Letture seriali: Mr. Evidence 1 - Le prove della tua esistenza
Ms. Recensione.
Ecco, ho finito per farmi contagiare da Frederick, ovvero Mr. Truth, uno dei protagonisti del nuovo fumetto Sergio Bonelli Editore, Mr. Evidence, che debutta ora ufficialmente in libreria e fumetteria dopo l'esordio in quel di Lucca Comics & Games.
Tra psicologia e thriller, questa novità firmata da Adriano Barone e Fabio Guaglione si propone di guardare oltre il confine tra cosa riteniamo Pazzia e cosa Normalità, seguendo i dettami del crime, filtrati attraverso la libertà espressiva che il fumetto riesce a concedere. Se siete lettori di Nathan Never, il nome del primo non vi sarà assolutamente nuovo (sua anche la firma sul recente crossover con la Justice League), e se siete cinefili, quello del secondo non può che richiamarvi alla mente pellicole come Mine e Ride. Oppure, se frequentate questa umile rubrica da abbastanza tempo, ricorderete la review (+ intervista) dedicata a Quarantine Prophets, altro progetto crossmediale che vede Guaglione impegnato come creatore e co-sceneggiatore.
Dico "altro" perchè anche Mr. Evidence ha tutta l'intenzione di evadere dal confine del cartonato a nuvolette parlanti e farsi altro, come romanzi e - perché no? - serie televisiva.
E visto che si presenta come proposta Audace nel catalogo Bonelli (inteso come aggettivo e come etichetta editoriale) e che si prospetta un futuro sbarco sul piccolo schermo, la sua presenza qui su Letture Seriali era praticamente d'obbligo, piuttosto e anzichèno.
Ma di cosa tratta questa scommessa, editoriale, narrativa ed artistica (non dimentico affatto che le matite sono del bravo Fabrizio Des Dorides)?
La prova della tua esistenza si apre su un uomo, immemore della propria identità, confuso su quali siano le sue certezze, e che di fronte al proprio riflesso nudo davanti allo specchio di un'anonima camera da letto, a parte un mucchio di fogli sparsi scarabocchiati, continua a cercare una risposta alla domanda "Chi sono io?".
Ok, lasciamolo ai suoi interrogativi ed usciamo dalla porta. Siamo al Mulholland Institute, un centro di cura di lusso per pazienti con particolari problemi psichiatrici, condizioni che li allontanano dalle persone comuni, a loro personale modo unici.
Come Adam, che abbiamo incontrato prima. Lui soffre di mimesi iperempatica, che detta in soldoni significa che replica perfettamente le persone con cui entra in contatto, inclusi il modo in cui pensano e le loro emozioni. Al punto da annullare se stesso. Un vero e proprio Signor Nessuno, Mr. None.
Oppure come Philipp, affetto da Harlequin Ichthyosis, una rara mutazione della pelle che lo costringe a vivere in un costante stato di dolore, al punto che diventa la sua unica bussola sensoriale, nei confronti di sè e degli altri. Ogni sentimento viene letto attraverso una precisa scala di tormento, rendendolo un vero e proprio esperto della pena e del dolore, Mr. Pain.
Andiamo poi a conoscere Miss Nerve, al secolo Alexandra Cuaròn, che invece il dolore non lo conosce proprio, a nessun livello. Difatti appare sempre distaccata da ciò che sentono e provano gli altri, non sapendo interpretare lei per prima queste emozioni. Così si mette sempre alla prova, si porta al limite nella speranza di sbloccare qualcosa dentro di lei.
E ultimo, ma non ultimo, in nessuna catalogazione lui stesso voglia inserirsi, il già citato Mr. Truth, Mister Verità, ovvero Frederick, dotato di una prodigiosa memoria eidetica, alla costante ricerca di ordine, di una logica che elabori le informazioni intorno a sé.
Quattro individui particolari, quattro visioni differenti e problematiche, quattro persone che condividono lo stesso tetto, un luogo che ritengono sicuro e che li protegge da un mondo esterno che non riescono a comprendere del tutto, che a sua volta non ha i mezzi per comprendere loro, e al quale ognuno di loro anela, in virtù di una normalità che dovrebbe essere la cura. Ma chi può determinare cosa sia malattia e cosa no? E in quest'ottica, chi può davvero definire cosa sia il Male? Cosa scatena la malvagità? È insita in noi dalla nascita, oppure è frutto del nostro personale modo di vivere e soffrire?
A quel punto, chi meglio di chi vive in una condizione mentale altra può riuscire a decodificare il pensiero criminale, trovare la chiave giusta per risolvere un delitto?
Così ecco i nostri antieroi: li potete ammirare nella bella copertina di Carmine Di Giandomenico che impreziosice questo primo volume, altamente introduttivo.
Barone e Guaglione danno subito prova di una progettazione sopraffina e certosina. Si denota, procedendo con la lettura, una ricerca attenta sull'argomento trattato, per rendere plausibile la sospensione dell'incredulità, per non mancare di tatto nella presentazione di sintomi e patologie, e al tempo stesso saperne sfruttare le chiavi per un racconto di pura fantasia, dove a dominare deve essere sempre e comunque la volonta di narrare.
Intrattenere il lettore, "acchiapparlo" con una trama che sappia fare leva su curiosità, intrigo, ma senza dimenticare, mai come in questo caso, i dovuti "spiegoni". Che gli autori non temono, li affrontano senza farsi prendere prigionieri, e sfruttando come leva le varie personalità coinvolte, introducono concetti e spiegazioni man man che si continua ad esplorare i confini, eleganti, puliti, perfetti del Mulholland Institute.
E in quei corridoi, le suggestioni di genere sono molteplici, così come gli stimoli a cogliere citazioni più o meno velate, da quel Mulholland che richiama un certo film di David Lynch, allo stesso ambiente in cui ci muoviamo, che anche se i personaggi non sono certo Uomini-X, fa pensare a quello serialmente intrigante della prima stagione di Legion.
In Mr. Evidence nulla è come sembra, rispondendo ad una sana regola del thriller, e anche se in questo primo volume poco viene detto o svelato, lasciando ad un cliffhanger classicamente efficace il merito di invogliare a continuare, è chiaro che gli autori vogliono esplorare quante più facce della medaglia offerta dai loro quattro protagonisti, attraverso dialoghi predominanti rispetto ad un'azione propriamente detta e qui praticamente assente, parole precise usate per definirli e con cui giocare a scacchi con il lettore.
Ci sono però indizi, momenti che iniziano ad insinuare il dubbio su chi gestisce l'istituto, su cosa davvero avvenga tra quelle mura, su cosa i Nostri potrebbero trovarsi davanti, unendo le loro forze ed impegnandosi a svelare quale sottile intrigo - uno di quelli da dossier secretato - nasconda la Dottoressa Samsa, che dirige e amministra la lucente baracca.
Probabilmente, ogni mia teoria verrà ribaltata con il prossimo volume, ma qui e ora, La prova della tua esistenza è un ottimo inizio.
Uno di quelli che, una volta fatta la conoscenza dei protagonisti e di cosa possono offrire, vuoi vedere quanto saranno capaci di farsi "sociopatici ad alto funzionamento" (no prize per chi coglie la citazione) in grado di far virare Mr. Evidence verso i territori crime promessi, dove le menti di questi personaggi sfideranno sul loro stesso terreno quelle criminali, in un turbinio di rivelazioni ardite.
Uno di quelli che, se fosse una serie televisiva, questo sarebbe praticamente l'episodio pilota già pronto ed infiocchettato in vista del prossimo episodio, mancano solo i credits. Che in questo caso vantano un comparto artistico che, tra disegni e colore, denota la stessa certosina attenzione dimostrata in fase di sceneggiatura.
Fabrizio Des Dorides non fa che confermare qui il suo saper padroneggiare due elementi fondamentali, i volti (qui frutto di un preciso character design) e la struttura della tavola. Sapendo coniugare in concerto gli uni con l'altra, ecco che le lunghe sequenze di dialogo dello script acquisiscono un ritmo cadenzato da un invisibile metronomo, un botta e risposta che, unito ad alcuni accorgimenti grafici, lo rendono un perfetto "regista" della matita.
Come già nelle sue prove precedenti (penso sopratutto ad Orfani), il suo stile richiama in una pregevole misura i comics americani, ma senza mai dimenticare la propria personale desinenza artistica. Il tratto qui è piacevole, efficace, rifinito, perfetto per un'opera di questo particolare genere (anche grazie al contributo alle chine di Michele Pasta), dove ogni inquadratura deve lavorare di atmosfera e dettaglio, sopratutto quest'ultimo, lasciando poi alla palette di Alessia Pastorello, Aquaro Stefania, Adele Matera e Beatrice Galli il compito di chiudere il cerchio, di farsi "maestre della fotografia".
Giochi di luce e ombre, di cromia, a definire i vari "cambi scena", a richiamare momenti del passato e particolari stati d'animo, con quattro tavolozze che colorano "dentro gli spazi" e lo fanno con una precisione attenta, per rendere una prigione dorata un luogo capace di essere accogliente ed oscuro al contempo.
Mr.Evidence, andando a concludere, si presuppone di tirare in tutte le direzioni possibili le molte frecce al suo arco, facendo al momento centro in quella fumettistica, e le possibilità che offre sarebbe un peccato non scoprirle in creativo divenire.
Una Miss Lettura Seriale, che sarei un pazzo a non consigliarvi (così come a non approfittarne per un gioco di parole dei miei, andiamo!) e che ben valgono sia il Mister Salto per iniziare una nuova, inedita avventura e dargli la fiducia di cui ha bisogno, che il Signor Passaggio in Libreria o Fumetteria per farlo vostro e riporlo sul Signor Scaffale.
Ok, è vero: non vi ho spiegato questa cosa di "Mister" e "Miss". Si tratta di un particolare modo di parlare di Mr. Truth, caratterizzato da questo etichettare le cose attribuendogli appunto una definizione di genere.
Sì, avete intuito bene: è un piccolo omissis che vi lascio il piacere di scoprire nel modo migliore possibile: leggendo!
Testi: Adriano Barone e Fabio Guaglione
Disegni: Fabrizio Des Dorides Pasta Michele
Colori: Alessia Pastorello, Stefania Aquaro, Adele Matera, Beatrice Galli