Letture seriali: Radiant Black 1 - Origini (poco) segrete
Il primo volume della serie Image ideata da Kyle Higgins e Marcelo Costa, portata in Italia da saldaPress
Da grandi poteri derivano grandi possibilità.
Come dite? Non è questa la citazione? Beh, nel caso di Radiant Black, la nuova proposta Image Comics che finalmente sbarca in Italia grazie alla sempre attenta saldaPress, è in realtà più calzante di quanto non si possa pensare... e poi di super-problemi, Nathan, il protagonista della nostra storia ne ha già parecchi per conto suo, senza andare a scomodare il Sorridente Stan.
In questa storia di Supereroi, ideata da Kyle Higgins per i disegni di Marcelo Costa, l'incipit non è certo dei più... eroistici, diciamo.
Nathan è infatti un trentenne, come molti ce ne sono in giro, che vorrebbe fare della scrittura il suo sogno e ragione di vita. Sapete com'è, quando fai qualcosa che ami non è mai un lavoro. Va anche detto che se qualcuno ti paga per farlo, è ancora meglio.
Ma nessuno paga Nathan per i suoi scritti, sopratutto perché non ha ancora completato neanche una pagina del romanzo che tanto aspira a realizzare. E poi ha pure accumulato un debito mica male con la carta di credito.
Insomma, le cose non vanno davvero per il verso giusto, e così il Nostro è costretto a fare l'ultima cosa che avrebbe desiderato: tornare a vivere a casa dei genitori. È una soluzione temporanea, si racconta, giusto il tempo di rimettersi in piedi, e ritrovare quella linfa creativa che è sempre più convinto di non aver forse mai avuto.
Per fortuna c'è Marshall, l'amico di una vita, quello su cui puoi sempre contare. Ed infatti eccolo, pronto a portarti fuori per una birra e due chiacchiere. E per confermarti che no, non stai impazzendo, quando una specie di misterioso mini buco nero appare sopra i binari del treno.
Un misterioso mini buco nero, destinato a cambiare ogni cosa, e intendo qui un po' per tutti. Per il nostro protagonista, naturalmente, che viene in contatto con un qualcosa capace di donargli "fenomenali poteri cosmici" in un "minuscolo spazio vitale" come quello di una ridente cittadina americana, come mille altre ce ne sono e ne abbiamo viste.
Ma anche per la stessa Image Comics e i lettori, che si trovano di fronte un nuovo intero universo, in costante sviluppo e tutto da scoprire nelle sue ramificazioni, nei suoi personaggi, nelle storie che può e vuole raccontare.
Higgins costruisce tutto questo partendo da un presupposto semplice, da nerd consumato: cosa amo e quanto e come voglio omaggiarlo, rendendolo mio?
Qui la risposta, già in partenza - basta solo sfogliare il volume - è semplice, resa pienamente consapevole anche solo dal design di Radiant.
E mentre nella vostra testa risuona il grido di battaglia "Go Go Power...", un ulteriore indizio arriva dal curriculum vitae dello scrittore. Mighty Morphin' Power Rangers per Boom! Studios, ma anche Ultraman per la Casa delle Idee, nella sua più recente incarnazione. Insomma, l'influenza e la passione per il Tokusatsu sono evidenti e palpabili.
Ma Higgins conosce anche il mondo dei Super più "classico", avendo sceneggiato storie per icone come Batman e Captain America. Qui risiede la seconda chiave di lettura del racconto, creare una narrazione di supereroi che non sia solamente battaglie, che non sia solamente azione sfrenata e tizi che si menano nella lotta della settimana, ma anche e soprattutto riflessione, spinta drammatica dove i poteri sublimano altri sentimenti, più veri, più vicini all'imperfetto mondo nel quale vivono i lettori, che possono raffigurarsi in questo.
Radiant Black è la vostra classica e amichevole superstoria di quartiere, ma con la volontà di sorprendere il lettore con genuini colpi di scena, con cambi repentini di registro che alimentano il respiro creativo, rendendo lo sfogliare le pagine fonte di piacevole sorpresa, riscrivendo la ruota quel tanto che basta per emergere, tra familiare ed originale.
Penso sia a questo che si riferiva Robert Kirkman quando, nello strillone che trovate in quarta di copertina, esclamava che questa è la "serie per tutti quelli a cui manca Invincible!".
Non tanto nelle ambizioni fuori scala che hanno trasformato a lungo andare "il miglior fumetto di supereroi dell'universo" nell'opera maiuscola che si è dimostrata, quanto di prendere cardini ormai noti e abusati e donargli una sana e fresca riverniciata.
Citare, ma non copiare, omaggiare ma senza strizzare l'occhio di continuo, riscrivere ma senza sfociare in qualcosa che il lettore fatichi ad apprezzare e in cui invece riconoscersi.
La sto volutamente prendendo alla larga, non voglio incappare nel sempre spiacevole pericolo di dire più di quanto sia necessario e rovinare le molte sorprese. In questo volume ce n'è una, notevolissima, ma è solo la punta del proverbiale iceberg, come avrete modo di scoprire nei prossimi volumi.
Dove tutto questo discorso che ho appena fatto diventerà naturalmente chiarissimo, nel senso proprio di naturale e scorrevole, portandovi dove non avreste pensato di arrivare.
E il punto di arrivo, con Radiant Black è davvero lontano: dall'uscita di quel primo numero, datato febbraio 2021, si sono già susseguite una miniserie spin-off, dedicata al Power... ehm, a Radiant Red (leggibile a sè stante, interconnessa al tutto - a cui faranno seguito Radiant Pink e Inferno Girl Red), nuove regular su personaggi ideati da altri autori (Rogue Sun e The Dead Lucky) e fatte confluire all'interno di questo inedito e deflagrante universo, anzi Massive-Verse, tutto da esplorare, con all'attivo anche un primo one-shot crossover, Super-Massive, a cui il prossimo anno ne farà seguito un altro, disegnato dal nostro Daniele Di Nicuolo.
Ok ok, vedo che vi stanno cominciando a fumare le meningi e sbarrare gli occhi, troppe informazioni in un colpo solo, ma sono sicuro che vi sarà tutto più snello da seguire, una volta che i Saldatori inizieranno a far arrivare il Massive-Verse anche da noi, con la loro solita cura editoriale.
Il punto è che Radiant Black è un successo vero, uno di quelli che non se ne vedevano da abbastanza tempo, unione felice di creatività ed intenti, a cui fa da contraltare altrettanto impegno sul fronte grafico e del character design.
Qui la palla, anzi la matita passa a Marcelo Costa: a lui il compito di definire i volti dei protagonisti di questa dramedy con i poteri, dove è un attimo passare dalle strade della città ai confini stessi dell'Esistenza ai margini del cosmo, e in entrambi i casi devi saper dosare lo spettacolo e il mantenersi umani, l'intimismo quotidiano con tutto il clamore di esseri di altre dimensioni dello scibile.
Cambiare una gomma, sventare una rapina, possedere una conoscenza a portata di palmo da decodificare in una lingua aliena, mentre sul palcoscenico si muovono millennials persi tra mille citazioni, strizzatine d'occhio cinefile e non solo, e dove il momento più alto della giornata può anche essere dividere una ciotola di cereali col tuo vecchio.
Non è facile tradurre tutto questo con un linguaggio grafico semplice, diretto, importante dove serve. Costa dimostra di avere una bella padronanza di ritmo e anatomie, soprattutto nelle splash page dove riesce a far vivere begli attimi sospesi al lettore, che si ferma un secondo di più ad ammirarne la composizione e quelle tute spettacolari.
Derivative, certo, dal vivido e palese richiamo, assolutamente, ma davvero affascinanti da vedere, anche grazie all'ottima tavolozza di cui si occupa lo stesso artista, e garanzia migliore di resa, quando chi crea l'immagine si premura anche di darle quel preciso colore che aveva in mente.
E tratteggiare un universo così ricco e sfaccettato, concede anche, ogni tanto, di avere dei disegnatori "ospiti": in questo primo volume sono, per ragioni che capirete leggendo, Eduardo Ferigato e David LaFuente, ognuno pronto a portare la propria pennellata di stile a questo incredibile affresco in totale ed inarrestabile divenire.
Come detto, aldilà di quella piacevole ebrezza di vedere ancora una volta supertizi che fanno supercose, è quando si levano quei caschi che Radiant Black assume il suo pieno fascino, presta il fianco alla sospensione dell'incredulità che ne approfitta per riposare.
È in quei momenti che si crea quell'effetto "soap-opera" tanto caro a Stan Lee e ripreso poi da autori come Robert Kirkman, che finisce per farci davvero innamorare di questi personaggi, con i loro pregi, i loro difetti, persino quando raccontano a sé stessi bugie di fronte ad una pagina vuota e un cursore lampeggiante in alto a sinistra dello schermo.
Ma per Kyle Higgins questo problema non si pone: la sua vena creativa, nello scrivere e modellare il suo Massive-Verse, è brillante, fulgida e lascia che i suoi personaggi recitino al meglio, consapevoli che le svolte più incredibili arrivano da quella Vita che ha sempre l'ultima parola, su tutto e tutti. Anche quando decide di donarti eccezionali capacità.
Si tratta solo di lasciar correre le dita sulla tastiera, guardare a ciò che ci ha dato piacere ed ispirazione e da lì, creare le nostre fondamenta.
Higgins lo fa in un modo via via sempre più splendido, articolato, appassionante, con la consapevolezza di star creando qualcosa che ha tutta l'intenzione di rimanere, e chissà, magari tornare a quel piccolo schermo da cui arriva la sua malia originaria.
Il mio entusiasmo è palpabile, non lo nego, quindi è altrettanto ovvio consigliarvi di leggere Radiant Black e vederlo diventare il cult che merita di essere, così da poter dire "Io c'ero", quando il fuoco era ancora una scintilla.
Non capita spesso di poterlo dire, soprattutto con un genere come quello supereroistico che, per motivi che non devo certo evidenziare, ormai permea molto dell'attuale immaginario e della cultura pop.
Eppure, proprio dalle pagine dei fumetti da cui sempre tutto nasce, è ancora possibile trovare una bella dose di meraviglia, di divertimento libero da hashtag, discussioni social veementi e altre tiritere su questo o quell'attore in questa o quella tutina attillata.
Radiant Black ci ricorda perché amiamo i Comics, e forse è proprio questo il colpo migliore del suo arsenale di idee!