Heartbreak Hotel - una camera per guarire i cuori spezzati

E se esistesse un posto dove curarsi, coccolarsi e guarire le ferite di un cuore spezzato? Micol Arianna Beltramini e Agnese Innocente ne hanno inventato uno: benvenutə all'Heartbreak Hotel!

Well, since my baby left me
Well, I found a new place to dwell
Well, it's down at the end of Lonely Street
At Heartbreak Hotel

(Elvis Presley -  Heartbreak Hotel)

Abbiamo tuttə, almeno una volta nella nostra vita, avuto il cuore spezzato.
Tradimenti, amori finiti male, amicizie perse... c'è un intero catalogo di eventi che possono farci sentire a pezzi, incapaci di andare avanti, come se la nostra vita fosse finita per sempre. Ma il posto adatto per chi ha il cuore infranto non è un deserto di dolore e lacrime ma un comodo hotel dotato di ogni lusso, l'Heartbreak Hotel, un non-luogo dove il tempo scorre in modo diverso e dove ogni animo può ricevere esattamente ciò che gli occorre per rimettersi in sesto. O può imparare a trovare la cura cercando dentro di sé.
Perché no, nessun cuore spezzato è spezzato per sempre, anche se quando succede non si riesce neppure a immaginare che possa esserci una fine alla propria sofferenza.

Non riesce a immaginarlo Maya, che ha perso l'amore della sua vita proprio quando stava per confessare i suoi sentimenti, quelli che si portava dentro da anni, quelli che non ha mai espresso per paura di perdere lei, la sua migliore amica, Laura.
Nella sua stanza dell'Heartbreak Hotel, al quinto piano dell'edificio, Maya rivive ogni giorno quell'ultimo giorno, quello del compleanno di Laura, quando lei era triste per colpa del suo stupido (a detta di Maya) fidanzato, quando lei ha accettato il suo bacio e poi è sparita per sempre.

Insieme a Maya e al suo assistente vocale Neko - una sorta di alexa a forma di gatto che con pazienza e dovizia di particolari spiega e racconta ogni cosa - scopriamo la struttura e i segreti dell'hotel. Ogni piano ha un ospite e ogni ospite è contraddistintə da uno dei quattro semi delle carte: cuori, quadri, fiori, picche, ognuno con il suo preciso significato, legato sia alla natura del suo ospite, sia a quella dell'evento traumatico che lə ha catapultatə all'Heartbreak Hotel.

Il soggiorno nell'hotel, però, per quanto possa essere piacevole e consolatorio, non può durare per sempre perché ogni dolore, per quanto grande, deve essere affrontato.
Quando Maya riceve le istruzioni per il check-out e Neko si spegne, inizia il viaggio tra corridoi e piani diversi, alla scoperta dellə altrə ospiti: oltre a Maya, infatti, all'interno dell'hotel si trovano il ragazzo degli inganni, la ragazza che non vuole crescere e il ragazzo che non vuole più niente.

Di piano in piano, guidata da un adorabile coniglietto bianco che ricorda tanto il Bianconiglio di Alice - e che viene presto ribattezzato Gianconiglio - Maya incontra prima Martino, un ragazzo che ha fatto del sarcasmo la sua arma di difesa e che ha subito la profonda umiliazione di essere stato rifiutato in malo modo dalla sua crush, che non ha perso occasione per insultarlo e dargli del bambinetto; poi Fiona, una ragazza forse troppo infantile e ingenua che non ha saputo capire le persone più importanti della sua vita e che per questo è stata tradita da entrambe e, infine, il quarto misterioso ospite, forse il più inconsolabile, la cui storia è strettamente intrecciata con quella di Maya...

Micol Arianna Beltramini e Agnese Innocente firmano una storia che parla direttamente al cuore, indirizzata soprattutto a un pubblico di adolescenti che si ritrova per la prima volta a dover gestire il dolore del rifiuto, della perdita o del tradimento.
L'Heartbrek Hotel è la metafora perfetta dell'elaborazione del lutto - anche quello non inteso in senso letterario: la necessità di consolarsi, chiudendosi nella propria comfort zone, circondandosi di tutto quello che ci serve per sentirci meglio e recuperare le energie e poi il percorso in cui il dolore va guardato in faccia e affrontato, fino a che non smette di far male, fino al momento in cui non riusciamo di nuovo a camminare nel mondo e riprendere le nostre vite. Essenziale diventa, dunque, il confronto con lə altrə: ognunə dellə ospiti ha una storia personale diversa, un carattere diverso, una ferita diversa.


Venendo a conoscenza delle loro storie e mettendosi nei loro panni, Maya impara come il dolore può essere differente, come può declinarsi in molteplici forme e derivare da esperienze tra le più varie ma rimanere sempre e comunque valido, senza che ci sia una qualche gerarchia della sofferenza in cui collocare le vite, le emozioni e i bisogni di chi si ritrova a cercare conforto.

Le tavole di Innocente alternano pagine a colori - quelle delle storie precedenti all'arrivo all'hotel, dette anche i "filmini" - e altre monocrome, che segnalano che la scena si sta svolgendo all'interno dell'Heartbreak Hotel. Il suo tratto è semplice, pulito e dà il meglio di sé soprattutto nella rappresentazione delle mascotte che accompagnano lə ragazzə durante il loro soggiorno. Nonostante i temi trattati siano spesso cupi e dolorosi, la scelta di usare tinte tenui e luminose funziona molto bene e non toglie drammaticità alla storia, sottolineando invece il messaggio che le due autrici vogliono lasciare: per quanto triste, dolorosa e irrimediabile sia una perdita, il mondo non finisce. Le ferite si cicatrizzano, restano visibili ma smettono di sanguinare e la vita va avanti, con il suo carico imprevedibile di sorprese, belle o brutte che siano. Quello che conta è sapere come affrontarla e imparare a ritagliarsi il proprio posticino, il proprio non-luogo di cura quando serve.
E poi ricominciare a vivere.


Claudia (aka clacca)

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