A Panda piace... capirsi (e ritrovare l'equilibrio interiore)
“Io non sono un medico, né uno psicologo, né un pediatra. Sono un essere umano che ha sofferto, nella vita, di diverse manifestazioni ansiose, questo libro è nato da esperienze dirette.”
Inizia così
l’ultimo volume realizzato da Giacomo Keison Bevilacqua, A Panda piace…
capirsi, edito da Gigaciao, la casa editrice nata nel 2022 dalla
collaborazione dello stesso Bevilacqua con Dado, Fraffrog e Sio. Un’opera
attraverso cui Bevilacqua, grazie al suo alter ego Panda, ci fa entrare in
punta di piedi nella sua infanzia e nel suo presente, per mostrarci come dalle
sue esperienze è riuscito a ritrovare il suo equilibrio interiore.
La storia di A Panda piace è
iniziata nel 2008, quando un silenzioso panda è sbarcato sul web. Sul suo blog,
Bevilacqua narrava la vita di tutti i giorni, i piccoli drammi o gioie della quotidianità,
utilizzando Panda come espediente per esternare situazioni e sentimenti vissuti
da lui stesso. Dopo il successo delle strip digitali, sono nate una serie di
raccolte che avevano Panda come protagonista.
La raccolta più famosa è A Panda Piace l’avventura:
inizialmente erano state pubblicate le singole puntate da Panini Comics, poi
riunite in un volume unico nel 2016, infine ristampate nel 2020 da Feltrinelli Comics. In questo mega-volume di quasi 500
pagine Bevilacqua raccontava del fantastico “mondo di carta", dove Panda
intraprendeva un’avventura a seguito di un regalo bizzarro ricevuto dal nonno, con
straordinarie entità pronte a metterlo alla prova o a guidarlo nei momenti
difficili.
Dopo alcuni anni di pausa dalla carta
stampata, compensata dalla presenza su Instagram, Panda è riapparso nelle
librerie all’interno della graphic novel Sono una testa di Panda, stampata
nel 2023 da Bao Publishing. Tuttavia, in quest’opera Panda non era il
personaggio principale, poiché le vignette a lui dedicate fungevano da
intermezzo alla vera storia, cioè la biografia di Bevilacqua. Un anno dopo Panda
torna alla ribalta, riprendendo il suo posto come protagonista indiscusso in A
Panda piace… capirsi. Qui Panda non svolge solo il ruolo di alter ego di
Bevilacqua, ma impersona anche lo stesso lettore, le sue emozioni, i suoi dubbi
e le sue preoccupazioni.
L’opera prende il via dall’esperienza vissuta dall’autore, partendo dal suo primo attacco d’ansia, che ebbe a soli undici anni. Per rappresentare meglio il forte impatto che ha avuto sulla sua vita, Bevilacqua decide di rappresentare l’ansia come un demone terribilmente fastidioso: lo abbracciava fino a togliergli il respiro, lo punzecchiava per tenerlo sulle spine, suonava il suo cuore come un tamburo nel cuore della notte, causandogli la tachicardia. Da lì il rapporto con questo stato d’animo oscillava, passando dal volerlo reprimere forzatamente, tenendosi occupato tramite gli interessi più disparati, all’esserne completamente sopraffatto in modo improvviso. Ogni volta che Panda ignorava il mostro, dopo un periodo di relativa calma, lui tornava più forte, rafforzato dalla compagnia di altri due “amici”: paura e rabbia.
Immaginando il cervello come una sala di
controllo piena di monitor, i pensieri intrusivi sono degli schermi nascosti,
ma sempre accesi e collegati ad altri schermi tramite cavi che si annodano tra
loro. L’inconscio così crea abitudini per cercare di spegnere gli schermi attivati
dall’ansia, che però possono portare ad assuefazioni e dipendenze. Anche queste
ultime sono rappresentate come creature dalle sembianze mostruose: Nicotina per
la dipendenza dal fumo, Lenny Craving per la fame nervosa, Compulso per lo
shopping compulsivo e molti altri.
Come riesce Panda a individuare ed eliminare le cattive abitudini? Attraverso l’esercizio della mindfulness, un tipo di meditazione che focalizza l’attenzione sul momento presente: coltivando un atteggiamento non giudicante, è possibile studiare con curioso distacco le abitudini, per ripercorrerle all’inverso e capire quali sono i trigger, cioè quelle azioni o situazioni che ci generano sentimenti d’ansia. Da lì sarà più facile rinunciare alle cattive abitudini e sostituirle con altre più sane.
Venendo a capo tra la matassa dei fili generati
da ansie e paure, Panda incontra il mostro che lui stesso ha creato, le
emozioni ingarbugliate che ha nascosto e represso senza prendersi il tempo di
studiarle a fondo. Affrontando la creatura, entrandoci dentro, troverà qualcuno
di speciale ad attenderlo. Questo non segnerà la fine, ma solo l’inizio del
viaggio attraverso il suo, e il nostro, io interiore.
“L’ansia non è un mostro, ma una parte di noi stessi e noi stesse, una parte nascosta sotto un groviglio di emozioni, a cui serve semplicemente una direzione e un po’ di calma.”
Come scritto all’inizio, Bevilacqua non si
millanta né professionista, né santone, e lo dimostra nella seconda parte del
volume, dove grazie all’aiuto di esperti, come l’osteopata Mattia Castrignano e
il dottor Lasaponara, ricercatore in Neuroscienze all’Università di Roma, individua
una folta serie di esercizi utili a ritrovare la calma. Ce ne sono di diversi
tipi: pratiche di meditazione e visualizzazione mentale, metodi di
respirazione, l’importante è trovare la giusta combinazione per noi. Si
aggiungono anche esercizi di stretching, per quelle volte in cui la tensione si
localizza nei muscoli e ci porta ad assumere posture sbagliate.
Dopo 11 anni dalla sua creazione, Panda è attuale più che mai. Sin dalla prima pagina l’intento dell’autore è chiaro e palese: da un lato vuole introdurre e insegnare l’educazione emotiva ai più giovani, dall’altro vuole rinfrescarla ai lettori più grandicelli, che nel leggere e vedere su carta meccanismi a loro noti si sentono rincuorati dal sapere di non essere soli.
Rispetto al precedente A Panda piace l’avventura, viene ripreso l’utilizzo di figure immaginifiche e personificazioni di concetti astratti per descrivere emozioni e stati d'animo, ma si è ancorati fortemente alla realtà presente, dato che la narrazione è ambientata nel nostro mondo. Si nota un ulteriore cambio di registro dal fatto che il layout non segue né il formato quadrato/a strisce, che aveva caratterizzato gli esordi di Panda sul web, né la classica gabbia fumettistica che aveva sorretto la narrazione delle storie stampate: questo è un vero e proprio manuale, con dei capitoli per ogni step. All’interno di ogni fase il contenuto viene impaginato più come un flusso di coscienza, uno storyboard cinematografico o un webtoon, in cui le vignette si inseguono prevalentemente in verticale, intervallate da didascalie molto descrittive.
Lo stile di disegno conserva la freschezza degli esordi, però è più curato. Lo si nota specialmente nel character design delle entità, più dettagliate rispetto alle prime versioni, ma invariate nella sostanza. La line-art è più netta e marcata, più sicura. La combo di inchiostrazione a linea chiara e colorazione a tinte piatte risulta vincente nel dare forma a concetti complessi in modo semplice, ma non banale, favorendone la comprensione a un target di pubblico molto giovane.
A Panda piace… capirsi è un fumetto da tenere a portata di mano in quei periodi in cui facciamo più domande su noi stessi, su come funzioniamo. È un’opera che emoziona perché ci fa rivivere sensazioni già provate sulla nostra pelle, dandoci quella chiave di lettura per interpretarle e trarne il meglio, anche quando ci sembravano soltanto esperienze da dimenticare. Ci può dare quella spinta in più a chiedere aiuto nei momenti bui. È una bussola quando ci perdiamo e abbiamo bisogno di concentrarci, ritrovare la calma, prendere fiato e tornare finalmente a respirare.
Claudia Carrozzino