Le Guerriere della Valle, un'epopea fantastica

Un gruppo di donne determinate a riportare la pace in un mondo sconquassato dall’avidità e dalla guerra

“La ricorrenza di quest’anno è speciale: sono ormai dieci anni che i nostri figli, i nostri padri, i nostri fratelli, i nostri mariti sono stati richiamati al fronte. Ci hanno lasciate per una guerra ai confini dei territori conosciuti, quelle contrade che chiamiamo “Terre morte”. Da questa guerra, di cui nulla sappiamo, nessun uomo ha fatto ritorno. Non ci è stata data nessuna notizia né promessa di rimpatrio. Ma di questa assurda, triste situazione noi, le donne del villaggio, ci siamo rifiutate di diventare vittime. Abbiamo il dovere di preservare quel che è stato costruito e di difenderlo, per coloro che sono rimasti come per coloro che se ne sono andati. È per questo che è stato fondato l’ordine delle guerriere della valle!”

Mio caro lettore di fumetti, mia cara lettrice, voi che avete collezionato centinaia di migliaia di pagine nella vostra memoria, sapete bene quanto lo so io che davanti a ogni nuova lettura si corre inevitabilmente il rischio di imbattersi nella peggiore delle emozioni che un’opera può darci: la noia. Mia cara lettrice, mio caro lettore, voi affrontate così ogni nuova lettura con la placida consapevolezza (e un po’ di sana rassegnazione, dote che può diventare una virtù tra gli appassionati che non cercano solo la facile emozione della sorpresa) che la sensazione di aver già letto qualcosa di simile è in agguato dietro ogni pagina.

Ecco, mio caro lettore, mia cara lettrice, se per una volta volete mettervi al riparo dal suddetto rischio e leggere qualcosa che sicuramente vi emozionerà e vi terrà con le mani incollate alle pagine e il naso puntato dritto dentro al libro, siete nel posto giusto: Le Guerriere della Valle (in Italia per Tunué) è il fumetto che fa per voi, l’opera che leggerete senza delusioni, senza sospirare mestamente per i buchi di trama o i plot twist prevedibili e infatti già previsti, quella che vi accompagnerà dalla prima all’ultima pagina facendovi tornare con la mente a gustare il piacere della lettura che ci accompagnava da piccoli, quando tutto era nuovo e sconosciuto e ogni cosa sapeva farci sfarfallare lo stomaco.

Sono trascorsi dieci anni da quando gli uomini del villaggio hanno abbandonato le loro case e sono andati a combattere una guerra lontana. Dieci anni in cui nessuno, vincitore o sconfitto, ambasciatore o disertore, è tornato indietro a dare notizie sulla sorte degli eserciti. Dieci anni che riecheggiano i ben più famosi dieci anni di guerra allo scoccare dei quali il Poeta pregava la Musa di aiutarlo a cantare l’ira funesta del Pelide Achille, ma questa volta visti dalla sponda opposta, dal privilegiato (o forse no) luogo di osservazione di chi è rimasto: sono le donne del villaggio e i bambini nati senza conoscere i loro padri, fratelli e nonni. Invece di tessere tele infinite e fronteggiare inopportuni pretendenti, qui le donne si sono organizzate, hanno creato un vero e proprio corpo militare pronto ad affrontare ogni pericolo qualora il fronte della battaglia fosse arrivato davanti alle loro case.

Non c’è un furioso semidio intenzionato a vendicare un qualche tipo di torti qui, ma una bambina entusiasta di poter finalmente dimostrare il suo valore e rendersi degna di sua madre, sua zia e sua nonna, tutte valorose guerriere. Lascio in pace Omero perché gli echi della sua epica finiscono qui e mi concentro invece su Molly, la nostra protagonista.

È il giorno del decimo anniversario dall’inizio della guerra e Molly e le sue amiche sono ufficialmente diventate apprendiste dell’ordine delle guerriere della valle. Molly non aspetta altro da anni e il suo entusiasmo è incontenibile, ma non è la sola a desiderare di diventare una guerriera: anche il piccolo Liam sogna di far parte dell’ordine, nonostante sia un maschietto e per questo il suo ingresso nell’ordine, riservato alle sole donne, è impossibile.

I primi tempi di addestramento sono duri per le piccole reclute, eppure tutte svolgono con devozione i loro compiti, desiderose di rendersi utile. Tutto sembra seguire il ciclico scorrere del tempo, degli allenamenti e dei lavori stagionali fino a quando alle giovani guerriere tocca finalmente la prima missione fuori porta.

È allora che il villaggio scopre di avere un nemico in più, una creatura ben più pericolosa dei briganti a cui è abituato: la Malbestia, un lupo gigantesco alimentato dalla magia nera, controllato da qualcuno che vuole annientare il villaggio e i suoi abitanti, spinto da chissà quali scopi.

La storia di Molly, di Liam e delle donne del villaggio comincia così pian piano ad intrecciarsi con le vicende del passato, si allarga in un movimento a spirale che, mentre coinvolge gli abitanti del villaggio e i popoli vicini, ci svela la realtà dietro le cause della guerra e i misteri della valle.

Raccontarvi altro della trama sarebbe un crimine imperdonabile. Pagina dopo pagina i due autori ci accompagnano in un lungo viaggio in cui si susseguono incontri, momenti felici e altri dolorosi, si svelano segreti, si scoprono misteri. Un lungo viaggio in cui Molly, Liam e gli altri personaggi crescono, si confrontano con gli altri e con loro stessi fino ad arrivare lì dove tutto è cominciato ben prima di loro.

Se i paesaggi nelle tavole di Amélie Fléchais riportano alla mente le atmosfere dei film di Hayao Miyazaki, quella sorta di incantevole realismo magico e di natura viva e partecipe, i personaggi – umani e non – si avvicinano moltissimo al design dei film di Tomm Moore: forme geometriche eppure morbide, flessuose, profondamente espressive. Il character design è curato fin nei minimi dettagli, ogni personaggio è perfettamente caratterizzato graficamente e vediamo la crescita di Molly, Liam e gli altri nel modificarsi – ragionato e coerente – di quei dettagli che li trasformano nel corso della storia da entusiasti, innocenti mocciosetti quasi gommosi alla versione più adulta di loro stessi.

Crescere, in questa storia, non è una questione esclusivamente biologica: le vicende che i protagonisti vivono, le difficoltà e i dolori che affrontano trasformano visibilmente i loro corpi, iniziano a plasmare gli adulti che un giorno saranno.

La valle è raccontata così bene che da lettori ci troviamo immersi in quei paesaggi, tra boschi e montagne, piccoli villaggi e grandi città, luoghi che, man mano che i protagonisti si allontanano da casa e si avvicinano alle Terre morte, si fanno sempre più estranei, quasi respingenti. Cambiano anche i colori, si perde la luce durata della prima parte della storia e iniziamo a vedere il mondo attraverso un caleidoscopio di sfumature prima sconosciute.

Quanto alla sceneggiatura, Jonathan Garnier ha fatto un lavoro a dir poco magistrale: la storia ha una trama complessa, all’inizio sembra tutta focalizzata su Molly e sui suoi sogni di bambina, ma quasi subito inizia ad allargarsi, diventa una narrazione corale che racconta un mondo molto più vasto di quello del villaggio e una storia più lunga di quella di una ragazzina di dieci anni. Non ci sono buchi di trama, non ci sono eventi troppo prevedibili, non ci sono momenti noiosi o vuoti, Garnier racconta tutto quello che serve e nulla di più. Altri personaggi e altri avvenimenti diventano via via fondamentali e alla fine, senza spiegoni di sorta, capiamo che nessuno è – nel bene e nel male – un’isola: affiorano i legami tra i personaggi e tra i personaggi e il mondo in cui vivono. Se volessimo trovare una metafora fantasy per parlare dell’antropocene, ecco, Garnier l’ha già fatto e c’è riuscito benissimo.

Le Guerriere della Valle è tante cose. È un bellissimo fantasy con un eccellente worldbuilding, un romanzo di formazione, una metafora del nostro pessimo rapporto con il pianeta, una critica alla guerra e allo sfruttamento in nome del capitalismo, un racconto che mette insieme tutti quei temi fondamentali che muovono le corde in ciascuno di noi: i sogni personali, l’amicizia, l’amore per la famiglia e la propria terra, l’importanza delle proprie origini, il bisogno di pace, la paura del diverso e la necessità di comprenderlo per imparare a non temerlo.

In questo libro, insomma, non c’è solo un mondo, c’è l’anima intera di chi in quel mondo vive.

Dunque, mia cara lettrice, mio caro lettore: preparatevi a questo viaggio straordinario, preparatevi a ridere e a piangere, preparatevi a ogni sorta di emozione e soprattutto preparatevi a scavare un posto nei vostri ricordi dove tenere a lungo la storia di Molly e delle valorose guerriere della valle.




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