I solchi del destino di Paco Roca
Torneremo Miguel, vedrai. La Spagna tornerà a essere libera.
C’è la Storia, quella con la S maiuscola, quella dei libri e dei manuali, quella delle interrogazioni e delle date e cartine geografiche in cui si intrecciano frecce colorate. È la Storia che ci viene proposta a scuola, quella che riassume guerre e trattati e invasioni in qualche manciata di pagine, come se sui campi di battaglia si scontrassero idee, concetti astratti. E poi ci sono le storie, quelle tutte minuscole, quelle che passano in sordina tra le righe dei documenti degli archivi, quelle lunghe vite intere.
La storia di Miguel Ruiz è una storia così, una delle tante storie risucchiate nella storiografia ufficiale, accennata in qualche diario di qualche generale ma dimenticata da tuttә lә altrә.
La sua vicenda – che Paco Roca scrive e disegna spostandosi su due piani temporali, quello presente in cui incontra Miguel e lo intervista e quello in cui Miguel stesso racconta – si intreccia con la guerra di Spagna, con le vicende de La Nueve e con la Seconda guerra mondiale, tra Europa e Africa in un succedersi di battaglie ma soprattutto di episodi piccoli, quotidiani, meravigliosamente umani.
Dopo il colpo di stato del 1936, la Spagna si spacca in due fazioni: da un lato le unità militari che si sollevarono contro il legittimo governo, dall’altro l’esercito repubblicano, sostenuto dal Fronte popolare, formato da diverse organizzazioni di sinistra contrarie alla dittatura militare. La guerra andò avanti per anni fino al 1939 quando Franco, aiutato anche dalle truppe spagnole stanziate in Africa, riuscì a vincere e a instaurare una dittatura feroce che durò, nell’indifferenza generale di tutto l’Occidente, fino al 1975.
È proprio nel 1939 che inizia la storia di Miguel: mescolando realtà e invenzione, Paco Roca racconta dell’ingresso al porto di Alicante della Stanbrook. Ad aspettarla ci sono quindicimila tra uomini, donne, bambinә e anzianә che tentano di scappare dalla dittatura franchista, aiutata anche dall’esercito italiano. Ovviamente, solo una parte riuscirà a imbarcarsi (Roca rende perfettamente con poche vignette la disperazione di chi rimane a terra e il senso di colpa di chi riesce a partire, un grandissimo esempio di narrazione e regia).
Esiliato dalla sua patria, Miguel e i suoi compagni arrivano con la Stanbrook a Orano, nell’Algeria nordoccidentale e, dopo un mese di attesa sulla nave, viene finalmente fatto sbarcare. All’alba del conflitto mondiale, reduce da un paese in cui non potrà rientrare, Miguel inizia una lunga storia di campi di lavoro e arruolamenti, fino ad arrivare alla Nueve, la compagnia di repubblicani spagnoli esiliati famosa per aver liberato Parigi dai nazisti. La Francia era diventata per più di 500mila repubblicanә un rifugio dalla dittatura franchista, un luogo sicuro da cui guardare la loro terra sognando il momento del ritorno e combattendo per renderlo reale. È triste pensare che nonostante gli sforzi di quegli uomini, nonostante avessero contribuito a sconfiggere il nazismo in Europa, nessuno decise poi di camminare al loro fianco e liberare la Spagna.
Miguel, disertore per amore e poi esiliato per la profonda delusione che la Storia, quella con la S maiuscola, lo costrinse ad accettare, è adesso un uomo anziano, più che novantenne, che ha conservato come un segreto per tutta la sua vita l’essere stato un eroe di guerra. Dopo aver lavorato come meccanico tutta la vita, continua a trascorrere le sue giornate solitarie e silenziose tra casa sua e l’officina – che sembrano quasi una cosa sola – e il cimitero. L’unica compagnia è Albert, un uomo che lo conosce fin da quando era bambino, che bada a lui ma che non sapeva nulla della sua storia di soldato ed eroe.
Con la maestria e la delicatezza che lo ha reso noto in tutto il mondo, Paco Roca scrive un romanzo a fumetti che è più di una biografia ed è più di un racconto storico e, liberandosi dai limiti di dover presentare per forza Miguel e i suoi compagni come eroi o come vittime, li rende immensamente umani, fragili e al contempo incredibilmente forti e determinati contro l’orrore del fascismo.
Il volume è arricchito dalle prefazioni di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, e Manuela Carmena, sindaca di Madrid, e da un ricco apparato conclusivo di tavole inedite, postfazione dell’autore e un’interessante intervista a Robert Coale, storico ed esperto di storia della guerra civile spagnola.
Una lettura meravigliosa che ci ricorda quanto sia importante, soprattutto oggi, lottare contro le mostruosità del fascismo.