L’era dell’emergenza climatica – il saggio a fumetti di Roberto Grossi
Una riflessione profonda, tra scienza, politica e autobiografia, su una delle più grandi crisi della nostra epoca
La grande rimozione è l’ultima opera di Roberto Grossi, pubblicata nell’ottobre 2024 da Coconino Press. L’autore, già noto per Il Grande Prato e Cassadritta, si riconferma un eccellente disegnatore e narratore, con un’opera che affronta un tema più urgente che mai: il cambiamento climatico. O meglio, la “crisi climatica”, espressione che, pur non comparendo esplicitamente nel fumetto, è chiaramente evocata.
Nel libro emerge il personaggio del Professor Zek, il quale, durante un’intervista televisiva, sottolinea come l’espressione “cambiamento climatico” sia largamente utilizzata, nonché l’unica accettata, in quanto rassicurante. Il termine “cambiamento”, infatti, evoca qualcosa di naturale e inevitabile, non preoccupante. Eppure, non c’è nulla di naturale in quello che sta accadendo al pianeta. Grossi punta a raccontare l’era del capitalocene: il riscaldamento globale come conseguenza diretta delle attività umane, in altre parole, il cambiamento climatico causato dall’uomo. Anche se, sarebbe meglio dire dagli esseri umani, poiché l’espressione “uomo”, utilizzata per indicare il genere umano, è obsoleta. La verità è semplice e scomoda: siamo noi, con le nostre azioni, a determinare l’alterazione degli equilibri terrestri, e il capitalismo è il motore principale di questo sistema distruttivo.
Raccontare un tema difficile attraverso il fumetto
L’approccio di Grossi è particolarmente interessante, perché
intreccia il tema della crisi climatica con la lotta di classe e le
istanze anticapitaliste, facendo emergere un quadro ben più ampio:
quello politico. Questa prospettiva anticapitalista è raramente
esplorata, anche nei luoghi in cui si racconta l’emergenza della crisi
climatica in corso. In questo, Grossi è sicuramente molto coraggioso e,
ampliando lo sguardo, fa emergere dei tasselli necessari per comprendere meglio
la questione.
Il tono critico dell’opera è evidente in molti punti,
soprattutto nel modo in cui vengono riportate e smontate alcune affermazioni
ricorrenti sia dalle persone in generale, sia da chi risiede ai vertici del
potere (e forse è proprio questa la cosa più preoccupante), come: “sarà la tecnologia a salvarci”, “inventeranno
nuove soluzioni”, “sono cicli naturali”. Eppure, la realtà è
che nessuna soluzione tecnologica ha ancora risolto il problema, e la
temperatura del pianeta continua a salire vertiginosamente provocando gravi
estinzioni etologiche.
Alcuni aspetti avrebbero potuto essere approfonditi
maggiormente, come il ruolo degli allevamenti intensivi, che viene solo
accennato e potrebbe risultare poco chiaro per chi non conosce già il tema.
Allo stesso modo, sarebbe stato interessante esplorare più a fondo le azioni
concrete che le persone possono intraprendere per contribuire, nel loro
piccolo, a contrastare la crisi climatica. Tuttavia, si tratta di un argomento
vasto e complesso, ed è inevitabile che non tutti gli elementi trovino spazio
in un’unica opera. L’importante è che il fumetto riesca a stimolare una
riflessione profonda su una questione che riguarda tutti e tutte noi. E in
questo ci riesce benissimo, forse anche grazie all’abilità narrativa di Grossi
nell’inserire una dimensione personale e autobiografica che ci riporta
alla sua infanzia, oggi sovrapposta all’infanzia dei suoi figli. L’autore
racconta, ad esempio, come alcuni luoghi della sua infanzia siano mutati
inesorabilmente nel corso degli anni, un dettaglio che amplifica il senso di perdita,
urgenza e, soprattutto, di nostalgia.
Approccio visivo, stile e colori
Dal punto di vista grafico, La grande rimozione è
un’opera intensa ed emotivamente impegnativa. Non si tratta di una lettura
leggera, ma di un’esperienza che richiede attenzione e riflessione, capace di
suscitare emozioni contrastanti. La verità, d’altronde, non è sempre facile da
accettare.
I disegni sono magistrali, a metà tra il fumetto
tradizionale e l’illustrazione d’autore. È proprio nelle tavole senza
parole che Grossi raggiunge il massimo della sua espressività: immagini
potenti, dissacranti. Molte pagine sono divise a metà in orizzontale e
presentano due disegni, due spaccati della realtà: una superiore e una inferiore. Immagini che
mettono a confronto
dei mondi in forte contrasto
tra loro, rivelando tutta l’ipocrisia del nostro sistema grazie a un
fortissimo impatto visivo. L’assurdità del capitalismo, le contraddizioni
globali, le migrazioni forzate (e il disinteresse del mondo occidentale) e
l’aumento dei migranti climatici emergono con forza in queste sequenze
silenziose ma eloquenti.
Anche la scelta cromatica gioca un ruolo fondamentale: le tonalità utilizzate amplificano il senso di urgenza e inquietudine, evocando scenari che alternano bellezza e devastazione. Lo stile di Grossi è dettagliato, espressivo, capace di trasmettere un senso di gravità e partecipazione emotiva senza bisogno di didascalie ridondanti.
In definitiva, La grande rimozione non è solo un fumetto, ma un’opera che intreccia scienza, politica e autobiografia, offrendo una riflessione profonda su una delle più grandi crisi della nostra epoca. Un reportage imprescindibile, scomodo ma necessario, che ci mette di fronte alle responsabilità collettive e individuali di un sistema che sta portando il pianeta al collasso, in uno scenario dov’è in gioco la nostra sopravvivenza come specie. Non possiamo più voltarci dall’altra parte o fingere di non vedere ciò che accade sotto i nostri occhi.
È molto apprezzabile anche l’inserto documentaristico finale,
in cui Grossi allega delle fotografie di luoghi a lui cari che sono fortemente
mutati negli anni, dove i ghiacciai si stanno sciogliendo e anche la speranza
sembra svanire.
Ma la durezza delle informazioni nel fumetto, di cui sicuramente ne è consigliata la lettura, non devono lasciarci scoraggiare, anzi. Il messaggio è opposto: è necessario lottare per i propri diritti e per la salvaguardia del pianeta, la cui permanenza determina la sopravvivenza umana.
Marta Bello