Diventare Moebius - Studiare i primi passi per seguire le orme

Una raccolta inedita con le opere giovanili di Jean Giraud

“Chissà com’erano, poi, loro?”

Se si è scelto di dedicare la propria vita all’arte questa domanda prima o poi si affaccia alla mente del giovane volenteroso. Mentre alle tre di notte magari si prova a capire perché un naso, sui tre quarti, non funziona bene come in profilo, mentre si cerca una linea di prospettiva che dovrebbe essere giusta, ma non lo sembra poi quando si vanno a tracciare i definitivi; mentre si riscrive la frase che il personaggio dovrebbe pronunciare per la terza volta, e adesso ci si ritrova a contare le sillabe per capire cos’è che non funziona nel ritmo. Chissà com’erano i grandi (della letteratura, del fumetto) all’inizio, quando non erano grandi. Ed è allora che si inizia a studiare, per trovare un po' di conforto, di sicurezza, più che per apprendere. E ci si appassiona.

Molto spesso si scopre che non esiste nessun enfant prodige, niente talento puro, ma solo lavoro, lavoro durissimo e porte in faccia, allora quei grandi ti sembrano essere più vicini, divengono compagni di viaggio.

Diventare Moebius, pubblicato in Italia da Edizioni BD, è il fumetto che potrebbe aiutare coloro che si fossero posti la domanda iniziale. Una pubblicazione che raccoglie, dividendoli in periodi, i primi lavori a fumetti di Jean Giraud. Siamo lontanissimi dal Moebius che tutti hanno letto, quello de L’Incal e di tante altre storie che hanno segnato generazioni di artisti. 

Il volume esplora l’opera dell’artista a partire dagli esordi e mostra tutta l’evoluzione fino agli anni Settanta. Possiamo quindi osservare l’artista non solo nella sua evoluzione visiva, ma anche e soprattutto dalla sua posizione all’interno del mondo del fumetto. L’artista libero che conosciamo, lo sconvolgente rivoluzionario inizia ad apparire solo nelle ultime pagine di questa importante raccolta. Prima vediamo invece quello che è necessario a ogni artista che si stia affacciando al mondo della pubblicazione: la gavetta, il disegnare soggetti che non si sentono pienamente propri, il farlo con una scadenza e per guadagnare.

Da queste pagine emerge la capacità di Giraud di adattare il suo stile in modo eccellente, dal cartoon al realistico fino a quel tipo di tratteggio che tanto lo caratterizza nelle sue opere più famose. Possiamo apprezzare una capacità di adattamento che non può essere data dal semplice talento, ma che richiede anzitutto una grande quantità di esercizio. Per lo più i fumetti contenuti in questa raccolta appartengono a quel genere di fumetto ormai di gusto estremamente vintage che è “il fumetto d’avventura”, ovvero diverse ambientazioni storiche, dal vecchio west ai pirati. È incredibile, inoltre, vedere come Moebius riesca a passare con apparente semplicità da uno stile all’altro sullo stesso identico soggetto. Troverete il western, per esempio, sia con un'estetica realistica vicina al fumetto italiano che in uno stile di matrice franco-belga. Ma non solo: sfogliando queste pagine si trovano anche esperimenti visuali adiacenti al mondo del fumetto ma non necessariamente ad esso appartenenti, come per esempio opere didascaliche o fotoromanzi.

Arriviamo infine al vero pezzo forte dell’albo, un saggio breve su vita e opere di Moebius a firma di Claude Eken, perfetto per chiunque voglia approfondirne la figura, corredato di ulteriori materiali prodotti dall’artista nella sua carriera. È un peccato forse, per un così bel saggio, essere posizionato alla fine dell’albo, dove il lettore spesso ferma la sua mano, e non essere stato distribuito per tutto l’albo, nei capitoli dedicati alle varie età della produzione, cosa che avrebbe fatto ancor di più risaltare la natura e la volontà del volume di portare agli occhi del lettore l’evoluzione artistica di un artista così importante.

Diventare Moebius è una chicca che non può mancare nella libreria del lettore appassionato e che allo stesso tempo può servire all’artista alle prime armi in crisi per ritrovare la strada e ricordarsi che se facciamo quello che facciamo è perché ne siamo profondamente innamorati, anche se, presi dalle nostre manie e dalla smania di riuscire, alle volte ce ne dimentichiamo.

Alessio Fasano

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