressata lettura online. The Horizon sovverte questo stereotipo e JH si presenta come un artista completo e capace, che racconta la sua storia in modo efficace sia in ambito visivo che nella scrittura.
The Horizon è un fumetto post apocalittico che usa la fine del mondo per raccontare una prosecuzione dell’umanità. In questo si inserisce perfettamente nel filone narrativo a cui appartiene citando, inoltre, diversi grandi capisaldi della letteratura, La strada di Cormac McCarthy e Io sono leggenda di Richard Matheson su tutti. È una lettura coinvolgente ed emozionante, che parla di vita e di speranza, anche e soprattutto quando la speranza ci viene negata dal destino.
Un invito a tutti i lettori a fermarsi un attimo, ignorare la palla, e guardare il campo.
Alessio Fasano