I want it bigger! Absolute Batman secondo Nick Dragotta
Al Comicon Napoli 2025 il disegnatore statunitense, di recente candidato agli Eisner Awards, ci ha parlato della sua reinterpretazione di un personaggio iconico come Batman
Al Comicon Napoli 2025 abbiamo avuto il piacere di intervistare Nick Dragotta, co-creatore insieme a Scott Snyder di Absolute Batman. Fabrizio Nocerino ha infatti dialogato con l'artista statunitense, candidato agli Eisner Awards 2025 come Miglior disegnatore proprio per Absolute Batman (in nomination come Miglior nuova serie).
Dragotta si era fatto notare già diversi anni fa quando, insieme allo scrittore Jonathan Hickman, ha co-creato la serie East of West per Image Comics. Lo stesso team creativo aveva già lavorato su Fantastic Four, mentre Dragotta si è occupato nel corso degli anni anche di vari altri personaggi Marvel. Il suo approdo in DC ha messo la sua arte ancora di più sotto i riflettori, su una serie di punta come Absolute Batman, destinata a fare da guida per un intero nuovo universo narrativo.
Al Comicon Dragotta ci ha parlato di come è stato coinvolto nel progetto iniziale di Absolute Batman, di come ha sviluppato i character design, dell'approccio alla narrazione e di tanto altro.
Ciao Nick, piacere di conoscerti. Mi chiamo Fabrizio e scrivo per Gli Audaci. Sono qui per un'intervista su Absolute Batman, uscito da poco in Italia, che sarà anche un viaggio attraverso la tua inedita reinterpretazione di un iconico personaggio. Sei stato uno dei protagonisti di questa nuova linea della DC Comics e l’ambizione dietro al progetto è evidente già nelle tavole, nello stile, nella dinamicità e nell’azione che porti sulle pagine. La prima domanda che ti faccio è: quando Scott Snyder ti ha coinvolto nel progetto, quale peso hai sentito nell’affrontare una sfida così importante, come reinventare Batman, un’icona del fumetto mondiale?
All’inizio, lo ammetto, un po’ di paura e di apprensione. Quando Scott mi ha telefonato la prima volta, pensavo: “Come mai sta chiamando proprio me?” Non riuscivo a crederci. Mi ha spiegato l’idea di base dell’universo Absolute, accennando anche a Superman e Wonder Woman. Poi, mi ha raccontato l’origin story del nuovo Cavaliere Oscuro, legata a una sparatoria in una scuola, ed è stato lì che ho capito che sarebbe stato un Batman completamente diverso, pensato per i giorni nostri. Gli ho chiesto: “Scott, mi stai chiedendo di disegnare Batman?” E lui ha risposto di sì. Così gli ho detto: “Lo faccio, ma solo se sei tu a scriverlo”, perché ho percepito subito la passione che aveva per questa storia. Non sapevo se sarebbe stato un successo, ma sapevamo entrambi che sarebbe stato qualcosa di mai visto prima.
Quella con Scott, che considero un grandissimo scrittore, è diventata una delle collaborazioni più creative e libere che io abbia mai avuto nel mondo dei fumetti. Non ricevo sceneggiature complete: Scott mi dà i punti chiave e poi mi lascia libero di costruire la tavola come voglio. È un approccio alla "Marvel style": so la direzione che dobbiamo prendere, ma posso scegliere in autonomia come arrivarci. Sembra di lavorare a un fumetto creator-owned… solo che il protagonista è il personaggio più famoso del mondo.
Scott e io abbiamo praticamente fuso le nostre menti per questo lavoro.
Mi fa piacere che tu abbia menzionato l’aspetto del creator-owned, perché è proprio la sensazione che si ha leggendo Absolute Batman: sembra quasi un progetto indipendente, senza il logo DC. Come accade anche, in parte, con la nuova linea Ultimate della Marvel. Ma con Absolute si ha davvero la percezione di qualcosa di nuovo. In merito al personaggio, come hai affrontato il character design e l’idea di trasmettere la sua aggressività?
Sono sempre stato attratto dalle storie a fumetti che colpiscono sul piano emotivo nei momenti più intimi. Ma poi, quando arriva la violenza, voglio che il lettore la senta davvero. Non mi piace rappresentare la violenza come se fosse “divertente”. Voglio che il lettore pensi “accidenti, che male!”
Io e Scott volevamo rendere Batman di nuovo spaventoso. Volevamo dargli quasi un’aria da alieno fantascientifico, con il costume, gli spuntoni… ma allo stesso tempo, volevamo tenerlo ancorato alla realtà, per non perdere quel senso di credibilità che lo caratterizza da sempre. E man mano che la serie va avanti, entreremo sempre più nel fantastico.
Ovviamente, per i riferimenti, ho avuto a disposizione ottant’anni di storia editoriale del personaggio, un patrimonio incredibile. Però credo che le mie influenze principali siano state Frank Miller e David Mazzucchelli. Loro mi hanno insegnato che la narrazione è importante tanto quanto il disegno. Il modo in cui la storia è raccontata conta quanto l’aspetto del personaggio.
Quello che dici è vero e si nota soprattutto nella costruzione della tavola. Mentre leggevo Absolute Batman ho avuto l’impressione che la pagina stessa potesse trasformarsi, cambiare struttura a seconda del punto di vista. In particolare, il combattimento sulle scale del primo numero sembra diverso e arricchito da nuovi dettagli ogni volta che lo si rilegge. E a proposito del costume che hai nominato: uno degli elementi più sorprendenti è proprio il mantello, stampato in 3D, che sembra essere un’arma tecnologica con una funzione precisa. Com’è nata questa idea? È tua? Di Scott?
È venuta fuori da entrambi. Scott aveva già impostato l’idea principale di un Batman che nasce da un trauma scolastico, poi abbiamo iniziato a sviluppare altri elementi. Per esempio, Bruce che lavora nell’edilizia. È un ingegnere civile, conosce Gotham dalle fondamenta. È un costruttore, uno che si sporca le mani. Il costume doveva riflettere tutto questo: non più solo una cintura multiuso, ma un’uniforme funzionale in ogni sua parte. Il mantello, le orecchie, gli stivali: tutto può essere un’arma o uno strumento.
Anche il simbolo sul petto è stato molto discusso. Negli Stati Uniti alcuni ne hanno criticato il design perché troppo squadrato, “non sembra nemmeno un pipistrello”. Ma per me rappresenta esattamente chi è questo Bruce: massiccio, funzionale, pratico. Quello stemma non è solo un simbolo, ha una funzione, e chi legge il primo numero lo scoprirà. A questo Bruce non interessa l’estetica barocca del logo, vuole qualcosa che serva, che sia utile.
Un altro aspetto che colpisce è la rappresentazione di Gotham. Hai scelto una direzione completamente diversa rispetto alla Gotham gotica e art déco a cui siamo abituati, come quella della serie animata di Bruce Timm. Qui è più realistica, in senso positivo. Sembra una città che Batman conosce, perché ha contribuito a costruirla. So che hai lavorato con Jonathan Hickman a East of West, quindi di world building te ne intendi. Come ti sei approcciato alla “costruzione” di questa nuova Gotham?
Be’, in parte è semplicemente il mio stile, non posso scappare da questo. Disegno le città in un certo modo, ma in questo caso volevo andare ancora più sul geometrico, sul pesante, con un’architettura quasi brutalista. Gotham doveva riflettere il tema dell’opera: tutto è cupo, opprimente. Inoltre, non disegno ogni centimetro, ogni statua, ma solo suggerimenti, ombre, luci. Volevo lasciare molto spazio all’immaginazione.
In effetti, questa Gotham sembra una città in continua evoluzione, come se cambiasse con il progredire della storia.
Un’altra parte importante sono gli iconici nemici di Batman. In Absolute li vediamo completamente diversi: il Pinguino, Killer Croc, Catwoman, Due Facce, l’Enigmista… Hanno tutti ruoli inediti. E ci sono anche nuovi villain o versioni rinnovate, come Black Mask o Mr. Freeze. E Joker e Bane stanno per arrivare. Quali sono i tuoi riferimenti visivi per questi personaggi?
Una delle idee più belle di Scott è che il gruppo originale di villain – Pinguino, Due Facce, Enigmista, Killer Croc, ecc – siano cresciuti insieme a Bruce a Crime Alley. Sono amici d’infanzia. Questo crea una dinamica interessante: sappiamo che diventeranno i cattivi che conosciamo, ma non sappiamo quando. Inoltre, la loro relazione con Bruce è complessa: saranno amici o nemici?
Per quanto riguarda l’aspetto visivo, abbiamo voluto differenziarli da tutte le versioni precedenti. Con Bane, ad esempio, abbiamo ricevuto critiche – l’autore originale, Graham Nolan, ha detto che era “abominevole”, e io l’ho preso quasi come un complimento perché vuol dire che stiamo davvero prendendo una direzione completamente nuova.
I fan sanno già che esiste un Batman “classico” o un Bane “classico” nell’universo principale. Questo però è Absolute Batman. Non vogliamo che i lettori sappiano già cosa sta per succedere, annoiandoli. Vogliamo sorprenderli, dare loro qualcosa di nuovo. Il nostro compito come storyteller è creare tensione, emozione, e far sì che il lettore rimanga incollato alle pagine del fumetto. E le reazioni positive che abbiamo avuto rafforzano questa nostra intenzione.
Personalmente, sono rimasto stupito da Absolute Batman quando ho visto Black Mask. Era la reinvenzione folle che desideravo in un fumetto del Cavaliere Oscuro. Tornando a Bruce Wayne: questo Batman così massiccio, imponente… lo immaginavate così fin dall’inizio?
Sì, ed è tutto merito di Scott. Io avevo già disegnato il Batman più grande che avessi mai fatto, ma lui mi ha detto: “Lo voglio ancora più grosso.” E io: “Ok, ma qui arriviamo ai livelli di Hulk!”
All’inizio è stato difficile: come fai a disegnare un personaggio così massiccio che si arrampica sui gargoyle e salta sui tetti? Ma poi ci ho preso la mano e adesso adoro disegnare Batman in questo modo. Amo questo design.
In effetti lo si percepisce molto, specialmente nel primo arco narrativo, “Lo zoo”, che è davvero ambizioso. Ma com’è lavorare all’interno dell’universo Absolute e far parte del team creativo?
È pura libertà. Libertà creativa totale con personaggi che hanno una storia e un affetto enorme da parte dei fan. Ringrazio la DC e Scott per avermi dato la possibilità di divertirmi con Batman in questo modo.
Quando lavori a un fumetto creator-owned, devi lottare per vendere, farti notare e attirare lettori. Ma con Batman sai che tutti lo leggeranno, anche solo per curiosità. Magari lo odieranno, ma gli daranno comunque un’occhiata. Hai tutti gli occhi già puntati su di te. E ricevere così tanto affetto e riconoscimento è incredibile.
Sai già che il fumetto susciterà una reazione, solo perché si chiama Batman.
Assolutamente sì.
In effetti, c’è già tantissima attenzione sul progetto. Penso che tu, Scott e tutto il team stiate facendo un lavoro straordinario.
Devo assolutamente citare Frank Martin Jr., il mio colorista. I coloristi sono come nuovi inchiostratori, completano davvero il lavoro. Frank è il migliore. E anche Clayton Cowles, il letterista.
E poi, ovviamente, Scott Snyder, che sta scrivendo come un forsennato. Ci stiamo divertendo un sacco.
E ora, per concludere, l’ultima domanda: quali sono i quattro fumetti che ti hanno cambiato il modo di disegnare o il modo di vedere i fumetti?
Bella domanda. Quanto tempo hai? (ride). Allora, due su Batman: Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller e Batman: Anno uno di Frank Miller e David Mazzucchelli. Sono la mia guida per Absolute, specialmente per quanto riguarda lo storytelling, la suddivisione delle vignette e la chiarezza delle tavole, cioè che sia tutto riconoscibile, senza confusione. Poi, pescando dal Giappone, amo Tsutomu Nihei: Blame!, Biomega, Knights of Sidonia e il suo nuovo Dungeon Tower. Fantastici. E infine, un artista italiano: Attilio Micheluzzi. Shanghai, un fumetto che credo abbia fatto negli anni ’70 è per me, uno dei migliori mai realizzati in Italia.
Abbiamo un premio a lui dedicato al Napoli Comicon.
Nick, grazie mille per le tue risposte. È stato un vero piacere averti qui. Spero che ti goda il tuo soggiorno a Napoli.
Grazie a te, davvero. È stato un piacere.
Intervista realizzata al Comicon Napoli 2025 da Fabrizio Nocerino.
Sbobinatura e traduzione di Mattia Mirarco.
Si ringrazia Panini Comics e Goigest per la disponibilità.
Nick Dragotta
Nick Dragotta è uno degli artisti e narratori più dinamici dei fumetti di oggi.La sua grafica fluida e ad alta energia ha rapidamente catturato l'attenzione di editori e fan su vari progetti Marvel, portando infine al suo successo su Fantastic Four e FF con lo scrittore Jonathan Hickman.
Dragotta più tardi riunito con Hickman sul apocalittico sci-fi western East of West a Image Comics, una serie nominata per molteplici Eisner Awards che ha evidenziato il suo talento per la creazione di personaggi iconici, azione intensa, e paesaggi mozzafiato.
Da allora ha co-scritto e illustrato Ghost Cage con Caleb Goellner e attualmente sta co-creando e disegnando la serie di successo Absolute Batman con lo scrittore Scott Snyder per DC Comics.