Il giorno perduto di Cammamoro: il fascino del fumetto d’avventura

Un viaggio verso l'ignoto, nella psiche e nell'umana follia


Il giorno perduto di Cammamoro, edito da Oblomov, è un fumetto d'avventura, al tempo stesso classico e contemporaneo, un volume sorprendente per perizia e fascino, che cattura nei suoi colori variegati e difficilmente lascia andar via chi legge prima di aver concluso la lettura.

Cammamoro, illustratore e fumettista siciliano classe 1995 che ha collaborato con varie testate e realizzato storie brevi per riviste indipendenti, racconta in modo suggestivo e appassionante un viaggio memorabile e storicamente rilevante, che ha letteralmente cambiato la geografia del mondo conosciuto nel XVI secolo: la scoperta di Ferdinando Magellano del passaggio a ovest tra l’Oceano Atlantico e il Pacifico, con la possibilità di raggiungere le Indie attraversando le Americhe.

Questa prima, inedita circumnavigazione del globo, avviata nel 1519, coinvolse in partenza oltre 200 uomini, con pochissimi superstiti al ritorno dal viaggio: tra questi ultimi, l'italiano Antonio Pigafetta, stretto collaboratore di Magellano, storiografo e autore della Relazione del primo viaggio intorno al mondo, resoconto completo dell'impresa.

Nel diario di Pigafetta, redatto con grande cura e minuziosità, manca un giorno. Così Pigafetta comincia la ricerca del giorno perduto, coinvolgendo i membri dell'equipaggio in un'indagine per cercare una spiegazione, impossibile da trovare perché trascura il dettaglio che seguendo il cammino del sole da est verso ovest si perdono 24 ore.

Approda invece all'amara consapevolezza che chi cercava un Paradiso si è perso dietro un miraggio, in un viaggio che ha messo in mostra tutti i vizi umani e le derive dell'egoismo e della prevaricazione sull'altro e sul diverso.

È anche questo, verosimilmente, il senso di rievocare questi fatti, accaduti ormai 500 anni fa: ricordarci come l'arrivo degli europei con il colonialismo abbia rappresentato un incubo per le popolazioni indigene, uno sterminio senza precedenti da parte di persone che nascondevano dietro l'etichetta della fede e del raziocinio scelte derivate dalla paura e dalla follia (si veda anche la determinazione incrollabile che ha portato alla morte di Magellano e di tante delle persone che lo seguivano). È anche questo il giorno perduto: il giorno della ragione, un tempo che probabilmente anche chi è tornato a casa non avrebbe recuperato mai più.

Nonostante l'opera rappresenti di fatto un esordio per Cammamoro, Il giorno perduto dimostra grande padronanza della narrazione e una fluidità non da poco, che evitano di far pensare alla sindrome dell' "illustratore prestato al fumetto". L'artista siciliano riesce infatti a mantenere un ritmo sostenuto, incalzante, a inanellare una parentesi narrativa dietro l'altra mantenendo sempre salda la rotta, rappresentando tutto in maniera vivida in tavole che non mancano di stupire.

Un contributo fondamentale viene fornito dallo stile, con linee sinuose che spesso deformano opportunamente le prospettive e conferiscono un senso di straniamento, e dalle scelte nella colorazione, con un grande lavoro sulla palette cromatica, che dona luminosità al racconto, plasmando forme, luci e tenebre fino a donare a queste tavole un'aura senza tempo. Queste pagine sembrano al contempo ispirarsi a un'iconografia di secoli addietro ma al contempo mantenere una freschezza e una personalità che le rende inedite e speciali.

Un lavoro che stupisce in positivo e rende ragione di un esordio da tenere senz'altro a mente in futuro.

(Giuseppe Lamola)




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