Penelope di Dado e Savuland

Una favola urban fantasy che parla di solitudine e d’amore tra due dimensioni parallele


«Sei un po’ il mio opposto. Io che vedo i mostri, circondata da umani che mi credono pazza e tu che, invece, sei circondata dai mostri e vedi gli umani. Vedi me. Nonostante questo… siamo entrambe sole.»

Penelope ha vent’anni e ha appena iniziato una nuova vita in una nuova, grande città. Si è iscritta all’università per studiare Psicologia ma, anche se la materia la affascina da sempre e studiare le piace, le cose non vanno come sperava. Non tanto per la sua chiacchierona, superstiziosa e un po’ invadente coinquilina Veronica, quanto perché, dopo tanti anni, Penelope ha ricominciato a vedere… i mostri!


Quando era piccola, le visioni di mostri e tentacoli color della notte avvolti dall’oscurità la ossessionavano quotidianamente. Aveva passato anni in cura da un bravo psicologo e, dopo tanto tempo senza questi angoscianti incontri, era sicura che tutto fosse finito. Invece i mostri sono tornati e tutto sembra molto più preoccupante e complicato di quanto pensasse all’inizio. Alle creature che era abituata a vedere, si aggiunge la presenza di una ragazza misteriosa che conquista immediatamente il cuore di Penelope. Aurora, così decide di chiamarla, non le fa paura, anzi, è un po’ la chiave per smettere di rifiutare tutto quello che le sta succedendo e cominciare a pensare che si tratta di qualcosa di molto diverso da semplici allucinazioni…

È a questo punto che la storia di Dado e Savuland svolta velocemente nell’urban fantasy: la psicologia, la scienza possono spiegare la realtà fino a un certo punto. Adesso Penelope deve mettere da parte i suoi pregiudizi e iniziare a cercare la soluzione al mistero delle sue visioni nell’immenso regno del magico e dell’occulto.

Aiutata da Veronica e dal suo amico Orazio, proprietario di un negozio di articoli magici, libri esoterici e ogni sorta di ninnolo per gli amanti dell’occultismo e dall’immancabile gatto nero Filippo, Penelope si ritrova protagonista di una storia molto più antica di lei, che mischia atmosfere da racconto mitologico e paesaggi urbani come quelli che vediamo ogni giorno.

Certo, per lei non è facile accettare tutto questo, ma è quando scopre in Aurora un legame talmente forte da riuscire a frantumare – letteralmente – l’assetto della realtà, che Penelope capisce veramente il senso del suo passato e il ruolo che deve giocare nella lotta tra luce e oscurità, per salvare sé stessa, il suo mondo, e soprattutto Aurora.


Penelope è uno di quei young adult che si fa apprezzare anche da un pubblico più maturo, da un lato per il buon livello della narrazione e dall’altro per la leggibilità e la riconoscibilità dei disegni.

Dado ha scritto una storia capace di trascinare з lettorз in un mondo fantasy senza salti troppo bruschi, lasciandoci il tempo di digerire, insieme a Penelope, la nostra incredulità per poterla accompagnare nella sua avventura.

Ottimo l’esordio di Savuland: personalmente ho apprezzato moltissimo lo stile dei disegni, semplice ma espressivo e funzionale, una dolcezza del tratto che non degenera mai nel kawaii e stempera il tono cupo della vicenda. La scelta del bianco e nero nettissimo e senza mezzi toni è perfetto per dare volto a una storia che si intreccia tutta tra due realtà parallele e opposte e, nelle due protagoniste, sottolinea il loro essere complementari, necessarie una all’altra.

Alla fine, qualche lacrimuccia è assicurata e forse ci meritavamo un po’ più di gioia… speriamo di poter rincontrare presto Penelope e soprattutto i suoi autorз!

Claudia (aka Clacca)  



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