Il bacio - Un gesto d’amore che diventa oppressione

Il turismo sessuale e l'eredità del colonialismo

“Un bacio, insomma, che cos'è mai un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole t'amo”, disse una persona ben più famosa di chi sta scrivendo questo pezzo.

Un bacio però può anche essere qualcosa che ti cambia la vita, nei modi più inaspettati, come accade ne Il bacio di Frédéric Debomy e Andrea Bruno, che però le parole “t’amo” non le contempla.

Questo fumetto, edito in Italia da Oblomov Edizioni, affronta il tema delicatissimo del turismo sessuale in Asia, una cicatrice mai scomparsa del colonialismo in cui si manifestano ancora i ruoli degli oppressori e degli oppressi. Un’opera che cerca di ritrarre questo scenario dal punto di vista della Francia e che lo sceneggiatore ha voluto raccontare, dopo essersi informato e averlo visto da vicino. 

In questo volume i personaggi vedono la loro vita cambiata da un semplice bacio, che ha implicazioni molto più forti di quello che potrebbe sembrare, soprattutto quando tutto ciò che fa da sfondo è la prostituzione. Duyên si prostituisce nell’internet cafè della “sorella maggiore”; un ragazzo francese in viaggio con gli amici ha il suo primo rapporto con una prostituta; un uomo dalle maniere composte sposa la ragazza per portarla con sé in Francia. 

Ufficialmente la prostituzione in Vietnam è illegale, ma solo a livello di facciata: il fenomeno si sviluppa in sordina, accettato ma mai discusso apertamente. Grattando appena sotto la superficie, tanti sono i motivi per cui le donne si ritrovano a farne ricorso in cambio di qualche soldo, con un do ut des in cui il corpo della donna diventa merce che l’uomo può comprare. Come afferma uno dei personaggi: “Le do i suoi soldi e ottengo ciò che voglio. Lei è contenta e lo sono anche io”. 

Con lo scorrere delle pagine emergono sempre di più le diverse sfaccettature che questa pratica porta con sé, sia per gli uomini che per le donne. La paura del rifiuto, l’inadeguatezza, ferite mai rimarginate di bisogni affettivi non soddisfatti. O ancora un semplice rapporto di scambio, svuotato dell’affettività; la possibilità di soldi facili, o la necessità di questi soldi.

Il bacio, gesto d’amore per eccellenza, diventa quindi il simbolo di un passato d’oppressione ancora tangibile.

Frédéric Debomy evidenzia l’atteggiamento di superiorità di alcuni suoi connazionali che, nonostante abbiano lasciato fisicamente il Paese dopo la Guerra dell’Indocina, con la mente non ne hanno mai perso il dominio. 

La storia infatti approfondisce le dinamiche di disparità culturale, analizzando il fenomeno che vede gli uomini occidentali comprare mogli in Paesi del sud-est asiatico per portarle poi in Europa. 

La narrazione si muove tra le tensioni culturali e le disuguaglianze insite in questi rapporti, dove gli uomini occidentali, spesso benestanti, sfruttano situazioni di bisogno economico per stabilire legami di potere.

Andrea Bruno, assiduo utilizzatore del bianco e nero, questa volta si cimenta con i colori e utilizza una tavolozza diversa per ogni capitolo in base a tono e ambientazione della storia. Ne è un esempio la palette calda, sul verde, che permette d’addentrarsi subito nell’ambientazione vietnamita. Ogni palette scelta contiene circa quattro colori e aiuta a definire le diverse sezioni del volume e i punti di vista rappresentati. 

Per i lettori francesi, in particolare, la vicenda narrata acquisisce una risonanza storica, riflettendo il peso del colonialismo francese in Indocina e il retaggio culturale che ancora influenza il modo in cui questi territori vengono percepiti e vissuti. 

Per tutti gli altri, indipendentemente dal contesto culturale, questo fumetto rappresenta un invito a confrontarsi con dinamiche di potere spesso ignorate, pur nella consapevolezza della loro esistenza.

A prescindere dal punto di vista rappresentato, Il bacio ci lascia con una certezza: ogni relazione basata sul dominio è destinata a lasciare solo sconfitti.

Carlotta Bertola

Post più popolari