Nocturnos: la notte sospesa di Laura Pérez

Se la solitudine notturna è un modo per guardarsi dentro...

Si potrebbe iniziare un pezzo con tema “la notte” con centinaia di citazioni, talmente tante che il povero articolista alla fine dovrebbe ridursi ad un'introduzione del tipo che state leggendo in questo momento. La notte è molto più che una tematica o un topos: lo scomparire della luce provoca ancora in noi reazioni ancestrali, la nostra biologia e il nostro modo di pensare si adattano alla notte. La reazione è legata al fatto che l’essere umano non è un animale notturno, banalmente. Rispetto ad altri protagonisti del regno animale i suoi occhi non sono fatti per vedere al buio. L’evoluzione della razza umana è basata sull’aver trovato un vantaggio nei confronti della notte attraverso la luce del fuoco, ed ecco che le nostre storie ricercano spesso il tema del “trovare la luce”.

Intorno alla tenebra abbiamo sviluppato un'intera cultura. Essa è diventata il simbolo di riti e magie. Il buio della notte è il posto in cui abitano tutte le creature della nostra immaginazione, e per riflesso dei nostri racconti. Se c’è qualcosa di certo riguardo a questo strano bipede che calpesta il pianeta Terra alla cui razza apparteniamo, è che esso sembra essere attirato dalle cose pericolose, misteriose, incomprensibili. Ecco che allora la notte è divenuta simbolo di tutto ciò che riguarda quest'ambito, il momento delle cose proibite e indicibili, e allo stesso tempo un momento di sospensione in cui ciò che accade può sembrare tranquillamente staccato dalla vita vera, dalle cose del giorno, che in questo mondo ribaltato e senza luce sembrano più rarefatte e distanti. Siamo tutti da soli la notte, una solitudine dolce, che usiamo come una coperta, qualcosa che ci fa vivere l’isolamento in modo diverso, sia che ci troviamo al centro di una pista da ballo o al riparo, sotto le nostre lenzuola. È come ci trovassimo da un'altra parte, in due posti contemporaneamente, nel nostro corpo e nella notte.

Sembra proprio questo il motore concettuale su cui si basa Nocturnos di Laura Pérez. Veniamo catapultati in un fumetto silenzioso, parco di parole, in cui protagoniste non sono le immagini, ma per l’appunto la quiete della notte. Pérez organizza un racconto fra il mistery e il weird, completamente immerso nella natura. Seguiamo il volo di una civetta sulle vite di questi personaggi, che nei loro momenti di solitudine notturna cercano sé stessi, ognuno a proprio modo, ognuno affrontando un momento, una paura. La notte è un momento in cui questi esseri umani possono rimanere da soli e guardare dentro sé stessi, e nel farlo, raccontarci la loro storia, il loro momento.

La vulnerabilità messa in gioco da Nocturnos è estremamente delicata, la scrittura è tanto essenziale quanto efficace. I personaggi della storia sono confusi, ma la confusione è estremamente ricercata e disvela il suo trucco solo nel finale. Il punto della notte di Pérez è proprio questo: il tempo si distorce e ci rende irriconoscibili. Soprattutto, la notte sembra infischiarsene totalmente dell’evoluzione dell’uomo. Non a caso le prime parole che troverete in questo fumetto sono “è sempre stato così / la notte non ci appartiene”, e l’autrice fa la stessa cosa col tempo della storia, intrecciando i momenti e sovrapponendoli con grande maestria.

Le immagini sono essenziali e geometriche. La colorazione cambia di pagina in pagina pur mantenendo un suo paradigma ben preciso, con colori essenziali e complementari, su toni pastello che contribuiscono a dare al lettore il distaccamento dal tempo che la storia richiede. La volontà dell’autrice è di ottenere questo continuo effetto di sospensione, di galleggiamento, e in questo Nocturnos è un fumetto più che riuscito.

Produrre qualcosa di interessante intorno al tema della notte è complesso: si tratta di un tema abusato e riletto in mille versioni differenti. Pérez ci riesce pienamente creando un prodotto non solo godibile ma anche estremamente emozionante. La bellezza nella narrazione sta nella precisione chirurgica che ha l’autrice nel cogliere un sentimento legato al mondo della notte, un sentimento che ne contiene tanti altri: la nostalgia, il distacco, l’abbandono, la solitudine, ma anche la speranza e il sogno, sono parti integranti di questa narrazione e lo sono nello stesso momento senza alcuna discriminazione, lasciando il lettore a tratti stordito, dispiaciuto, alla fine della lettura, di lasciare il momento notturno appena vissuto.

La forza di Nocturnos dunque è forse proprio quella di far vivere al lettore il momento della notte attraverso delle storie che convergono verso un unico punto finale, in cui la notte assume tutto un altro senso. 

Se si amano letture di scrittori come Olga Tokarczuk o Becky Chambers o i fumetti di Paco Roca, non si può non provare una forte attrazione per questo titolo.

Raramente il mondo del fumetto riesce a dare la giusta forza a immagini delicate, molto spesso capita di incappare in prodotti che, per quanto validi, puntando sulla delicatezza dell’immagine e del racconto perdono il focus della narrazione per accartocciarsi intorno a “come vogliono apparire” al lettore. Nocturnos invece spezza questa tendenza, presentandosi come un fumetto che fa della delicatezza il punto di forza per la propria potenza espressiva. 

Alessio Fasano


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