Takahashi del negozio di biciclette vol. 1 - Il josei che desideravamo leggere

Arriva in Italia per J-Pop il manga di Arare Matsumushi che mescola commedia romantica e critica sociale
Io non sono molto brava a esprimere i miei sentimenti. Ho paura di far arrabbiare le persone.
Da anni, soprattutto sui social (ma non solo), si sprecano le sentenze motivazionali che insistono sulla necessità di saper bastare a sé stessə, di saper riconoscere quando è il momento di dire "no" e di trovare la forza per farlo, di non aver bisogno di nessunə per vivere al meglio e essere felici.
Discorsi che ci convincono che "se vuoi, puoi", che o diventiamo qualcosa come una sorta di terminator che non deve chiedere mai, oppure siamo dellə deboli, siamo sbagliatə e, se subiamo degli abusi, è in fondo un po' colpa nostra e della nostra remissività.
Per fortuna, negli ultimissimi tempi, questa narrazione ha iniziato a mostrare il suo lato più tossico e si comincia a riconoscere che tutto questo non è affatto vero, o almeno non lo è per tuttə. Si comincia, finalmente, a rivendicare la propria fragilità, il bisogno di un aiuto, di avere qualcunə accanto che ci aiuti a superare le sfide di ogni giorno. Iniziamo a riconoscere che la nostra sensibilità, la nostra capacità di lasciarci ferire non sono "debolezze", sono, semplicemente, ciò che ci rende umanə. Stiamo imparando che non siamo isole sperdute in un oceano ma nodi di una rete, una rete che coinvolge tantissime altre persone e realtà che sono parte di noi e della nostra quotidianità, persone che scegliamo come sostegno o che incontriamo per caso, nei modi più impensabili... proprio come succede alla protagonista di Takahashi del negozio di biciclette.


Tomoko Hanno - detta Panko, per via della sua abitudine di fare colazione con una fetta di pane mentre corre in bici al lavoro ogni mattina, perennemente in ritardo - è quella che unə life coach definirebbe una persona "debole": in ufficio, Tomoko si ritrova a subire una molestia dopo l'altra dal suo capo e non trova il coraggio di dire di no agli inviti pressanti di un collega che non le piace troppo o di chi le affibbia lavoro extra approfittando della sua gentilezza.
La sua quotidianità è frustrante ma Tomoko non sa mai come reagire, non sa svicolare dalle situazioni che la fanno stare male né riesce mai a esprimere i suoi desideri e le sue opinioni. E per di più, adesso, sembrerebbe che abbia attirato le attenzioni di un teppista col ciuffo ossigenato, l'ennesimo uomo che la spaventa e che non riesce ad allontanare. Oppure... non sarà che, in fondo in fondo, questo ragazzo con l'aria da teppista, un po' troppo audace e chiacchierone, non le dispiace poi così tanto?

Tomoko forse è debole ma di sicuro assomiglia a tantə di noi. È cresciuta sentendosi fuori posto anche dove avrebbe dovuto considerarsi al sicuro, si consola spesso con i suoi cibi preferiti, non ha un fidanzato e non capisce perché la gente pensa che a un certo punto della vita bisogna smettere di guardare i cartoni animati. Tomoko sembra debole ma è una ragazza ingenua e ferita dalla vita che non ha mai imparato ad adattarsi ai luoghi comuni - non sta bene che una ragazza mangi tanto! - né alle indicazioni di quellə che si arrogano il diritto di insegnarti come stare al mondo. È facile ferire una persona come lei ma è anche facile capirla e Ryohei Takahashi, il ragazzo con il ciuffo ossigenato e l'aria poco raccomandabile che ripara biciclette nel negozio davanti cui Tomoko passa ogni giorno, sembra riuscirci.


Takahashi è una persona diretta, schietta e anticonformista, tutto il contrario di Tomoko che, inizialmente, si sente in parte spaventata dai suoi approcci un po' bruschi. Eppure, poco alla volta, trascorrendo tempo insieme tra una cena in un ristorante alla buona, un incontro casuale al cinema e qualche chiacchiera per strada, Tomoko e Takahashi iniziano a entrare in sintonia. Come due sistemi che trovandosi a contatto iniziano a creare un equilibrio, l'influenza che uno esercita sull'altra e viceversa sembra portare benefici a entrambə: Tomoko pare finalmente meno insicura e un po' più capace di farsi valere nelle occasioni più disagevoli mentre Takahashi inizia ad ammorbidire un po' le spigolosità del suo carattere (anche se solo quando è con Tomoko).

Se l'intento di Arare Matsumushi era solo quello di disegnare un mega figo in tuta da lavoro che ripara biciclette [cit.] il risultato finale è una commedia romantica inaspettata che si stacca nettamente dal panorama dei manga a tinte rosa a cui siamo abituatə, sia perché lə protagonistə sono più grandi (Tomoko ha trent'anni e Takahashi ventisei, praticamente l'età del target di riferimento dei josei), sia per il modo in cui l'autrice - attraverso i suoi personaggi - critica il sistema conformista, assuefatto all'etichetta, rigido e poco sincero in cui molto spesso lə giovanə adultə giapponesə (e non solo) si ritrovano a vivere, anche a scapito della loro salute mentale e della qualità generale della loro vita.


Takahashi del negozio di biciclette è un josei come desideravamo - e meritavamo! - da tanto leggerne: dolce e divertente e, allo stesso tempo, capace di raccontare il senso di ingabbiamento sociale sperimentato da un'ampia fascia di popolazione, da quelle persone che non riescono a rinunciare al loro sé più profondo per adattarsi a uno schema prestabilito di norme e comportamenti accettati.

Un primo volume che è una bella sorpresa, da leggere nonostante i disegni un po' spigolosi e naïf che, pur non spiccando per eleganza e precisione formale, sono spontanei e comunicativi... proprio come Takahashi!

Claudia Maltese (aka Clacca)

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