I cacciatori di draghi e altri racconti: il futuro immaginato da Tatsumi Aogu

Tatsumi Aogu mescola elementi caratteristici dell'immaginario distopico-pop giapponese e ci racconta un futuro feroce e ricco di speranza

Io non avevo paura dei draghi.
Ma della mia incapacità di agire.
I cacciatori di draghi e altri racconti di Tatsumi Aogu è una raccolta di tre storie ambientate in un futuro non meglio identificato in cui coesistono creature fantastiche, quasi mitologiche, e una tecnologia sviluppatissima, soprattutto in ambito bellico, con cui l'umanità cerca di combatterle.


Che siano i draghi del primo racconto, le creature marine del secondo o le vespe del terzo, i mostri che abitano queste pagine prendono ispirazione dai kaiju, le strane, gigantesche bestie di cui Godzilla è capostipite nonché l'esemplare più famoso.
Aogu ci fa arrivare direttamente in un mondo per noi nuovo, in un futuro lontano, lasciando spazio alla nostra immaginazione per riempire il vuoto nella storia che ha portato l'umanità a combattere queste creature per garantirsi la sopravvivenza.
I mostri hanno un ruolo centrale: la tecnologia è progredita soprattutto grazie alla necessità di sconfiggerli, potenziando armature, armi e macchinari di ogni sorta, la bioingegneria ha trovato il modo di sfruttare parti dei corpi di queste creature per fornire sostentamento alle civiltà umane, le stesse città sono organizzate - urbanisticamente e socialmente - per fronteggiare le diverse minacce che specie diverse rappresentano.

In tutti e tre i casi - forse meno nel racconto centrale, Mari tempestosi, dedicato a mostri marini chiamati gagazeo - le storie sono focalizzate soprattutto sui momenti d'azione, sulle battaglie in cui i protagonisti (maschili in tutti e tre i casi) si mettono alla prova e superano le loro paure e i loro limiti. Il gioco di squadra conta poco, la nostra attenzione è canalizzata sulla figura centrale di ogni racconto, seguendo il modello dell'eroe che, sebbene aiutato da altri personaggi, combatte con coraggio e porta sulle sue spalle la speranza di tutta l'umanità.


Le tavole a volte si fanno confuse e la narrazione fin troppo frenetica, ma la resa visiva tanto degli elementi tecnologico-meccanici quanto di quelli biologico-mostruosi è sempre notevole.

Aogu disegna con passione robottoni umanoidi e kaiju verso i quali, come dice nell'intervista pubblicata in appendice ai racconti, prova "un misto di riverenza e ammirazione" per via della loro grandezza e della potenza che comunicano ed esprimono, lo stesso tipo di emozione che cerca - e riesce - a trasmettere al lettore. Meno riuscitə sono, invece, lə personaggə umanə: nei disegni dei volti si sentono pesantemente le influenze esterne e lo stile non è ancora ben definito, con differenze notevoli tra i volti femminili e quelli maschili.


Tatsumi Aogu è ancora un autore emergente che ha all'attivo solo storie brevi ma che, col tempo, potrebbe sviluppare il suo talento di narratore e soprattutto di disegnatore, contribuendo a riportare in auge i racconti di mecha e kaiju che hanno fatto la storia del manga e degli anime.

Claudia (aka Clacca)

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