Hai Rubato Anche Tu Questo Disegno? L'illustrazione che fece il giro del mondo
Sembra proprio che Alessandro Ripane ci abbia preso gusto, e noi non possiamo che esserne felici. La sua ultima fatica, Hai Rubato Anche Tu Questo Disegno?, può essere inquadrata come una sorta di seguito spirituale di Ramon Hai Sgarrato, entrambi editi per Edizioni BD a distanza di circa due anni. Rispetto a quanto visto in precedenza si rinuncia un po’ alla totale anarchia narrativo/visiva che governava l’universo di Ramon, in favore di una semplice quanto efficace trama di fondo che fa da filo conduttore per tutto quello che ci viene mostrato. Ripane trova il giusto equilibrio creando una storia folle e dal ritmo estremamente serrato: Hai Rubato Anche Tu Questo Disegno? è uno di quei fumetti che si legge tutto d’un fiato, sorridendo, catturati dalla sua energia e dalla sua frenesia: una vera e propria goduria.
Nato a Genova nel 1989, Ripane negli anni diventa un bravissimo illustratore, senza rinunciare alla sua passione per il fumetto. Nel 2014 pubblica una storia dal nome Domenica all’interno della raccolta Crack! per il progetto B Comics - Silenziose fucilate a strisce di Maurizio Ceccato. Bisogna attendere il 2020 per poter leggere il suo primo lavoro completo, H. L’anatroccolo che voleva essere una Sirena, per Hoppípolla Edizioni.
Arriviamo quindi al luglio del 2021 quando, grazie al sodalizio con Edizioni BD e alla pubblicazione del volume unico Ramon Hai Sgarrato, avviene quella che potremmo chiamare svolta metanarrativa, o meglio metafumettistica. Una serie brillante di gag surreali e nonsense, con i personaggi che, consapevoli della loro natura, rompono di continuo la quarta parete in una corsa rocambolesca tra le pagine, attraverso le quali l’autore pone il focus sul fumetto in ogni sua sfaccettatura.
La trama si può riassumere in giusto due parole: Ramon ha sgarrato ed è sparito. Tutti lo stanno cercando, soprattutto Igort assieme alla sua troupe cinematografica. Un fumetto che di fatto è un enorme piano sequenza, con Ripane che si diverte a giocare con tutto quello che offre il media e a trovare ogni espediente per spingersi sempre oltre, fuori dagli schemi.
In Hai Rubato Anche Tu Questo Disegno? invece abbiamo una narrazione più “lineare”, nello specifico autobiografica, visto che è l’autore stesso il protagonista del suo fumetto, o meglio, un evento particolare legato a una sua illustrazione.
Alessandro è finalmente pronto a consegnare a Edizioni BD il suo nuovo fumetto. Protagonisti sono due buffi ragazzini, col volto dilaniato dalla musica sparata a tutto volume da un giradischi. Giunto in casa editrice accade però l’impensabile: gli editor conoscono già questa illustrazione, o meglio tutti la conoscono. Non può essere sua, è da tempo ormai che è tappezzata ovunque: su album, t-shirt, poster, c’è gente addirittura che se la è tatuata. Eppure quell’immagine è sua, condivisa su internet anni fa e da quel momento utilizzata decide e decine di volte senza il suo permesso. Riuscirà il nostro eroe a re-impossessarsene? Ma soprattutto, è una battaglia che ha veramente senso combattere?
Una storia che, tra delirio e follia, trova spazio per porre una riflessione sull’arte, sul diritto d’autore e su come internet abbia cambiato totalmente le carte in tavola. Quanto ancora si può considerare propria un’immagine che ormai ha fatto il giro del mondo, che è stata rubata e utilizzata milioni di volte? Questa la domanda alla quale l’autore vuole provare a dare una risposta. Alla fine è stato uno scambio più che equo: un’illustrazione per una storia incredibile da raccontare.
Per quanto concerne il lato tecnico, il disegno di Alessandro Ripane è perfettamente asservito a quando andremo a leggere. Un cartooning bello rotondo, semplice quanto efficace nel trasporre al meglio tutte le gag surreali di cui Hai Rubato Anche Tu Questo Disegno?, così come Ramon Hai Sgarrato, è pieno. Uno stile che mi rimanda molto sia ai cortometraggi d’animazione in bianco e nero degli anni 30’ e 40’, fratelli Fleischer in primis, sia al fumetto underground americano di Pat Grant, Jim Woodring e Robert Crumb.
Per quanto abbia optato per una narrazione e un'impaginazione meno sperimentale rispetto al lavoro precedente, a partire dall’uso della gabbia e delle nuvolette, il fumetto abbonda di lampi di genio e trovate metafumettistiche, che ci fanno capire che lui fumetti noiosi proprio non riesce a farli. Dopo tutto, citando i due bimbi in una conversazione con l’autore nel volume, “non vorrai mica fare un graphic novel introspettivo sulla tua adolescenza trascorsa in periferia, vero?”
Ma direi di non dilungarci oltre e di passare al piatto forte di questo articolo, ovvero l’intervista con l’autore. Abbiamo molte curiosità da chiedergli, a partire dal disegno in copertina.
La storia è raccontata nel volume, ma posso raccontarla anche qui, non è un grosso spoiler: questa illustrazione nasce nel 2013, inizialmente pensata per una rivista autoprodotta chiamata Lök Zine. Successivamente qualche malintenzionato (in realtà potrei esser stato io stesso!) ha deciso che il suo posto doveva essere l'internet, e lì è rimasta fino a che non è stata intercettata da una nota band inglese, i Prodigy.
Dopo la "condivisione" (in realtà sarebbe corretto dire "furto", ma non starò qui a spiegare perché) da parte loro questo disegno ha iniziato letteralmente a fare il giro del mondo: copertine di dischi, tatuaggi, meme, poster, magliette, adesivi, è addirittura diventato il logo di un'etichetta neo-nazi (cosa di cui non vado fiero, ma mi fa molto ridere)... In qualche modo avrei dovuto vendicarmi.
La mia vendetta è arrivata attraverso questo libro, dove finalmente faccio i conti con questa illustrazione che mi tormenta ormai da una decina di anni e cerco di ragionare sulla relazione che può esserci tra l'artista e la propria creazione quando ci si mette di mezzo il web.
Quando e come effettivamente nasce l’idea di convogliare tutto questo all’interno di un fumetto?
Dopo Ramon hai Sgarrato mi sono trovato davanti a un bivio: continuare la strada più "sperimentale" con una sorta di sequel (cercando di spingere ancora di più i limiti del linguaggio fumettistico) o provare a mettermi in gioco con qualcosa di più introspettivo e intimo. Come avrai intuito ho optato per la seconda!
La scelta della tematica è stata abbastanza chiara fin da subito, essendo un avvenimento che continua a tormentarmi da quasi 10 anni.
Disegnarlo è stato molto divertente e mi ha dato anche modo di cercare dentro di me le risposte a questa strana situazione... Trovando ahimè quasi sempre rancore!
Questo soggetto mi ha dato modo di esplorare molte tematiche che reputo interessanti, purtroppo l'approccio più "folle" del precedente libro non si sposava bene con una storia che a tutti gli effetti tratta di cose realmente accadute, quindi ho scelto una strada più classica, pur non abbandonando il ritmo serrato e un tipo di narrazione "storta".
L'unico timore che avevo nel raccontare questa avventura era quello di realizzare una storia un pò piagnona, e di risultare fastidiosamente vittimista: spero di non esserci cascato.
Si può dire che alla fine è tutto bene quel che finisce bene. In cambio di un'illustrazione hai ottenuto una bella storia da raccontare. Quale messaggio vorresti far passare attraverso questo fumetto ai lettori, e magari ai fumettisti, che lo sfoglieranno?
L'attitudine di questo lavoro, come per il precedente Ramon hai Sgarrato, è rimasta invariata: dare ai lettori un'avventura che corra veloce, da leggere tutta d'un fiato e che sia facilmente fruibile da tutti.
Se poi, malauguratamente, il lettore dovesse anche riuscire a trovare degli interessanti spunti di riflessione, su come ad esempio un'opera possa iniziare a vivere di vita propria sfuggendo completamente al controllo del proprio "creatore", oppure di quali possano essere le conseguenze di dare qualcosa in pasto al web, non sarò di certo io a fermarlo!
È stato principalmente grazie al cinema che ho iniziato a pensare di raccontare una storia in modo non lineare e soprattutto che potesse entrare e uscire costantemente dalla narrazione stessa... In effetti in Ramon hai Sgarrato i protagonisti sono quasi più "attori di fumetto" che personaggi veri e propri, per quanto assurda possa sembrare questa definizione!
Devo ammettere che è stata una bella scoperta: grazie a questo approccio più "libero" ho trovato un mio modo di raccontare che mi diverte molto e lascia davvero aperta la possibilità di provare soluzioni nuove ogni volta.
Adoro il tuo stile, starei a guardare le tue tavole per ore, da quelle più semplici a quelle più ricche e particolareggiate. Sapendo che ti definisci un illustratore prestato al mondo del fumetto, sono molto curioso di sapere: quali sono i tuoi punti di riferimento? Quali artisti e quali opere ti hanno influenzato maggiormente durante la tua carriera?
Sono sempre stato un pessimo lettore, sia di libri che di fumetti. Probabilmente gran parte dei fumetti OBBLIGATORI per la formazione di un fumettista io me li sono proprio persi... D'altro canto, ho sempre avuto una grande passione per il cinema e per la musica, e credo che quest'ultima sia forse il punto di riferimento più grande che io possa citarti: c'è tutto un immaginario legato ad alcuni generi musicali che ho sempre trovato incredibilmente affascinate. Non a caso in entrambi i libri non mancano rimandi al mondo della musica e al cinema!
Non amo molto citare direttamente gli artisti che mi hanno influenzato, ma se proprio devo selezionarne uno ti direi Raymond Pettibon, visto che per colpa sua mi sono messo a disegnare fanzine marcissime.
Rispetto a Ramon Hai Sgarrato in questo caso hai voluto raccontare una storia, rinunciando un po’ a sperimentare in favore di una maggiore organicità, continuando comunque a giocare molto col fumetto, regalandoci sequenze sensazionali, come quella dove “a colpi di matita” scateni la tua vendetta verso coloro che si sono appropriati della tua illustrazione. Hai intenzione di fare ancora altri lavori del genere? E se sì, ti va di darci una qualche anticipazione o... continuerai a farti guidare dall’istinto e dalle tue esperienze?
Ahahah, mi fa molto piacere ti sia piaciuta quella sequenza!
Il prossimo fumetto a cui sto lavorando è in realtà qualcosa di decisamente più classico e per un'altra casa editrice, ma sarà una storia più breve... Ahimè però ancora è troppo presto per potervene parlare.
Sicuramente non abbandonerò la ricerca e la sperimentazione, anzi ho già alcune idee abbastanza folli e spero che Edizioni BD non mi mandi a cagare dopo aver letto di cosa trattano!
Non ti nascondo che uno dei miei sogni, come ti ho già detto precedentemente, sarebbe di regalare un seguito a Ramon hai Sgarrato: avrei già un idea abbastanza stramba in mente, devo capire come poterla realizzare...
In realtà si tratta di una sequenza di The Twilight Zone (uscita in Italia col nome di Ai Confini della Realtà, sia serie TV che film), che da bambino mi traumatizzò particolarmente.
Ramon hai Sgarrato è infarcito di citazioni: Ramon(e)s, Gian Maria Volontè (che nel primo film della Trilogia del Dollaro interpretava proprio Ramon!), Sonatine di Kitano, e molte altre.
Nel nuovo libro le citazioni sono decisamente più sottili, ci sono però parecchi omaggi ad altri autori BD, come Giulia Pex & Giada Duino, Guido Brualdi, Davide Minciaroni, Fabbri & Catelani... E ci sono anche un paio di sentitissimi tributi al film più bello mai realizzato nella storia dell'umanità, ovvero Fantozzi (il secondo, per l'esattezza).
Grazie mille, Alessandro! Alla prossima, non vediamo l’ora di leggere altro di tuo!
Grazie mille a voi, è stato un piacere!