Letture seriali: Slumber

La discesa nell'incubo secondo Tyler Burton Smith, Vanessa Cardinali e Simon Robins

Sweet Dreams Are Made of This...

Mentre gli incubi di cosa sono fatti? Come funzionano? Magari potreste provare a chiederlo a Stetson, la protagonista di Slumber, la nuova proposta di Image Comics firmata da Tyler Burton Smith e Vanessa Cardinali (per i colori di Simon Robins) e pubblicata dal team di Saldapress.

La verità è che però a lei importa poco della teoria, e preferisce passare alla pratica, che fa rima con "fucile a pallettoni". Stetson infatti è quella che viene chiamata "Divorasogni": il suo lavoro consiste nel disinfestare i sogni, "far sparire i vostri incubi", per citare il biglietto da visita che i Detective Finch e Aadya ritrovano sulla scena di un brutale omicidio.

È già il settimo crimine con lo stesso modus operandi. Il sospettato in custodia dice di essere innocente e che stava dormendo al momento del fatto, proprio come gli altri che lo hanno preceduto. Sonnambuli che non hanno coscienza del delitto commesso, sempre se diamo per assodato che siano effettivamente stati loro ad uccidere.

Quale altra spiegazione potrebbe esserci? Una setta, forse? Quegli strani ed arcani simboli sul muro sembrerebbero puntare verso questa pista, ma gli indizi sono pochi, e la polizia brancola nel buio. E forse è proprio lì che sta la risposta.

Quello stesso buio in cui piombiamo quando chiudiamo gli occhi, quando ci abbandoniamo dalla veglia al sonno e dopo ancora, al sogno.

Secondo Freud, i sogni sono proiezioni del nostro inconscio, da interpretare per carpirne il messaggio nascosto, e di sicuro la nostra Cacciatrice di Incubi cerca di comprendere cosa vi attanaglia, quando vi fa sedere nello studio della sua "Agenzia".

Raccontatele il vostro problema, e se davvero volete liberarvi da questa morsa che non vi fa più godere della permanenza tra le braccia di Morfeo, allora basta che vi accomodiate sul lettino. Il buon Ed vi collegherà all'Onirico, e giusto il tempo di addormentarvi, perché Stetson e il suo "assistente" Jiang (virgolettato perché di normale non ha assolutamente nulla, incluso il fatto che è un demone) vi possano così entrare in testa.

Non parlo di ipnosi o di altre tecniche empiriche, intendo letteralmente. Attraverso una "Porta Rossa", infatti, i due entrano nel vostro sogno, ne prendono parte attiva, e una volta identificato l'incubo, lo eliminano.

Esatto, con una scarica di fucile.

Ci sono delle regole ben precise, e che andrebbero rispettate. Stetson proverà a spiegarle, a modo suo (onestamente, anche a me la teoria dei limoni non quadra, ma non discuto), ma quello che dovete sapere è che, una volta eliminato, "l'incubo" e il suo ricordo spariranno definitivamente, non ne avrete più memoria e tornerete a dormire sonni tranquilli.

Ma quella che non dorme sonni tranquilli è proprio Stetson, perché anche lei ha un suo personale fardello, che fa rima con ossessione: Valkira, l'Attraversaombre. Tra le due c'è un conto in sospeso, una vendetta che deve essere portata a termine, una caccia spietata che lungo questo volume arriverà ad una drammatica ed inattesa risoluzione...

Fin qui, la sinossi, ma come incasellare Slumber, sotto quale voce inserire questo surreale viaggio, tra procedurale e orrore, tra mistero e follia, il tutto con una venatura di commedia, tra ironia e cinismo?

Ma poi, abbiamo davvero bisogno di dare a tutto una definizione?

Perché quella ideata da Tyler Burton Smith è una storia sfuggente, proprio come un sogno, dove non importano i dettagli (fate caso alla voce "nomi dei personaggi": la protagonista ad esempio è sempre solo Stetson, anche nei flashback, anche in situazioni più confidenziali), quanto piuttosto l'atmosfera e lasciarsi andare ad essa.

Ci viene detto l'essenziale, ci vengono concesse delle veloci coordinate, perfette per sospendere l'incredulità ed entrare anche noi, a gamba tesa, dentro la storia.

Nessuno spiegone altisonante su come funziona l'Onirico: se avete domande di questo tipo, tenetevele per voi, perché non c'è tempo, perché Valkira potrebbe sfuggire ancora una volta, e quello che vi serve sapere, solo quello che davvero vi serve sapere, vi posso garantire che vi verrà raccontato, mostrato e poi starà a voi collegare i puntini, magari mettendoci del vostro; un po' come accade appunto nei sogni, finestre su un immaginario che altro non è che una rielaborazione del nostro cervello delle nostre fantasie, dei nostri desideri, paure, ossessioni e segreti, uno scorcio di un mondo parallelo solo nostro.

E l'escamotage, geniale quanto semplice, di Slumber è proprio poterli visitare, avere accesso a questi universi paralleli, dove "Strambo" è la parola d'ordine, un Multiverso che esplode sulla pagina, e che in qualche modo è interconnesso, visto che, come intuirete durante la lettura, ha personaggi propri, figure che la nostra Stetson conosce bene, e con le quali ha instaurato un rapporto (spesso, non solo platonico).

Un caos organizzato, potremmo dire, e molto del divertimento di questo delizioso fumetto (per quanto "delizioso" possa essere vedere la testa di un demone pedofilo da luna park saltare per aria) sta proprio nel vedere le varie iterazioni, i vari modi in cui tutta questa follia sembra avere un metodo, persino quando l'incubo tracima nel mondo reale.

Le influenze, non sarebbe neanche il caso di dirlo, sono molteplici, alcune sottili, altre sin troppo riconoscibili: dalla succitata "Porta Rossa" che a qualcuno potrebbe richiamare Insidious (e del resto, in un certo qual modo, anche in quel caso parliamo di viaggi nel sonno ed esperienze in un parallelo "altrove" che sa di oscuro onirico), ad un David Bowie versione Re dei Goblin, perché nel "Labirinto" dei sogni "tutto è possibile".

La smetto subito, con le citazioni e le virgolette, per andare invece ad elogiare chi tutto questo lo ha trasportato sulla carta, di fatto il vero asso nella manica di Slumber. Ovvero la matita di Vanessa Cardinali: la disegnatrice italiana realizza un lavoro artistico degno di massima attenzione, e il paradosso (apparente) è che invece il suo tratto fa dell'essenziale la propria cifra stilistica. Le anatomie, le espressioni sono puro fumetto indipendente, fatto di linee e cinetismi, cartoon e ruvidezza, dove il suggerito si fa dettaglio durante la lettura, anche qui mettendo in luce solo ciò che davvero conta, senza mai apparire un disegno tirato via, anzi.

Ciò che la Cardinali, dal punto di vista grafico, regala alla brillante sceneggiatura è saper creare Fumetto anche senza bisogno delle parole: se i baloon di Slumber fossero muti, la storia sarebbe comprensibile per larga parte senza assoluto problema.

Provateci, una volta ultimata la lettura del volume, ripercorrete le pagine, facendo come se le nuvolette non ci fossero: il racconto sarebbe ugualmente scorrevole, grazie ad una grande padronanza della tavola da parte dell'artista.

Capace anche di creare la giusta atmosfera per la narrazione, per sapere come distorcere le geometrie e i paesaggi del mondo onirico, quando rendere ruvido e schizzato quello reale, salvo poi amalgamarli in maniera coerente, quando Stetson viene assediata dalle sue visioni, allucinazioni che ne stanno minando la sanità mentale.

Come? Non vi avevo detto di questo dettaglio? Beh, c'è, giusto per non far mancare nulla al già ricco menù di un mistery fantastico che trova sempre nuovi snodi, basta solo saper scavare, quali punti della psiche premere per far scattare qualcosa, nei personaggi e anche nel lettore, che inevitabilmente capisce qualcosa di più su di loro, ne comprende le azioni e, certamente, inizia ad attaccarsi a loro con empatia.

Questa ricerca, quest'alternanza trova poi la giusta chiusa nella tavolozza di Simon Robins, capace di centrare la resa cromatica del mondo onirico nelle sue continue sfumature, dal clownesco acceso all'inquieto violaceo, sino ad esplodere in un gioco originale di B/N e Rosso in una particolare sequenza, a descrivere un antro oscuro popolato da cigni, in cui basta accendere la luce di un lampione per tornare a vedere in policromia. Mentre il nostro mondo, quello coi piedi per terra e dove le pallottole possono far sanguinare, ha sempre una tinta più cupa, più scura, dai toni gravi e più soffusi.

Slumber funziona magnificamente, avvince e convince, altra Lettura Seriale che sperimenta, che si dimostra creativa nel dipingere un Altroquando così vicino al nostro da poterlo toccare: basta solo girare una maniglia.

Se proprio devo trovargli una "critica", sta in quel finale aperto, in quella chiusa che sembra più un "Finale di Stagione", se cogliete l'appunto.

Oppure, volendo cercare il solito parallelismo poetico, anch'esso richiama il tema del sogno, come quando ci svegliamo di soprassalto, con la sensazione di essere ancora intrappolati in quella dimensione, e non stretti al cuscino nel buio della nostra camera. Percependo qualcosa di indefinito, qualcosa che vorremmo riacchiappare, e così chiudiamo nuovamente gli occhi, come a riprendere da dove eravamo rimasti, perché ne vogliamo ancora.

E in effetti, il desiderio è proprio quello, perché quando un personaggio è così indovinato come Stetson, difficilmente riesci ad eliminarne il ricordo con un Bang!

Perciò il mio consiglio è di non cedere alla pigrizia e di correre in libreria e fumetteria, anche perché sapete, come recita il proverbio, che "chi dorme, non piglia fumetti"!

(Ah, non faceva così? Vabbè, sempre meglio della metafora dei limoni!)


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