Jon McNaught ospite di ARF! Festival 2025 e in mostra
Già quattordici anni fa, il giornalista e curatore Paul Gravett scriveva di Jon McNaught, all’epoca autore di due soli graphic novel – Birchfield Close e Pebble Island – entrambi pubblicati dalla raffinatissima casa editrice inglese Nobrow Press. Gravett raccontava che, a sua volta, era stato il fumettista canadese Seth (Gregory Gallant) a fargli notare McNaught:
«Recentemente, il Regno Unito ha prodotto un altro artista che mi ha completamente conquistato. Si chiama Jon McNaught e ha sfornato due libri fantastici di fila; sono già un suo grande ammiratore!».
Non era però l’unico ad apprezzare il suo lavoro.
Nel 2011, in un articolo per Art Review, Gravett lo definiva addirittura un poeta contemporaneo:
«McNaught sta diventando uno dei poeti più sofisticati del panorama fumettistico britannico. Il suo background nella stampa paesaggistica influenza profondamente la sua arte, dove applica tecniche tradizionali, come la litografia e la stampa a rilievo, al medium del fumetto. Le sue composizioni, spesso costruite su griglie quadrate, sono realizzate meticolosamente a mano, con ogni strato di colore separato e disegnato con cura. Le sue storie non si concentrano tanto sulla trama o sull’azione, quanto sull’esplorazione di stati d’animo malinconici e meditativi, su giochi di luce e ombra, sulle connessioni tra il mondo artificiale e quello naturale. Riesce a farci vedere lo straordinario nell’ordinario!».
Proprio in questo “straordinario nell’ordinario” risiede il suo stile raffinato e introspettivo, che in più occasioni esplora il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, attraverso un uso minimo – spesso quasi nullo – dei dialoghi, concentrandosi su piccoli momenti quotidiani che occupano il centro della scena (“Dentro e fuori scena”), invitando il lettore a fermarsi e apprezzare la bellezza spesso trascurata del mondo che ci circonda.
McNaught ci incoraggia a contemplare, lasciandoci lo spazio per percepire le emozioni evocate dalle immagini, le sottili interazioni tra l’uomo e la natura, così come la forza della pura emozione che prende il sopravvento sulla narrazione convenzionale.
L’esposizione alla Pelanda del Mattatoio presenterà una ricca selezione di layout a matita, inchiostri, serigrafie, lucidi e tavole originali che – partendo da Birchfield Close e Pebble Island – ci guideranno attraverso il suo percorso fino a Dockwood (2012), Kingdom (pubblicato nel 2018 in UK per Nobrow e nel 2020 in Francia per Dargaud) e il nuovissimo Hors Scène, pubblicato da Dargaud lo scorso gennaio in occasione della 52ª edizione del Festival di Angoulême.
Jon McNaught – originario del sud dell’Inghilterra – è un artista, illustratore e fumettista che attualmente vive a Edimburgo (Scozia) e lavora presso gli studi d’arte Coburg House, a Leith. Realizza illustrazioni e copertine per il London Review of Books e lavora per molti altri clienti, tra i quali editori e testaste come Penguin Books, Tundra, BBC, Wall Street Journal, The New York Times e The New Yorker.
Lavora anche come docente specializzato in narrativa, illustrazione, incisione, litografia offset e stampa a rilievo; ha insegnato presso università come la Glasgow School of Art, la Goldsmiths e la UWE Bristol.
Il suo esordio nel fumetto è avvenuto nel 2010 con Birchfield Close, inizialmente autoprodotto (cit: «in una manciata di copie») ma subito dopo ripubblicato con grande intuito dalla londinese Nobrow Press sia nel Regno Unito che in Francia (con il titolo Dimanche). Nel 2011 seguirà Pebble Island, ispirata agli anni della sua infanzia trascorsi nelle Isole Falkland; anche questo secondo libro verrà riproposto in lingua francese dalla Dargaud, con il titolo Histoires de Pebble Island (2016).
Il 2018 è invece l’anno del suggestivo Kingdom (che Dargaud proporrà nel 2020 con il titolo L’été à Kingdom Fields) in cui la bellezza e la tranquillità – se non addirittura la noia – di una vacanza famigliare in un piccolo campeggio vicino all’oceano, diventano contemplazione dei ricordi, degli affetti e dello scorrere del tempo, ma al contempo anche un perfetto esempio del principio narrativo “Show, don’t tell.”
L’anno seguente McNaught illustra il manifesto del TCBF 2019, che gli dedicherà la bellissima mostra Nel regno delle piccole cose (cit: «un mix di tecniche per uno stile unico») presso Palazzo Giacomelli, a Treviso.
Bisognerà aspettare questo 2025 per il suo quinto graphic novel, Hors Scène (Dargaud), che esce direttamente per il mercato francese e con cui McNaught, nel narrarci i preparativi per la recita di fine anno del quattordicenne David (che sul palco dovrà interpretare il saggio e potente Aslan, il leone de Le cronache di Narnia), ci racconta – in realtà – come questo spettacolo teatrale sia una prova generale per entrare nel mondo degli adulti. Un libro di cambiamento, di formazione e di crescita, filtrato come sempre dalla cifra stilistica tanto delicata quanto profonda del suo autore.
Mattatoio/Città dell’Altra Economia (CAE) Testaccio.