Dur-an-ki, l’addio di Kentaro Miura

L'ultima opera ideata dal compianto autore di Berserk e disegnata dai suoi collaboratori, lo Studio Gaga

“Questo bimbo non è né uomo né dio. Non è maschio né femmina. È solo, nello spazio tra il cielo e la terra!”

Dur-an-ki è stato l’ultimo lavoro del mai troppo compianto Kentaro Miura, ideato e prodotto da lui e realizzato con il contributo dei suoi collaboratori, lo Studio Gaga. L’opera è stata serializzata sulla rivista Young Animal Zero dal settembre del 2019 a maggio 2020, poi interrotta a causa della morte del suo creatore a maggio 2021 e pubblicata così, senza una conclusione.

Nonostante non ci sia quindi un vero e proprio finale, Dur-an-ki merita di essere letto, almeno dai fan di Miura perché la storia è affascinante: Usumgal, lә protagonista, viene creato da due divinità ribelli – un dio serpente e una dea alata – bellissimә e dotatә di una straordinaria intelligenza e di una capacità d’inventiva fuori dal comune.

Usumgal però non è un essere umano ma non è neppure un dio, non è maschio e non è femmina, la sua essenza è sospesa tra due opposti, senza essere qualcosa di definito. La sua condizione però non sembra definibile solo in negativo, anzi, Usumgal somiglia più all’androgino delle leggende, l’essere perfetto e completo che non ha ancora conosciuto l’invidia del dio, che non è ancora stato diviso e separato dall’altra metà di sé.

Appena natә – o meglio appena creatә – Usumgal viene affidatә a Hermes, dio dei ladri e degli inganni, che lo porta sul monte Nisir a una coppia di anziani. Il monte Nisir è la sede dell’antica arca che salvò l’umanità ai tempi del Diluvio, abitato solo dai due vecchi custodi, dal dio Pan e dalle ninfe.

Qui Usumgal vive felice in compagnia di Pan, del suo cane Huwawa, dei nonni e delle capre. Usumgal è unә bambinә felice, giocosә e soprattutto ingegnosә: le sue mani e soprattutto la sua mente sembrano essere il motore principale del progresso umano.

È proprio grazie a una delle sue invenzioni – una balestra – che riesce a farsi amici i bambini del villaggio Tase, un piccolo insediamento ai piedi del monte. L’ingegno di Usumgal si rivela prezioso e lәi non ha alcuna ritrosia nel condividere le sue idee e invenzioni ma nasconde la sua natura: è statә avvertitә che ciò che è sconosciuto spaventa gli esseri umani più di ogni altra cosa e che più le persone sono spaventate, più sanno diventare cattive…

I disegni, realizzati dallo Studio Gaga, riprendono lo stile di Miura, bellissimi, estremamente eleganti e attenti a ogni dettaglio, capaci di rendere al meglio il mondo mitologico in cui le vicende sono ambientate, un mondo in cui la mitologia sumera si intreccia con quella ebraica e greca e che sicuramente sarebbe stato bello poter esplorare più a fondo.

Dur-an-ki deriva a sua volta da un altro racconto, Amazones, anche questo ambientato nel mondo del mito: Amazones sarebbe stato un isekai, ovvero una storia in cui il protagonista viene sbalzato improvvisamente dal mondo moderno a uno più antico e fantastico, in cui gli dèi e la magia sono qualcosa di reale.

Subaru, il protagonista, è un liceale, figlio di un archeologo e appassionato di mitologia e storia antica, il cui aspetto femminile lo fa scambiare dagli altri spesso per una ragazza e adesso gli permette di entrare nel gruppo di Amazzoni, guidato da Pentesilea, che lo salva da alcuni aggressori. Dopo aver maneggiato un antico reperto di suo padre, Subaru è stato sbalzato nell’Asia minore del II millennio avanti Cristo, all’epoca della guerra di Troia. Ed è proprio in questo conflitto che Subaru viene coinvolto e diventa, anzi, un elemento fondamentale grazie alle sue conoscenze di tecnologie inimmaginabili all’epoca.

Di Amazones abbiamo dei bozzetti e il testo, non troppo definito, dei primi capitoli. La storia avrebbe dovuto essere una sorta di ucronia, una versione alternativa del corso delle vicende umane che avrebbero portato a un mondo in cui maschilismo, violenza, schiavitù, guerra e sopraffazione avrebbero lasciato posto a una realtà più “femminile”, pacifica e incentrata più sull’intelletto che sulla forza bruta. Come – e forse anche più! – che per Dur-an-ki, spiace moltissimo non poterla leggere per intero perché la trama è interessantissima e i bozzetti sono di una bellezza che già da soli valgono tutto il volume.

In attesa di vedere i prossimi capitoli di Berserk, sappiamo che possiamo aspettarci un ottimo lavoro dallo Studio Gaga, che per quanto riguarda i disegni qui ha realizzato un lavoro eccellente. Le idee del maestro Miura comunque, anche se incomplete, restano sempre affascinanti e ben sviluppate.

Dur-an-ki è un bel modo per salutare Kentaro Miura, per accommiatarci da lui e dalle sue storie con un volume che raccoglie materiali eccezionali che lasciano l’amaro in bocca solo per il fatto di essere rimasti incompiuti.

Claudia (aka Clacca)


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