Strane bestie - un viaggio nell’oscurità dell’animo umano

Danilo Manzi racconta una storia straziante che colpisce e dilania

“Accadono tante stranezze a Scianaigi. Ma quando il sole tramonta è come se non fosse successo niente”.

Inserito nella collana Yami Manga di In Your Face Comix, Strane bestie di Danilo Manzi colpisce e dilania come pochi fumetti riescono a fare.

Riccardo e Andrea sono due adolescenti, rispettivamente di 15 e 14 anni, che abitano a Scianaigi, una città di provincia con i suoi monumenti, il suo piatto tipico e il suo mercato del pesce. Gli abitanti di Scianaigi sono kaiju antropomorfi, una grottesca fusione di tratti umani e mostruosi.

Il 18 settembre Andrea e Riccardo rapiscono per gioco Diego, il cugino di 8 anni di quest’ultimo, lo torturano e infine lo uccidono. Tutto avviene sotto un sole implacabile di un pomeriggio di fine estate e tutto si dissolve in un silenzio opprimente di una notte senza stelle.

Perché?

È questa la domanda a cui il fumetto cerca di rispondere, attraverso l’alternarsi di piani temporali diversi che ci riportano all'infanzia dei due protagonisti, un periodo tutt'altro che sereno. Violenza, fughe e crudeltà verso animali indifesi ci mostrano ciò che è ormai si è rotto nell’animo dei due.

E se gli occhi sono lo specchio dell’anima, è proprio sotto lo sguardo sempre più indifferente di una società che lascia a se stessi, spietato e perentorio, che i ragazzi sono accompagnati nella loro discesa nelle tenebre, dall’inizio alla fine del fumetto.

È il terrore nello sguardo di un uccellino che muore di crepacuore nella sua gabbia, la rabbia negli occhi di mamma coniglia, giustiziata per aver divorato i suoi piccolo e il vuoto negli occhi senza vita di un merluzzo, decapitato e eviscerato, che rispecchia il vuoto di chi potrebbe intervenire, ma sceglie di non farlo. Infine è il vuoto negli occhi del piccolo Diego, che muore senza un perché.

Sentiamo la lama tagliente di questi sguardi anche nel tratto adottato da Manzi, che, affilato e graffiante, conferisce ai personaggi una presenza vivida, stagliandoli prima su un bianco accecante, poi su un buio che attanaglia.

La storia, straziante e fin troppo simile a tragici eventi di cronaca nera, (come il caso di James Bulger del 1993), si svolge nell'arco di una sola giornata, rivelando senza filtri un'atrocità così primordiale da sfuggire a qualsiasi giustificazione o spiegazione.

Le ultime pagine, con un silenzio assordante, ci ricordano che “quando il sole tramonta è come se non fosse successo niente”.

Giulia Sacchetti

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