Il mondo senza fine: l'energia e l'emergenza climatica secondo Jancovici e Blain

Il mondo è realmente senza fine?

«Era da un pezzo che sentivo parlare del riscaldamento climatico. Mi trinceravo dietro una scadenza che pensavo lontana. E invece sta diventando realtà.»

Il mondo senza fine è nato da un’esigenza di chiarimenti del disegnatore Christophe Blain in merito al riscaldamento globale e dai consigli ricevuti dal fratello: «Sentiti le conferenze di Jancovici» e poi «Fai un libro con Jean-Marc Jancovici». Questa è la genesi del libro più venduto in Francia nel 2022 e la cui realizzazione è durata due anni!

Christophe Blain è uno dei massimi esponenti del fumetto francese moderno, Jean-Marc Jancovici conferenziere e divulgatore, docente all’Ecole nationale superieure des mines di Parigi, elabora un metodo chiamato bilancio del carbonio (parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni di gas serra espresse generalmente in CO2), è cofondatore di CARBONE 4, una “società di consulenza nel campo delle strategie per la riduzione del carbonio e del cambiamento climatico”, e nel 2010 ha lanciato The Shift Project, un organismo “che opera in favore di un’energia libera dai condizionamenti del carbonio”.


Blain e Jancovici, in questo bel librone di quasi 200 pagine, partono dalla definizione di energia come «un flusso fisico» e dall’affermazione che «calcolare l’energia è calcolare la trasformazione del mondo che ci circonda».

Gli autori si concentrano poi sui cambiamenti sociali che sono stati resi possibili dallo sfruttamento del petrolio: l’economia del profitto, le teorie della crescita infinita, una fonte di energia che per secoli ha alimentato le macchine. Ma non è possibile definire un’energia “pulita”:
«Ogni energia diventa sporca, se la utilizzi in grandi proporzioni… qualunque essa sia. Nel momento in cui utilizzi massicciamente un’energia, comunque tu la estragga dall’ambiente, ci saranno inconvenienti. Scegliere un’energia significa cercare un compromesso tra gli inconvenienti che sei disposto ad accettare e quelli che invece vuoi evitare.»

Il compromesso, appunto e gli inconvenienti. Cosa siamo disposti a perdere? La riflessione si muove all’interno di due assunti: da un lato i danni sull’ambiente e dall’altro, vite più lunghe grazie alle macchine, più istruzione, più denaro e più prodotti da acquistare.
I due autori mettono al centro della discussione l’essere umano, affrontandone ogni aspetto: come mangia, come vive e come si sposta. Partono dal passato per prendere in considerazione il presente e proporre delle alternative.



La parte centrale del libro è dedicata al clima. Il disastro è chiaro e lampante: madre Terra apostrofa il lettore «Coi danni che m’infliggete rincorrendo la crescita credete di diventare più ricchi, mentre vi impoverite. A meno che non cambiate i modelli macroeconomici. E che non consideriate più il PIL come unico riferimento». Perché la minaccia climatica è un pericolo reale, e l’unica risposta è cercare cosa è ancora possibile fare nel poco tempo che rimane.

«Per salvare il salvabile, avete trent’anni per ridurre di due terzi le emissioni di gas serra. Ma potete anche aspettare che tutto diventi invivibile.»

Con metafore efficaci, Jancovici cerca di smontare quelli che lui ritiene essere dei preconcetti, come quello sul nucleare. Cita dossier e relazioni su Chernobyl e Fukushima, spiegando nel dettaglio il funzionamento delle centrali che producono energie. Con un’eccessiva perentorietà trascura di fatto alcuni aspetti cruciali come le scorie radioattive e le conseguenze degli incidenti nucleari.

«Hai paura quando ti mangi un dolce? L’eccesso di zucchero e grasso uccide ogni anno centinaia di migliaia di persone. Hai paura, quando prendi la macchina? Be’, sì. 3239 morti in Francia nel 2019. Eppure, se fai un sondaggio d’opinione le persone temono più i rifiuti nucleari - che non hanno mai ucciso nessuno - che gli incidenti domestici, le malattie cardiovascolari e la macchina.»

Il senso di colpa dell’uomo per aver «usato troppa energia fossile» inibisce l’azione, afferma uno Jancovici vestito da pistolero, suggerendo in sintesi una gestione più accurata della nostra alimentazione, un uso più attento dei trasporti, una riduzione dei consumi elettrici nelle case, un controllo maggiore degli acquisti di beni non strettamente necessari.


Blain rappresenta “personaggi” come il fabbisogno energetico globale disegnando la caricatura di Iron Man e la Terra come una gigantesca donna che avvolge ogni cosa con i suoi capelli; confermando il suo grande talento traduce in immagini molto dirette concetti anche complessi e con un tratto umoristico alleggerisce molto la fruizione dell’opera, la cui lettura è un’esperienza impegnativa per la densità di informazioni, nozioni e dati.

Per dovere di cronaca bisogna riportare che la pubblicazione del libro ha raccolto diverse critiche da parte di associazioni ambientaliste, soprattutto per la vicinanza di Jancovici a società legate all’industria nucleare. Ma con onestà aggiungiamo che Il mondo senza fine può essere un ottimo documento per comprendere come la crisi energetica e climatica coinvolga noi tutti e ci chiami immediatamente all’azione. 

Francesca Capone




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