Les Misérables di Batteria: l'arte che dà voce ai dolori umani
Quattro racconti incompiuti che esplorano le miserie della vita, tra sperimentazione e intensità narrativa
Batteria è autore anche di altri fumetti, tra cui Le psichedeliche avventure di CRAZYKRI, sempre con gli Ultracani, e Danni da freddo, edito da Iperurania Publishing.
Le intenzioni
Il titolo, Les Misérables, riprende l’opera immortale di Victor Hugo, e lo fa a ragion veduta: oggi come allora, i protagonisti di questi racconti vivono una condizione di sofferenza, narrata in un piccolo volume che, come riporta Ultracani, « contiene quattro storie legate da un unico filo conduttore: essere dannate, sfortunate, per non aver mai trovato la luce; storie mai raccontate, per un motivo o per un altro, sino ad oggi». Quasi come se fossero quattro storie maledette, segnate dal destino di non aver trovato la luce della stampa prima d’ora.
Si tratta, infatti, di racconti a metà, inconclusi, che affondano le radici nelle più profonde miserie umane: la morte, la perdita, i sogni infranti e il profondo dolore che tutti noi esseri umani viviamo, in un modo o nell’altro, durante le nostre vite. Sono racconti rimasti a lungo in un cassetto, ma finalmente pronti per incontrare il mondo.
Ne è stata realizzata una tiratura limitata, con cover realizzate a mano in ceramica e decorate con colori iridescenti dal laboratorio artistico Xolabceramic: un tocco artigianale che aggiunge un ulteriore elemento sperimentale.
Racconti incompiuti
I racconti stessi, che esplorano le miserie umane, sembrano voler essere sperimentali. Forse mirano a mostrare il processo creativo del fumetto nella sua incompiutezza, come un’istantanea del lavoro in divenire. È un approccio che ricorda l’ultima produzione di Michelangelo, quando le sue sculture incompiute lasciavano intravedere i colpi di scalpello, mostrando non solo l’opera finita, ma anche le mani umane che l’avevano plasmata.
Allo stesso modo, questo fumetto si propone di rendere visibile la dimensione artigianale del processo creativo.
I titoli dei quattro racconti sono: Ghost, Sex Education, Oro Giallo e Sogni di Robot e affrontano tematiche universali, come il lutto e il dolore che ne consegue, e che si mescola con la rabbia, soprattutto se la perdita è improvvisa.
Il secondo racconto è interessante e immagina un futuro distopico robotizzato in cui ogni contatto emotivo, amoroso e sessuale è andato perso. Anche l’ultimo racconto, rifacendosi un po’ al leitmotiv di Toy Story, cattura l’attenzione, lasciandoci affondare nelle fantasie di un bambino, tra sogni impossibili e desiderio di protezione da parte dei supereroi.
Lo stile artistico di Batteria
Il volume è molto breve, disegnato interamente in bianco e nero. Le forme sono spesso abbozzate, disegnate di getto, quasi come in una furia creativa, in un momento d’impeto e di necessità narrativa. Il bisogno di espellere qualcosa che sta stagnando nell’animo dell’autore. Il tratto è sempre deciso, tagliente, affascinante. L’autore gioca con gli immaginari, le metafore visive, e le forme abbozzate lasciano ampio spazio alla fantasia di chi legge, liberando la possibilità di immaginare oltre e al di là delle macchie nere sul foglio che raccontano angosce e sentimenti dolorosi.
Ciò che però limita l’efficacia dell’opera è, in primo luogo, la presenza di alcuni errori di battitura nei testi che non consentono sempre una lettura scorrevole. In più, talvolta si lascia un po’ troppo spazio all’immaginario e alle possibili interpretazioni della storia da parte del lettore o della lettrice.
Il tono poetico dell’opera forse perde, a tratti, un elemento fondamentale quando s'incontra una nuova storia: la chiarezza.
La sensazione finale che si ha può essere legata a una non totale comprensione di ciò che si è letto. Sarà una scelta stilistica voluta dall’autore? Non lo sappiamo, ma quel che è certo è che vi sarà anche un secondo volume conclusivo e la curiosità è alta.
Marta Bello