Goldrake: un sequel inedito fra omaggio e paura di sbagliare

Un gruppo di autori francesi rende omaggio al maestro Go Nagai dimostrando grande amore per il personaggio e timore di osare

I robottoni sono uno dei pilastri dell’immaginario del Novecento, simbolo dell’automazione capitalista e ponte culturale fra occidente e oriente. Molte sono le mani che hanno contribuito all’iconicità del robot nella cultura mondiale, soprattutto per ciò che riguarda anime e manga, ma nessuno ha impostato e cambiato il senso dei grandi automi quanto Go Nagai.

Quando il maestro arriva sulla scena manga nei tardi anni Sessanta lavora con Shotaro Ishinomori, che non a caso dirige Kamen Raider, uno dei Tokusatsu più di successo. Quello che fa la differenza in Nagai è un elemento che fino a quel momento è sempre stato sotteso in tutte le opere popolari giapponesi ma mai esplicitato a quel modo: la strage.

Ecco allora che, dopo un percorso che comprende una serie di meravigliosi fumetti e alcuni capolavori (Mao Dante e Devilman) nel 1972 il mondo cambia per sempre perché arriva Mazinga Z. Da qui inizia un percorso che in breve tempo (grazie anche alla produttività incontenibile di Nagai) porta a una trilogia che continua le gesta di Koji, accompagnato da un nuovo pilota Tetsuya Tsurugi in Grande Mazinga e porta alla chiusura, ovvero Ufo Robot Goldrake, del 1975.

GOLDORAK © 2017 Go Nagai / Dynamic Planning Kana (Dargaud-Lombard s.a.) 2021, by Bajram, Dorison, Cossu, Sentenac, Guillo www.kana.fr All rights reserved. Published by Edizioni BD srl under exclusive license.

Goldrake non è molto amato in madrepatria per diversi motivi. Innanzitutto il robot: siamo lontani dalle forme spigolose che ricordano l’armatura di un grosso Samurai, allo stesso tempo non ci sono simboli di riconducibilità immediata al genere del Tokusatsu come comunemente inteso. Goldrake è un'opera che mostra tutta la sua esoticità in ciò che riguarda “i cattivi” (le truppe del malvagio Vega) e il loro esplicito richiamo ai vari Kaiju.

Sono gli occidentali a correre in soccorso di Go Nagai: soprattutto in Francia Goldrake è un successo (e, di riflesso, acquistata la serie animata da parte degli italiani il successo è doppio). Non è dunque un caso se proprio degli autori francesi abbiano deciso di raccontare un sequel della serie/manga (inutile prendersi in giro: quando si parla di successo di questi robot, soprattutto in occidente, si parla delle loro controparti animate), tanto apprezzata Oltralpe.

È un sequel diretto, infatti, il Goldrake firmato ai testi da Xavier Dorison e Denis Bajram, con i disegni di Brice Cossu e Alexis Sentenac e i colori di Yoann Guillo, ambientato anni dopo la partenza del Goldrake, partito alla volta di un viaggio destinato a riportare la pace nelle terre da cui lo stesso Fleed è esule.

È passato del tempo e una missione spaziale terrestre trova sulla luna una nave di Vega che attacca immediatamente la Terra. La richiesta che il generale nemico pone è piuttosto diretta: gli ultimi esuli di Vega, ridotti a un manipolo dal Goldrake, chiedono asilo politico e una propria nazione. Pretendono che sia sulla Terra, e che sia proprio il Giappone, altrimenti sarà la guerra.

GOLDORAK © 2017 Go Nagai / Dynamic Planning Kana (Dargaud-Lombard s.a.) 2021, by Bajram, Dorison, Cossu, Sentenac, Guillo www.kana.fr All rights reserved. Published by Edizioni BD srl under exclusive license.

Questo l’incipit per una storia che si presenta complessa e viene gestita con particolare attenzione all’eredità culturale di Goldrake e di Nagai. D'altro canto il racconto non sembra riuscire ad essere efficace fino in fondo, per via di un problema legato in generale al trattare l’opera di Go Nagai: il maestro è sempre stato un autore selvatico, che usa la tavola con violenza e racconta storie semplici e dirette, concedendosi una serie di eccezioni alle regole, forzando alle volte il patto narrativo, in virtù di un impianto grafico che rende possibile creare un tipo di narrazione di questo genere.

E questo ci porta ai disegni di questo Goldrake, un lavoro estremamente solido e di matrice fortemente occidentale, che riprende lo standard del fumetto americano, con tratteggi al nero e una colorazione non troppo lucida che i lettori che hanno confidenza con gli spillati di Godzilla conoscono bene. Ritorna lo sguardo sulla guerra, ma, mentre lo sguardo di Go Nagai ha sempre indugiato sulle motivazioni del singolo spinto alla battaglia, il team francese pone in essere un vero e proprio fantapolitico che manda avanti la storia concepita dal maestro giapponese.

Ecco che il dramma assume una dimensione più ampia, estremamente interessante. Ci vengono mostrate delle forze avverse stremate, intente a gestire le loro risorse. Da una parte la truppa di Vega, composta da superstiti e ridotta all’osso, e dall’altra il Goldrake, che non risponde ai comandi per via dei dubbi scatenati dalla mente di Duke Fleed che non riesce a stabilire un buon contatto con la macchina, il tutto in una cornice del dramma di guerra tradizionale, per certi versi pre-moderno, il concetto del “sangue chiama sangue”.

GOLDORAK © 2017 Go Nagai / Dynamic Planning Kana (Dargaud-Lombard s.a.) 2021, by Bajram, Dorison, Cossu, Sentenac, Guillo www.kana.fr All rights reserved. Published by Edizioni BD srl under exclusive license.

La tematica forse meglio sviluppata e più commovente dell’albo è probabilmente ciò che riguarda la storia della grande famiglia allargata di Duke Fleed e Koji Kabuto. Rivedere questi personaggi insieme non è soltanto un revival stantio, ma si presenta invece come una grande occasione per vederli interagire in modo differente e fraterno, facendo allo stesso tempo rivivere i loro caratteri e le loro volontà.

Goldrake è un fumetto ben riuscito per quanto riguarda la sua strutturazione interna. Sfogliandolo ritroverete una storia di robottoni ben fatta. Ciò che si perde, forse, è rispetto all’eredità di Go Nagai. Nel tentare (riuscendoci!) la creazione di una trama strutturata e fantapolitica, nella creazione di immagini con maggiore profondità, ciò che va perduto forse è proprio ciò che caratterizza tutta l’opera dell’autore originale: lo spirito selvaggio.

Questo Goldrake è infatti un fumetto educato, persino troppo educato. Forse per paura di toccare troppo un'opera ammantata di sacralità, forse per portare l’immagine verso i lidi del popolare occidentale, non si rischia mai fino in fondo, né dal punto di vista grafico, né dal punto di vista della sceneggiatura.

GOLDORAK © 2017 Go Nagai / Dynamic Planning Kana (Dargaud-Lombard s.a.) 2021, by Bajram, Dorison, Cossu, Sentenac, Guillo www.kana.fr All rights reserved. Published by Edizioni BD srl under exclusive license.

Questo è un problema comune quando si vuole omaggiare lo spirito punk. L’unico modo per farlo è dissacrarlo e spesso non ne troviamo il coraggio, vogliamo troppo bene a ciò che significava l’opera per fare quello che lo stesso autore fece con essa ai suoi tempi, per cambiare il gioco. Se questo volume ha un difetto, forse, è proprio quello di amare eccessivamente il retaggio dei robottoni Nagaiani, e nello specifico del Grendizer.

Se avete amato i Robot degli anni Settanta, se sentite il bisogno di ascoltare ancora la voce della famiglia Fleed, se sentite la necessità di assistere a schiaffoni spaziali fra esseri giganteschi, Goldrake è il fumetto che fa per voi. Se sperate di vedere qualcosa di nuovo, statene alla larga, non è evidentemente intenzione degli autori reinterpretare il personaggio, ma anzi essere dei portatori della fiamma narrativa del creatore, ottenendo risultati alterni.

Alessio Fasano


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