Retrocomics - Alfredo Castelli

Il ricordo di un grande autore in tre punti (+1)

Chiariamo subito due cose. La prima è che è morto uno degli autori più importanti del fumetto italiano.

La seconda è che qui non troverete una mera bio oppure una lista con le storie migliori di Martin Mystère. Solo tre punti per incominciare a conoscere alcuni aspetti di Alfredo Castelli.

1) Lo sceneggiatore

Magari vi sembrerà poco elegante scriverlo ora, ma Castelli è sempre stato poco considerato nell'immaginario collettivo. Se chiedete a un lettore bonelliano di una certa età di elencare i migliori sceneggiatori, vi risponderà probabilmente:

Sergio Bonelli

Tiziano Sclavi

Gianluigi Bonelli

Se lo chiedete a un lettore bonelliano più giovane probabilmente farà gli stessi nomi, magari sostituendo Gianluigi Bonelli con Mauro Boselli.

E Castelli? Parliamo di un autore che solo in Bonelli è stata una colonna portante di Mister No oltre a Zagor, Ken Parker e Un uomo un'avventura ma la sua creazione più famosa è di certo Martin Mystère.

Il profilo di Mystère è quello di un esimio professore laureato in antropologia, che vive a New York ai tempi nostri, fidanzato e avvezzo alla tecnologia, profilo che si discosta totalmente dalla tipologia classica di protagonisti fino ad allora creati dalla casa editrice di via Buonarroti - uomini d’azione solitamente immersi in contesti meno urbani e con una vita sentimentale quasi nulla. Questo cambiamento vedrà poi Dylan Dog come massimo esponente.

Tutto interessante - me lo dico da solo - ma le storie com'erano?

Belle, alcune bellissime, grazie anche al graduale ridimensionamento dell'aspetto avventuroso in favore di una prospettiva più innovativa, ovvero la componente di erudizione fantastica. 

2) L'uomo di fumetto

Alfredo Castelli ha creato fanzine, diretto e lavorato su riviste come Eureka, allora guidata insieme a Silver, dove venne pubblicata una storia del manga Black Jack portando dunque per la prima volta in Italia le opere di Osamu Tezuka (Fun fact: negli anni Castelli scherzò sempre sul fatto di "aver collaborato col nemico" introducendo i manga nel mercato editoriale italiano).

Fu una colonna portante del Corriere dei Ragazzi quando era una rivista importantissima nel panorama italiano; proprio su quelle pagine creò, insieme a Ferdinando Tacconi, Gli Aristocratici, serie che merita enormemente.

Impossibile non citare anche Come si diventa autore di fumetti, scritto con Gianni Bono e Silver, che dopo ancora quarant'anni rimane un testo pregnante e che tutti gli sceneggiatori dovrebbero leggere.

3) L'uomo di cultura

Tutti coloro che l'hanno conosciuto potranno confermarvi la sua sterminata conoscenza su praticamente tutto lo scibile umano.

Prendo in prestito le parole di Fabio Celoni, che sintetizzano perfettamente quello che ho appena scritto:

"Eccolo, con il sorriso pacioso, gli occhi arguti, da bambino curioso. La differenza d’età non si sentì mai, in quel pranzo. Né di cultura. Perché Alfredo ce l’aveva vastissima, ma come tutti i veri grandi, non ne faceva mai motivo di separazione. Piuttosto, la usava come fertilizzante, per conoscere e stimolarne altra." 

PUNTO BONUS

4) L'uomo

Chi scrive ha avuto il piacere di parlare con Alfredo Castelli. Dico questo per confermare anch’io l'altro punto su cui tutti sono concordi: era un uomo buono, gentile e sempre disponibile a scambiare due (cento) parole con tutti; certo, il filo del discorso spesso si perdeva, però era un bel perdersi.

Spesso si dice "amate l'opera e non l'autore", ma con lui era impossibile.

E niente, lui non c'è più e noi siamo tutti più soli e tristi.

Luca Frigerio



N.B. L'immagine di copertina di questo post è ripresa da un'illustrazione di Lucio Filippucci per Fumo di China per i 50 anni di carriera di Alfredo Castelli, con tutti (o quasi) i suoi personaggi, poi utilizzata anche per lo Speciale Martin Mystère 40 con una lunga intervista a Castelli.

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