Prima dell'oblio - Storie dalla fine del mondo
L'esordio di Lisa Blumen racconta un'apocalisse gentile e piena di speranza
Millenni di opere d'arte plastica, ricerche filosofiche, innovazioni poetiche, miliardi di tentativi per trovare un senso all'esistenza... e tutto per finire distrutti miseramente, in pochi minuti.«Che spreco!»
Ogni volta che proviamo a immaginare la fine del mondo iniziamo a fantasticare di catastrofi di proporzioni incommensurabili dopo le quali i paesaggi che conosciamo lasciano spazio a scenari apocalittici in cui si muove un'umanità incattivita, crudele come lə cannibalə di McCarthy e agghindata come le band criminali di Ken il guerriero.
Fino a qualche decennio fa, le storie che raccontavano la fine del nostro pianeta trovavano sempre un colpevole esterno alla tragedia: asteroidi in rotta di collisione, invasioni aliene, malattie misteriose, zombificazione di massa eccetera. Negli ultimi tempi, invece, la popolarizzazione di temi come il cambiamento climatico, i disastri ambientali, e i vari ecocidi che - come specie umana - compiamo qua e là in giro per la Terra e le conseguenze come lo spillover e la diffusione di virus e altri agenti patogeni, hanno influito anche sulla nostra immaginazione, almeno per quello che riguarda le cause della fine, lasciando più o meno inalterata la rappresentazione dell'umanità sull'orlo del baratro, modellata sul concetto di homo homini lupus.
E se invece, con buona pace di Thomas Hobbes - e di Plauto prima di lui - l'umanità, messa davanti all'inevitabile, fosse in grado di mostrare il suo lato migliore? Se, invece di provare a prendere il meglio che il mondo può offrire, la gente provasse a dare il meglio di sé al mondo?
Prima dell'oblio di Lisa Blumen racconta gli ultimi anni del pianeta Terra attraverso brevi scorci dell'umanità che lo popola. Fallita la missione Ultima Possibilità, lo scontro con la luna, entrata nel nostro campo gravitazionale e diretta verso il nostro pianeta, è ormai inevitabile. Se anche dovessimo salvarci dall'impatto, le zone non colpite si ritroverebbero sepolte da una spessa cappa di polvere capace di oscurare il sole per vent'anni, facendo crollare le temperature e rendendo, di fatto, invivibile il nostro mondo. Mentre si attende lo schianto, Blumen si sofferma su alcune storie di una qualche cittadina del futuro remoto che sarà anche l'ultimo presente in cui vivere.
Il paesaggio futuristico di Blumen è sbiadito e ricco di forme geometriche e minimali. Le palette delle sue tavole sembrano avvolte dalla nebbia, i colori hanno perso saturazione e sembrano quasi scomparire sotto una luce diffusa e riflessa dalle tante superfici lisce e vuote. Le persone vestono tute e completi privi di decori, il massimo della funzionalità e tutti i volti sono nascosti da giganteschi occhiali tondi, unico strumento per riuscire a decifrare la realtà che le circonda. Il tratto di Lisa Blumen è semplicissimo e funzionale, i disegni sono tracciati velocemente ma con precisione, le tinte sono piatte e solo nei rari scorci di vegetazione la matita indugia a tracciare qualche segno in più rendendo, per contrasto, ancora più minimali gli spazi urbani e domestici.
Tra l'umanità che abita questi spazi c'è una donna di mezza età che gestisce un piccolo negozio di alimentari che, nonostante i furti, gli scaffali praticamente vuoti e l'assenza di clienti, continua a tenere aperta la sua attività come ha sempre fatto, anche a costo di abbandonare la famiglia che prova, forse inutilmente, a evacuare la zona in cerca di salvezza. Ci sono dellə ragazzə che ballano e si amano, persə in una gigantesca festa (per la fine) dell'umanità. Qui una coppia si incontra per la prima volta e, per la prima volta, un ragazzo e una ragazza scoprono il colore dei loro occhi, nascosti perennemente sotto gli enormi occhiali. C'è una donna sola che si aggira dentro un museo, sopraffatta dal compito di scegliere un minuscolo campione da salvare, una sorta di capsula in cui incastrare il meglio del genio artistico umano. E nello stesso museo c'è una donna con un pancione enorme, a poche settimane - o forse pochi giorni - dal parto, che scopre la bellezza dell'arte e ricambia insegnando la gioia delle piccole cose belle della vita quotidiana.
Ci sono bambinə perdutə nel bosco, come fosse una favola, che inventano un nuovo modo di essere famiglia e farsi coraggio a vicenda e c'è un vecchio solo che rimpiange la vita che lə più giovanə non faranno in tempo a conoscere. Ci sono amori che avrebbero potuto nascere e vite che, finalmente, vengono vissute pienamente e c'è il coraggio di ripensare quello a cui si è sempre creduto e quello di ammettere che c'è ancora tempo per migliorare.
Add, nonostante non nasca come casa editrice specializzata nella pubblicazione di fumetti, si sta dimostrando molto attenta all'attuale panorama della nona arte, capace di spaziare tra pubblicazioni occidentali e orientali di altissimo livello (vi ricordiamo uno degli ultimi titoli usciti, Una breve elegia, di cui vi abbiamo parlato poco tempo fa qui).
Prima dell'oblio poteva essere una storia di disperazione e di terrore e, invece, diventa un incantevole inno alla gentilezza, alla condivisione, alla bontà e, infine, all'essere umano stesso. Perché sì, se da un lato ci sono lə cannibalə e le band di cattivoni punk, dall'altro c'è anche chi, davanti all'inevitabile, sceglie di essere la versione migliore di sé stessə.
Claudia Maltese (aka Clacca)