Roaming – Quando gli amici di una vita iniziano a sembrarci degli sconosciuti

Le cugine Jillian e Mariko Tamaki tornano a pubblicare in Italia con un’opera che esplora i temi dell’amicizia, della sessualità e dell’identità

Tutti noi ad un certo punto della nostra vita ci siamo ritrovati a dover mettere in discussione delle amicizie, anche quelle storiche di cui non avremmo mai pensato di poter dubitare. A volte da questo confronto il legame ne esce più forte, altre volte ne usciamo un po’ più soli.

È questa dolorosa ma inevitabile dinamica umana che le cugine Tamaki, Jillian e Mariko, autrici già di E la chiamano estate e Skim, hanno deciso di rappresentare con la loro nuova uscita, Roaming (in Italia per Bao Publishing), ed è proprio il caso di dire che sono riuscite piuttosto bene nel loro intento, infatti non solo riescono a creare nel lettore quel pizzico di malinconia che si prova quando tornano alle mente amicizie finite ma mai dimenticate, ma si sono anche già portate a casa ben tre Eisner Award 2024: Miglior sceneggiatrice, Miglior disegnatrice e Miglior graphic novel.

Roaming quindi è una storia che parla della volubilità dei rapporti umani, volubilità che non risparmia nessuno, neanche le amicizie di una vita. Ma qui non è solo l'amicizia ad essere passata al setaccio, le protagoniste infatti affrontano anche, ognuna a suo modo, i temi della sessualità e dell’identità.

È la storia di Dani e Zoe, amiche sin dal liceo ma separate dal college, che decidono di ritrovarsi a New York per passare qualche giorno da turiste e trascorrere del tempo di qualità insieme. Al duo però si aggiunge anche una compagna di corso di Dani, Fiona, che etichettiamo subito come mean girl della situazione. In questo caso infatti si dimostrerà vero il detto two's company, three's a crowd e sarà proprio Fiona l’elemento disturbante che farà venire a galla tutte le situazioni di detto e non detto che si sono accumulate durante il periodo di separazione tra Zoe e Dani. Inoltre la forte (ma ostentata) personalità di Fiona finirà per attirare Zoe, che senza accorgersene rimarrà come molte di noi vittima del flagello odierno che sono le situationship, e respingere Dani, facendola sentire inadeguata e infantile ed esacerbando così il divario tra le due storiche amiche.

È interessante notare come lo spaesamento di Dani, che tra le tre è quella che pare sentirsi maggiormente fuori posto, sembri riflettersi anche sulla sua sfera spaziale e temporale: la vediamo spesso perdersi tra le sale dei musei, chiedere indicazioni sui mezzi e nei parchi, ed è sempre più sconnessa sia da Zoe che da Fiona che, in questo frangente, rappresentano rispettivamente passato e futuro di Dani. Addirittura ad un certo punto della narrazione vediamo passato e presente fondersi: durante un dialogo tra Dani e Zoe infatti iniziamo a vedere quest’ultima con gli occhi di Dani, per come lei la ricorda dal liceo, la scena poi segue un crescendo finché non ci ritroviamo per un attimo anche noi lontani da New York, nel quartiere dove le ragazze sono cresciute, in mezzo ai loro compagni di scuola.

Per la maggior parte di noi l’esperienza delle scuole superiori è stata talmente (s)piacevole da indurci a disertare le cene di classe per molti anni a venire, perciò per i più il pensiero di tornare al liceo sarebbe un vero incubo. Per Dani invece non è così anzi, la vediamo sognare quella fase della sua vita letteralmente ad occhi aperti, perché per lei rappresenta un periodo forse più monotono, ma anche più semplice e sicuro. Si rifugia nel passato perché nel presente si ritrova spaesata, sta attraversando quel periodo di incertezze che abbiamo vissuto tutti con l’esordio della nostra vita adulta e con il quale abbiamo dovuto imparare a convivere.

In questo momento di confusione quindi, per Dani è più facile aggrapparsi alla memoria e all’affetto che hanno segnato una delle sue più importanti amicizie, quella che credeva un punto fermo della sua vita, piuttosto che mettere in discussione sé stessa, il suo rapporto con Zoe e le scelte prese.

Possiamo capire Dani, perché a tutti è capitato di aggrapparsi ad amicizie ormai finite, che non poggiavano più su affetto e complicità ma che rimanevano in piedi solamente grazie ai ricordi. Tuttavia, arriva sempre il momento in cui bisogna accettare che un’amicizia ha raggiunto il suo capolinea e, a quel punto, è necessario trovare il coraggio di affrontare la situazione, riconoscere il cambiamento e imparare a convivere con le nuove versioni di noi stessi e delle persone che siamo diventate, nel bene e nel male. Forse alla fine di questo viaggio anche Dani, Zoe e Fiona riusciranno a superare questo momento scoprendo una forma di amicizia nuova, più consapevole e matura, chissà.

Lo stile a tratti onirico e trasognato della narrazione va a braccetto con le illustrazioni che accompagnano lo svolgersi della storia: scorrendo le pagine vi ritroverete presto persi nella fluidità dei movimenti e delle interazioni dei personaggi, ciò che le tre protagoniste non esprimono a parole lo capiamo dai loro gesti o da uno sguardo e i dialoghi e le illustrazioni si sposano perfettamente.

Con una palette composta unicamente da nero, azzurro e rosa, il detto e il non detto si intrecciano per costruire una narrazione complessa e a strati, ricca di tensione emotiva e sessuale. I livelli di lettura più o meno profondi inoltre rendono la fruizione del fumetto adatta e godibile per varie fasce d’età. Jillian e Mariko Tamaki ci accompagnano in un viaggio di riscoperta di noi stessi e degli altri, sempre con eleganza e con una complessità emotiva ricca di sfumature.

In conclusione, Roaming è una lettura che potremmo consigliare senza remore davvero a tutti perché è proprio al pubblico contemporaneo che si rivolge: è un fumetto tenero, caotico e traboccante di vita, il genere di storia che i giovani e meno giovani d’oggi dovrebbero leggere per sentirsi accolti e capiti.

Wendy Costantini

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