Alterlinus 1, il ritorno della storica rivista antologica

Torna in libreria “l’altro” linus, con le firme del fumetto europeo, americano, cinese e inglese e la direzione di Igort


"Alterlinus fu una testata di fumetto creata negli anni Settanta da Oreste del Buono e dalla sua redazione. In pochi anni contribuì al rinnovamento del linguaggio dei comics presentando ai lettori le creazioni di un manipolo di visionari uniti da una sete di ricerca e sperimentazione […] Veri e propri fabbricanti di universi nei quali il lettore voleva perdersi, fedele al motto che è il viaggio stesso che conta, più che la destinazione."

(Dall’editoriale di Igort)

Il viaggio di Alterlinus si era interrotto circa trentacinque anni fa dopo anni di pubblicazioni straordinarie, di nomi che hanno fatto la storia del fumetto italiano e internazionale: Andrea Pazienza, Guido Crepax, Hugo Pratt e Moebius, per citarne qualcuno. Igort, già direttore di linus, riprende oggi il progetto originale dando spazio ad artisti e artiste (sicuramente la presenza femminile è più forte e importante adesso di quanto non lo sia stato in passato) contemporaneә, riportando in libreria una rivista di fumetto in cui “avventura” e “viaggio” diventano parole dal significato nuovo e ampio.

L’idea è quella di una rivista-contenitore che ogni tre mesi porti storie di grandi firme nelle librerie italiane, un’antologia di fumetti capace di dare spazio a forme narrative, stili di disegno e tematiche diverse tra loro. Alterlinus rinasce dalle sue ceneri e torna con un primo volume che mira a un target adulto di appassionatә della nona arte già a partire dalla foliazione abbondante, dall’assenza di articoli – a eccezione di un racconto in prosa sono presenti solo storie a fumetti, tutte a colori – e dal prezzo (22€) non proprio popolare ma giustificato dalla cura editoriale del volume e dalla qualità della stampa e dei materiali utilizzati.

Le storie presenti nel volume sono quasi tutte autoconclusive, intervallate da illustrazioni e introdotte dall’appassionato editoriale di Igort che racconta la storia della rivista originale, riprendendo il filo del discorso nell’unico articolo presente in questo primo numero, in cui si ripercorre più nel dettaglio la storia di Alterlinus.

La qualità delle storie è altalenante, come succede in ogni antologia, ma gli stili e i temi sono così vari che è impossibile che lә lettorә non trovi qualcosa che vada incontro al suo gusto.

La prima storia è Blood of the Virgin di Sammy Harkam (America, 2023), che inizia come un western vecchio stile e si trasforma velocemente nel racconto del rapporto ambiguo tra due registi e produttori cinematografici, lungo tutta una vita. Il tratto è lineare e pulito, con disegni che riprendono un po’ la linea chiara francese, e i dialoghi ridotti all’essenziale, senza didascalie o altre indicazioni, cosa che a volte può creare qualche confusione ma che funziona nel dare un punto di vista neutrale sulla vicenda.

UK in a bad way di James Harvey (Inghilterra, 2023) ci racconta l’incontro tra Jin, una studentessa d’arte di origini asiatiche dalla pettinatura punk, e Edward, un senzatetto di Londra,con i loro dialoghi dissacranti sull’arte e sulla vita. I disegni ricordano lo stile euro-manga, in un bianco e nero pulito che si accende solo dei tre colori primari che delineano il volto della città. La storia di Jin e Edward non è ancora finita e sarà un piacere ritrovarli nelle prossime uscite.

Il figlio di Pan è la terza storia, firmata da Fabrizio Dori (Italia, 2023), che riprende i personaggi dei suoi lavori già pubblicati per Oblomov, Il Dio vagabondo e l’omonimo Il figlio di Pan. Anche qui, l’immortale satiro Estis vaga per il mondo, in compagnia di un bimbetto divino, cacciandosi in guai degni della loro natura ultraterrena. I disegni di Dori sono sempre incredibilmente eleganti e raffinati e queste poche pagine sono una grande gioia anche per chi non conosce le sue opere precedenti.

Grazia La Padula e Céline Tran firmano Diario di una cagna (Italia, 2022), la storia di una donna alla riscoperta della propria sessualità, soffocata da mille tabù. Lo stile di La Padula è inconfondibile, il suo tratto morbido e i colori delicati ad acquerello si sposano perfettamente con le atmosfere vaporose della sauna in cui si svolge parte della storia.

I toni cambiano decisamente con Il portiere della giungla di Giorgio Carpintieri (Italia, 2023) che racconta le tragicomiche avventure di una coppia alle prese con il loro nuovo appartamento e soprattutto con il perfido, cinico portiere del palazzo. Carpintieri gioca con i riferimenti grafici, dalle foreste di Henri Rousseau ai fumetti anni ‘60/’70.

Strip Poker è invece l’unico racconto in prosa, scritto da Joyce Carol Oates, una delle più produttive e poliedriche scrittrici e intellettuali americane. Nella storia di Aisleen e delle vacanze estive dei suoi quattordici anni tornano tutti i temi a lei cari: la critica alla famiglia borghese e ai suoi non detti, la violenza, la difficile condizione femminile in una società in cui il desiderio di sopraffazione spinge i personaggi maschili a una deriva morale a cui non possono fare altro che arrendersi. È un racconto magistrale nella sua semplicità, che trascina lә lettorә nel terrore che Aisleen, troppo giovane per riconoscerlo, non riesce a vedere. Le illustrazioni di Manfredi Ciminale, che accompagnano le parole di Oates, sono dei piccoli capolavori.

Tocca poi a Igort con Un certo dottor Wong (Italia, 2023), che ci porta in una Cina di fine anni ’30 in cui la malavita allunga i suoi tentacoli ovunque, mentre l’odio per i colonizzatori europei riempie gli animi. Le tinte seppia delle sue tavole, i temi della storia e la regia stessa del fumetto rimandano un po’ ai film wuxia e hard-boiled degli anni ‘80/’90.

Quella tratta da 20km/h di Woshibai (Cina, 2023) è, per chi scrive, la storia migliore di questo volume. Anzi, la raccolta di storie: si tratta di otto storie brevissime – lunghe appena una pagina – in bianco e nero. Il tratto minimalista e l’assenza di dialoghi esasperano le atmosfere surreali e oniriche permettendo quel gioco che incastra arte visiva e narrazione che solo un mezzo come il fumetto può rendere possibile.

Altro nome famosissimo è quello di Daniel Clowes con la sua Pretty Penny (America, 2023), la storia feroce di una donna alla deriva, tra rapporti disfunzionali e necessità di evasione dalla società borghese e asfissiante. La storia di Penny non è, però, affatto rose e fiori e a pagare le conseguenze della sua instabilità emotiva e relazionale, oltre che è economica, sarà sua figlia. Il racconto è tratto dal più recente lavoro dell’autore statunitense, Monica – che prende il titolo dal nome della bambina di Penny.

Serendipity di Leila Marzocchi (Italia, 2023) è un po’ una parodia di certi film hard-boiled in cui l’eroe – l’uomo vero che non deve chiedere mai, che picchia le donne ma ne è amato, la canaglia dal cuore d’oro – è, letteralmente, una mummia, alle prese con il salvataggio di un cane invischiato in loschi traffici. Lo stile pittorico, così come il linguaggio volutamente esasperato e caricaturale, sottolineano il tono comico della storia, in una riuscitissima critica a un certo modello di mascolinità tossica.

Allerta di Miguel Vila (Italia, 2023) è una breve storia in cui la sperimentazione grafica nel taglio delle tavole, i colori vividi e le linee pulite, quasi geometriche, raccontano del tragicomico compleanno della protagonista, interrotto da quello che sembra essere un pericoloso avvertimento. Ma non è solo la festa ad andare male: l’allarme scatena il caos nella piccola, intricata rete di rapporti tra i personaggi.

Chiude il volume La sola cura di Giuseppe Palumbo (Italia, 2023), anche questa destinata a continuare nei prossimi numeri. La storia segue le vicende e i ricordi di Don Ludovico, un dottore italiano di metà ‘900, saggio uomo di mondo la cui presenza è richiesta non solo per le sue capacità di medico ma anche per la saggezza accumulata negli anni. La sua storia si intreccia con quella di Fior d’Amore, amante, narratrice e concubina di una storia che altalena tra avventura e nostalgia di casa, tra il gusto della scoperta e l’orrore del colonialismo eurocentrico.

In definitiva, questo primo volume di Alterlinus è un esperimento riuscitissimo, una rivista-contenitore (quasi) tutto fumetto che riesce a declinare bene il concetto di “avventura”. Aspettiamo curiosi i prossimi volumi, sperando anche che venga rispettata la promessa di aumentare la presenza di autrici donne, così da avere una prospettiva meno maschile e più plurale sulle tematiche trattate e sul fumetto, inteso come mezzo narrativo e forma d’arte in generale.

Claudia (aka Clacca)

Post più popolari