Il Drago e il Camaleonte - La differenza fra vivere l’arte e provare a diventare artista

Ryo Ishiyama indaga sull’arte e sul concetto di ambizione, imbastendo un'avventura mozzafiato, una battaglia a colpi di matita e pennino

Cosa fa di un artista, un artista? Qual è la differenza fra chi produce grande arte e chi invece, nonostante sforzi notevoli, non riesce mai a raggiungere quella condizione di riconoscibilità? Ma soprattutto quali sono le differenze fra coloro che vogliono diventare artisti, e coloro che vogliono fare arte? 

La risposta alla seconda domanda alle volte potrebbe essere corretta anche per la prima. La differenza sostanziale nell’amore per l’arte più che per la posizione di artista rende, per paradosso cosmico, coloro che disperatamente cercano di elevarsi al ruolo, dei mediocri, e grandi coloro che amano l’arte in sé.

Cosa succederebbe, allora se, per assurdo, un disegnatore, grande maestro amante dell’arte, e un ambizioso artista emergente, ma senza una propria personalità e stile, si scambiassero di posto? Avremmo Il Drago e il Camaleonte di Ryo Ishiyama, pubblicato in Italia da J–Pop Manga.

La storia è quella di Garyo Hanagami, considerato uno dei più grandi mangaka viventi, al top della classifica di gradimento della rivista in cui la sua opera viene pubblicata, e di Shinobu Miyama, artista giovane e ossessionato dalla voglia di emergere, chiamato nell’ambiente “il Camaleonte” per la sua capacità di copiare alla perfezione lo stile di ogni mangaka a cui fa da assistente. Per uno sfortunato incidente, e per via di un processo piuttosto misterioso, i due artisti si ritrovano l’uno nel corpo dell’altro. Quando Garyo chiede a Shinobu di provare a restituirgli il suo corpo, quest’ultimo si rifiuta; finalmente il suo scopo, quello di essere un grande mangaka ad ogni costo, si è realizzato. Qui viene la grande differenza che intercorre fra i due: Garyo decide di ricominciare la sua scalata da zero nei panni del Camaleonte, e di disegnare un fumetto che possa rivaleggiare con quella sua stessa opera di cui Shinobu si è appropriato e che porta avanti grazie alla sua capacità di adattamento stilistico. 

Proprio in questa meccanica risiede il bello della sfida de Il Drago e il Camaleonte. Garyo è interessato solo a fare grande arte, con tutte le sue forze, è guidato da questo sacro fuoco e, in pieno stile orientale, non vede il proprio avversario in Shinobu, ma in sé stesso. Anche visivamente, infatti, il nemico di uno dei nostri due protagonisti non è altro che la sua immagine, il sé stesso per come è diventato. Ricominciare da capo per Garyo non è altro che l’occasione per superarsi, mentre Shinobu sembra consumarsi nella sua stessa volontà di potere, ossessionato dal portare avanti il ruolo che è finalmente riuscito a raggiungere con tanta fatica. Un fumetto sulla dualità, dunque, sull’immagine riflessa e sulla percezione di noi, come artisti ancor prima che come persone.

Il Drago e il Camaleonte è un lavoro sui buoni sentimenti, sul fuoco della passione e in qualche modo, sull’arte. Forse questo suo pregio può presentarsi anche come difetto, non solo agli occhi del lettore che non apprezzi un tipo di narrazione di questo genere, ma soprattutto a coloro che hanno presente il funzionamento del mondo editoriale (e lavorativo) Giapponese. I personaggi secondari come assistenti ed editor, in questo fumetto sono tutti buoni, estremamente morali, si pongono dubbi etici e lavorativi in continuazione. Sicuramente Il Drago e il Camaleonte non è un fumetto di critica, e d’altronde è evidente che non voglia esserlo in nessun modo. Proprio per questo preme sottolineare quanto l’opera sia favolistica anche da questo punto di vista, più che in altri, visto che la moneta che si paga nel mondo reale è spesso la vita di tanti bravi artisti e addetti ai lavori. Al netto del dovuto inciso, quest'opera si presenta come un'appassionata e piacevole esperienza di lettura.

Dal punto di vista artistico e visivo Il Drago e il Camaleonte si presenta come un'opera estremamente contemporanea, rispettando la tendenza di molte opere degli ultimi anni, seguendo una politica di “gestione delle risorse”, ed ecco che torna prepotentemente il discorso precedente intorno alla vita dei mangaka: la nuova generazione che attualmente calca le scene ha palesemente preso la decisione di gestire le risorse all’interno delle tavole, scaricando al massimo possibile i disegni che non hanno valore evocativo, riducendole in certi casi ai minimi termini, per potersi concentrare appieno sulle tavole in cui si ha necessità di esprimere maggiore potenza visiva. Ishiyama applica ma non esaspera questo genere di espediente, regalando sempre un disegno estremamente dinamico e moderno e, se è vero che i personaggi non brillino di un character design particolarmente originale, è altrettanto vero che Ishiyama si impegna estremamente nel donare un aspetto fortemente impattante alla sua storia rendendo visibile l’animo dei propri protagonisti: l’animo del drago e quello del camaleonte. 

Il Drago e il Camaleonte è un'opera estremamente pura nel modo che ha di porsi al lettore, pur trattandosi di un numero uno è evidente come quest’opera non voglia nascondere nulla di trascendentale, ma sia guidata da uno spirito puro e dalla voglia di esprimere un concetto attraverso il suo racconto. Grazie a questo l’opera può far innamorare i propri lettori che possono, seguendo la narrazione, riuscire a indagare in loro stessi e chiedersi quale sia il significato dell’arte per loro, ma non solo, perché la storia di questi due mangaka è la storia di due visioni diverse della passione, dell’amore per le cose, di due modi differenti e contrapposti di leggere il mondo. In questo l’opera trova la sua forza dialettica e diviene molto di più di ciò che potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale: una ricerca dello spirito umano attraverso il mondo dell’arte e, in senso moderno, attraverso i meccanismi dell’industria dell’arte. Riuscire in quello che si fa, o amare quello che si fa? Qual è la strada giusta, non di vivere l’arte, ma di vivere la vita? Leggere Il Drago e il Camaleonte potrebbe dare degli ottimi spunti ai lettori.

Alessio Fasano

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