Tutto quel che può accadere di notte - Intervista a Laura Pérez

A Lucca Comics & Games 2024 abbiamo dialogato con la fumettista e illustratrice spagnola su Nocturnos (Oblomov)


All’ultimo Lucca Comics & Games abbiamo avuto il piacere di intervistare la fumettista e illustratrice Laura Pérez, il cui ultimo lavoro, Nocturnos, è stato presentato in anteprima a Lucca e uscirà il 14 novembre per Oblomov Edizioni.

Qui di seguito trovate l’intervista.

È qui con noi Laura Pérez, il cui Nocturnos arriva in Italia per Oblomov Edizioni. È un fumetto che mi è piaciuto davvero tanto, credo sia meraviglioso. Ti farò delle domande di approfondimento sulla tua opera. Innanzitutto, com’è nato Nocturnos? Durante il giorno, oppure di notte, magari nel bel mezzo di un sogno?

Come puoi immaginare, l’idea per Nocturnos mi è apparsa di notte, mentre stavo lavorando ad un altro fumetto, ossia Totem. Quando scrivi o disegni è normale che ti possa venire in mente l’idea per un altro fumetto. Sta a te poi cercare di isolare questi pensieri da tutto il resto.

Quando iniziai a lavorare al mio futuro progetto, cioè Nocturnos, mi accorsi che tantissime storie che amo accadono di notte. Iniziai così ad abbozzare racconti in cui erano presenti ospedali, strade, misteri (molto di questo materiale non è oggi presente nel fumetto). E questo perché ci sono migliaia di cose che accadono di notte che mi interessano. Così iniziai a pensare che forse scrivere un fumetto con la notte stessa come protagonista, assieme ad altri animali notturni come il gufo, fosse una buona idea. Il problema era che non sapevo come farlo. Avevo un'idea, ma non sapevo come creare davvero un fumetto sulla notte, dato che ci sono un sacco di modi diversi per farlo. Ma alla fine l’ho finito. Non so come, ma ce l'ho fatta.

Ciò che dici a proposito della notte è interessante perché Nocturnos è un libro con una forte gamma di colori. Tuttavia, il colore chiave del libro sembra essere il nero, sia per quanto riguarda la narrazione che per gli elementi visivi. I neri possono essere spazi, entità, possono parlare, oppure rimanere in silenzio. Come sei riuscita a gestire questa enorme presenza oscura all’interno del tuo libro, che si muove in mezzo a tutti gli altri colori?

Quando sulle pagine c’è solo il nero, la mente inizia a immaginare cosa sta succedendo nel buio. Ed il buio è una buona metafora per l'ignoto. Nel mondo esistono o accadono tante cose che non comprendiamo perché non le conosciamo. Ognuno di noi ha timore di ciò che non conosce. Quindi ho pensato che fosse una buona idea rappresentare l'ignoto, lo strano e, in generale, ciò che non conosciamo, con il buio, con il nero. Non blu, non giallo, no. Nero, perché così ognuno può creare il proprio mondo, che cambia da persona a persona. Alcuni mi chiedono: «ci sono significati nascosti dietro l’uso del nero?». E io rispondo di no perché tutto dipende da te. L’oscurità è una metafora che ti aiuta a creare la tua storia.

Volevo farti una domanda riguardo le opere che ti hanno influenzato nella creazione di Nocturnos. Ho notato diversi rimandi al fumetto europeo, ma anche ad un certo tipo di comics americani. Le meditazioni notturne mi hanno fatto pensare a Glenn Ganges, mentre l’uso che fai del nero ricorda molto Black Hole di Charles Burns.

Adoro Charles Burns e Daniel Clowes. In realtà mi piacciono un po’ tutti gli indie. Di Clowes ho letto tutto. Da piccola leggevo fumetti, ma non troppo, e mi piacevano soprattutto i manga. Poi, però, è arrivato Daniel Clowes e mi sono detta «ok, questa roba è stupenda!». Più tardi, scoprii anche Chris Ware e Here di Richard McGuire, che è il mio fumetto preferito perché non è un fumetto, è un'opera d’arte che ti fa esplodere il cervello. Mi piace anche un autore italiano, Manuele Fior. Poco tempo fa ci siamo incontrati ad una sessione di firmacopie e gli ho detto di persona che è il mio fumettista italiano preferito. 

Tuttavia, devo confessare che la mia principale fonte d’ispirazione non sono i fumetti, ma la letteratura. Mi piacciono le storie di Edgar Allan Poe, Lovecraft e Mary Shelley. Insomma, l'horror vecchio stile. Il grado di immaginazione che ti porta un libro è più alto rispetto ai fumetti o ai film, perché non ci sono immagini, per cui quando leggi un libro che parla, ad esempio, delle stranezze del comportamento umano, riesci a percepire maggiormente l’inquietudine che si prova davanti a un mostro.

Nocturnos è in effetti un connubio perfetto tra fumetti e letteratura classica, cosa che lo rende ancora più speciale. Ciò di cui vorrei parlare ora è un tema su cui mi sono interrogato a lungo. In alcuni punti dell’opera mi è sembrato di percepire una lotta in cui l’uomo cerca di conquistare la notte, ma fallisce. Ne emerge quindi un contrasto tra natura e cultura. È così?

Esattamente. La natura non ha bisogno di conquistare la notte. Infatti, esistono due tipi di animali, quelli diurni e quelli notturni. Per cui, essi non hanno l’urgenza di cambiare nulla. Sono gli umani quelli che cercano di cambiare la realtà che li circonda per vivere per sempre di giorno. 

Trovo gli animali molto più interessanti perché essi hanno effettivamente la capacità di vedere di notte e hanno l’abilità di percepire cose che noi non possiamo sentire. I vecchi animali della foresta, ad esempio, possono vedere in modo diverso da noi. È scientificamente provato che possono percepire l'energia o la paura, possono vedere cosa sta succedendo anche agli umani. Noi umani, invece, possiamo vedere solo ciò che si manifesta in superficie, come i movimenti degli occhi, le espressioni del viso e del corpo o ciò che viene detto. Per cui, i sentimenti che pensiamo di percepire, ad esempio, non sempre corrispondono alla verità.

Gli animali hanno l'incredibile particolarità di poter vedere direttamente: se hai paura, se non ne hai, etc. Per me, il comportamento e le abilità degli animali sono molto più interessanti.

Adesso ti lancio una provocazione. Noi facciamo praticamente tutto da svegli e alla luce del sole, però il giorno, alla fine, costituisce solo una parte della nostra vita. L’altra metà la passiamo al buio a dormire. Secondo te, il giorno può essere considerato come il simbolo dell’illusione di controllo che abbiamo sulla realtà?

Beh, sì. Credo che non abbiamo davvero il controllo. Ne parlavo proprio giorni fa in macchina con Manuele Fior e un altro autore. Discutevamo di come noi fumettisti creiamo la nostra realtà, di come proiettiamo sulle tavole ciò che abbiamo in testa, e se siamo convinti di ciò che facciamo, quelle cose accadono davvero. Non è un qualcosa di scientificamente provato, però per me ha sempre funzionato. 

Di notte è diverso perché i sogni si avvicinano molto alle scoperte quantistiche nella scienza. La realtà, lo spazio e il tempo dei sogni, se provi a studiarli, sono super interessanti. Basti pensare che un sogno che per te dura ore e ore, di fatto dura solo pochi minuti. Inoltre, quando sei in un sogno, questo è tutto per te, diventa la tua realtà, non sei cosciente del fatto che si tratta di un'altra realtà creata da un sogno che stai facendo mentre dormi nel tuo letto.

Nei sogni non sappiamo mai cosa ci sta accadendo. L’unica cosa certa è che prima o poi ci sveglieremo. Se ci pensi, questa è una cosa davvero rassicurante. Di giorno, invece, non ci sono certezze, non sappiamo cosa sia la realtà e non abbiamo il controllo. Tutto ciò mi fa meditare sul ciclo della vita e della morte. 

In questo senso, in Nocturnos emerge il contrasto tra ciò che è reale e ciò che non lo è, ci viene mostrata un'umanità che è minuscola e impotente di fronte all'ignoto, di fronte al ciclo delle cose. Ma forse è proprio questo il bello dell’essere umani.

Sì, penso che uno dei segni di impotenza dell’uomo sta nel fatto che egli può comunicare soltanto con altri esseri umani, perdendo così tante informazioni rispetto a ciò che lo circonda. In più, dato che esistono tante lingue diverse, a volte non riusciamo a comunicare bene neanche tra membri della stessa specie. Figuriamoci, poi, con il resto della natura. Nell’ecosistema della foresta, ad esempio, alberi e piante possono comunicare tra loro. Noi stiamo cercando di capire come funzionano queste comunicazioni, come funziona il mondo in cui viviamo. Non so se un giorno lo scopriremo, ma già solo parlarne lo rende affascinante. 

A volte la gente mi dice che si annoia facilmente, ma come puoi annoiarti se il mondo è pieno di cose da scoprire? Essere vivi è un miracolo, quindi godiamocelo e basta. Io, come puoi immaginare, non mi annoio quasi mai perché trovo sempre qualcosa a cui pensare o da leggere o spunti per una conversazione.

Tutto questo traspare nel tuo fumetto perché sei in grado di rappresentare sia ciò che è reale sia ciò che forse c’è ma non si vede. Un’ultima domanda: quanto tempo hai impiegato per finire Nocturnos?

Mi ci sono voluti due anni. All’inizio lavoravo su Nocturnos mentre disegnavo Totem. All’epoca pensavo che per finirlo ci avrei messo un anno e mezzo, poi però i tempi si sono allungati per vari motivi, come impegni, altri progetti, malattie, etc. Alla fine, penso sia normale perché la vita continua a scorrere anche mentre lavori. Inoltre, non sempre mi sento ispirata. Devo trovare la giusta concentrazione e questo non accade tutti i giorni.

E quali strumenti hai utilizzato?

Solitamente, disegno a mano su un tavolo di legno, poi scatto una foto dell’illustrazione con l’iPad e lavoro sui colori con Procreate. Uso anche Photoshop, però preferisco Procreate perché lo conosco meglio. Non tutti i disegni sono colorati digitalmente, c’è un mix tra colorazione digitale e matite vere.

Senti la mancanza dell’analogico, di colorare manualmente?

A volte mi capita di colorare i disegni con gli acquerelli e poi cerco di ricreare il tutto su Procreate. Ho un sacco di colori a casa e mi piace molto la sensazione della polvere sulle mani, però la maggior parte delle volte lo faccio solo per divertimento. Infatti, per Nocturnos ho utilizzato anche il digitale. Mi piacerebbe creare un fumetto senza usare la colorazione digitale ma solo i colori tradizionali. Magari un giorno riuscirò a farlo.

Intervista a cura di Jacopo Corradini, realizzata dal vivo durante Lucca Comics & Games 2024

Sbobinatura, traduzione e adattamento di Mattia Mirarco


Laura Pérez

Laura Pérez Granel (Valencia, 1983) è una molto apprezzata fumettista e illustratrice spagnola. Pluripremiata autrice di numerosi graphic novel tradotti in Europa e Stati Uniti (“Naufragos”, 2016; “Ocultos”, 2020, Critical Eye Award della Radio Nazionale Spagnola), nel 2022 è stata candidata agli Emmy Awards per la sigla della serie Only Murders in the Building, per la quale ha creato anche i disegni e il murale dipinto da Mabel, interpretata da Selena Gomez. Laura Pérez è molto richiesta e ha collaborazioni continuative con “El Pais”, “The Washington Post”, “Vanity Fair” e il “National Geographic”.


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