Wytches - L’indecisa ricerca stregonesca di Snyder e Jock
Tra horror e racconto familiare, tra passato e presente
“Scusa” è una delle cose più difficili da dire, ammettere di aver sbagliato, non solo perché siamo in errore ma soprattutto perché abbiamo ferito qualcuno che amiamo senza volerlo. Il senso di colpa è una ferita che in qualche modo ogni tanto ritorna, spesso quando meno ce lo aspettiamo, a farci male. Quel rimorso ha una sua utilità, però, può raccontarci che siamo stati anche persone che hanno sbagliato, può insegnarci qualcosa che non ha bisogno di essere espresso a parole.
Di rimorso e promesse mancate parla Wytches - Il segreto delle streghe, volume firmato da Scott Snyder e Jock e di recente approdato nel catalogo Saldapress, che racconta la storia di una famiglia il cui passato si viene inevitabilmente a intrecciare a un presente che si rivolta contro i suoi protagonisti.
Sail e la sua famiglia, il padre e la madre, hanno cambiato città da poco. Sail è una ragazza sveglia che si distingue dalla massa, vale a dire il perfetto obiettivo per il bullo di turno. Un giorno, messa alle strette, Sail evoca un potere spaventoso che innesca una reazione a catena di eventi sovrannaturali. È qualcosa di oscuro e remoto, che vive nel fondo della foresta, ciò che viene richiamato da Sail, un potere antico e pericoloso, mosso da un odio ancestrale. Sail viene toccata, marchiata, e scoprirà di essere al centro di un gioco estremamente più grande di lei.
Sono i mostri del passato quelli che escono dagli alberi, non soltanto creature dell’orrore, ma sbagli che qualcun altro ha lasciato sulle giovani spalle della nostra protagonista. Il racconto di Snyder sarebbe un horror fortemente tradizionale, con tutti gli archetipi e l’estetica del caso. A questi elementi viene però aggiunta una nota intimista che dà qualità ad un fumetto che sarebbe altrimenti risultato piuttosto noioso.
Infatti Wytches non è tanto la storia di Sail, ma quella di Lu, il padre, disegnatore di mestiere, uomo inseguito dagli sbagli di una vita, dal rimorso di non essere stato un buon genitore, un buon marito. I demoni che adesso hanno catturato Sail non sono altro che la figurazione degli sbagli di una vita che tornano a perseguitare il personaggio.
Jock racconta questa storia dal punto di vista grafico in un modo estremamente altalenante. Lo stile dell’artista è peculiare da sempre e l’aggiunta di filigrane grafiche che coprono l’immagine dona un senso di distacco sono piuttosto efficace, ma a differenza di altri lavori è il character desing a mostrare, alle volte, il fianco. Il risultato visivo è comunque piuttosto gradevole, grazie ad una regia ordinata, che si muove agilmente fra l’intersecarsi dei tempi della narrazione.
Wytches è un'opera piuttosto gradevole, che si fa forte della psicologia dei personaggi che mette in scena, pur mostrando alle volte il fianco soprattutto per ciò che riguarda un ritmo narrativo piuttosto smorzato e che non lascia opportunità al lettore di immergersi pienamente nel mondo che racconta.
L'opera di Snyder e Jock è anzitutto il racconto di una famiglia, degli errori che compiamo e di quanto ci trasformino, spingendoci in una duplice direzione: da un lato quella dell’apprendimento dei nostri errori e dall’altro quella del condizionamento, dell’ipertrofia del super io che ci porta all’insicurezza, alla svalutazione personale, all’idea, in sostanza, che non saremo mai più in grado di fare nulla di buono.
Alessio Fasano