Lady Snowblood, la micidiale assassina di Kazuo Koike e Kazuo Kamimura

Torna in una nuova edizione, ancora una volta per J-Pop, Shurayuki-hime

È Shurayuki. Per purificare questo mondo corrotto la candida neve non basta, è necessaria una bufera di neve insanguinata come quella portata dal passaggio di uno shura.

Serializzato su Weekly Playboy tra il 1972 e il 1973, Lady Snowbloood, scritto da Kazuo Koike e disegnato da Kazuo Kamimura, è presto diventato un classico del gekiga, grazie anche alla trasposizione cinematografica quasi immediata (il film è uscito nel 1973) diretta da Toshiya Fujita, che a sua volta ispirò tutto un filone di storie di donne-vendicatrici, la più famosa delle quali è forse Kill Bill di Quentin Tarantino.

La storia, nel manga come nel film, è in realtà molto semplice: una bambina nasce in una prigione, durante una notte di neve e tempesta, e per questo viene chiamata Yuki (neve). Prima di morire, la madre, Sayo, affida la neonata alla vecchia Otora, anche lei in carcere, e le racconta la sua storia: il marito è stato ucciso da quattro criminali, tre uomini e una donna. Questi hanno poi ucciso suo figlio, l’hanno violentata per giorni e uno di loro l’ha praticamente resa una schiava al suo servizio. È per averlo ucciso che adesso Sayo è stata condannata all’ergastolo. Impossibilitata a completare la sua vendetta, Sayo fa qualsiasi cosa pur di rimanere incinta e affidare alla sua progenie l’odio e il rancore che porta dentro.

Yuki cresce così sapendo che il suo unico obiettivo è vendicare sua madre. La incontriamo quando è ormai una giovane donna e ha completato il suo addestramento: bellissima e letale, Yuki è diventata un’assassina di fama indiscussa che si dice figlia di uno shura, di un demone. È stata generata dal desiderio di vendetta ed è mossa unicamente dall’odio e dal rimorso, non c’è spazio per altro nella sua vita.

I due volumi della serie principale e il volume La rinascita, raccolti per questa nuova edizione di J-Pop Manga in un unico cofanetto, sono strutturati ad episodi che potrebbero funzionare anche indipendentemente uno dall’altro, quasi delle istantanee della vicenda di Yuki.

Che si tratti della sua personale vendetta o degli incarichi per cui viene assunta, tutti i capitoli di Lady Snowblood gravitano esclusivamente attorno a Yuki: la sua bellezza, il suo sangue freddo, la sua determinazione, la sua incredibile abilità come assassina, ma anche un peculiare ma coerente senso di giustizia.

Tutto il senso di Lady Snowblood sembra girare intorno all’esistenza della sua protagonista e ancor di più alla sua scelta di seguire un cammino di sangue, di rinnegare ogni cosa e dedicare tutta la sua esistenza all’odio e al rancore. Fermandosi a una lettura superficiale, l’opera di Koike e Kamimura può risultare ridondante, noiosa, addirittura fastidiosa in certi momenti, soprattutto quando le scene erotiche si fanno onnipresenti, a tratti grottesche e persino completamente gratuite.

D'altro canto, occorre sottolineare che questi elementi sono propri del gekiga (letteralmente “immagini drammatiche” che si contrappone nettamente alle “immagini divertenti” del manga), genere nato tra gli anni ’50 e ‘60 e che si sviluppava proprio negli anni di Lady Snowblood per accontentare un pubblico anagraficamente differente che pure si avvicinava alla letteratura a fumetti.

Nel gekiga le storie si fanno più adulte e mature, lontane, ad esempio, dalle opere fantastiche per bambini, quasi disneyane come Astro Boy (1952) di Osamu Tezuka, che avevano definito un canone ben preciso. Qui le ambientazioni sono più realistiche e quotidiane o si rifanno a periodi storici ben precisi – come ad esempio proprio Lady Snowblood, ambientato durante l’era Meiji – i personaggi non sono più solo buoni e cattivi, sanno essere insieme vittime e carnefici, proprio come è Yuki.

Lady Snowblood è dunque una storia di vendetta, ricca di bellissime scene di combattimento dal taglio cinematografico, curate fin nei minimi dettagli e dense di una grazia che solo il tratto di Kamimura poteva donare, una storia in cui eros e thanatos vanno letteralmente a braccetto e si incarnano entrambi nella figura della protagonista, ma è anche una storia che mostra un’epoca di radicale cambiamento politico e sociale in Giappone, quella della restaurazione Meiji.

Anche se Koike non dà mai riferimenti temporali precisi e non si attiene a un’attenta cronologia per i riferimenti storici, sullo sfondo della storia di Yuki vediamo chiaramente gli effetti degli stravolgimenti dell’epoca: il cambio di politica, con il passaggio del potere dagli shōgun all’imperatore, la modernizzazione e l’industrializzazione del paese, che significò anche un’inedita apertura verso il resto del mondo e che portò a due conseguenze, ben rappresentate nell’opera di Koike e Kamimura: la volontà di diventare una potenza mondiale, di stare al passo con l’Occidente, fu il motore primo di un processo di militarizzazione fino ad allora inedito. Significò coscrizione obbligatoria e quindi rivolte contadine da un lato e della vecchia classe guerriera dall’altro, che si vedeva ora spogliata dei propri privilegi. Fu l’inizio del capitalismo in Giappone, con un aumento del divario di classe, sfruttamento del proletariato e l’assenza dei servizi sociali minimi: l’impero era tutto rivolto all’estero, da un lato con una forza militare in continua espansione e dall’altro con il commercio finalmente aperto anche verso altri paesi.

Il senso di sfiducia dei cittadini nei confronti di una politica simile si legge chiaramente in tutta l’opera, a partire dalla figura di Sayo (che neppure prova ad appellarsi alle forze dell’ordine per l’uccisione di suo marito, certa che l’unica soluzione sia la vendetta privata), fino alle fortissime critiche al nazionalismo e alle crudeltà dell’esercito raccontate nel volume conclusivo.

Lady Snowblood - La rinascita è forse il più bello dei tre volumi del cofanetto. Dopo la chiusura della trama principale ritroviamo Yuki, stavolta impegnata a ricostruirsi una vita e un’identità come insegnante di ginnastica. Dettaglio non da poco: la particolare disciplina che insegna, la ginnastica svedese, è una pratica che deve il nome al suo inventore Pehr Henrik Ling, il quale ne ideò i principi a seguito di un viaggio in Cina al fine di creare il connubio perfetto tra le conoscenze occidentali e quelle orientali. Nella storia, l’introduzione della ginnastica svedese diventa il punto di partenza per raccontare lo scontro tra le due forze principali dell’epoca: gli ultranazionalisti conservatori e chi sognava un Giappone più aperto e moderno.

Koike pesca a piene mani dalle pagine di storia e dà alle vicende il suo tocco, molto drammatico e poetico: è Yuki che ricorda ai soldati quali sono i valori a cui dovrebbero attenersi («Un soldato ha l’obbligo di servire fedelmente. Un soldato deve conoscere le buone maniere. Un soldato deve avere senso di giustizia e coraggio. Un soldato deve essere leale. Un soldato deve dar prova di modestia») mentre invece massacrano la popolazione, gli indifesi, persino donne, vecchi e bambini, per arrivare a Itō Noe, anarchica e femminista realmente esistita (anche se in realtà la sua vera storia fu diversa e morì nel 1923, qualche decennio dopo il periodo in cui possiamo ipotizzare si svolga la storia di Yuki), che in questo ultimo capitolo è la vera protagonista della storia e incarna, in una tavola di rara bellezza, il sangue innocente versato in nome di un nazionalismo sfrenato e ottuso che è solo violenza e repressione.

Alla fine del terzo volume, troviamo infine un'interessantissima postfazione di Giorgio Fabio Colombo, professore ordinario di diritto comparato nell'Università di Nagoya che si occupa, tra le altre cose, dei rapporti tra diritto e letteratura. Qui ci racconta il periodo storico in cui si muove Yuki e dà un veloce ma esaustivo quadro di come il popolo giapponese reagì alla restaurazione Meiji: un articolo che ci aiuta a contestualizzare la storia di Shurayuki-hime e ad approfondire le nostre conoscenze della storia del Giappone.

Lady Snowblood è un’opera molto più affascinante e complessa di quanto non possa sembrare a una prima, superficiale lettura, un romanzo crudele e sanguinoso in cui il destino di una donna si staglia netto su un’epoca storica ben determinata e si fa vessillo di valori forti, politicamente rilevanti ancora oggi, a cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione.

Se pensavate di avvicinarvi a Lady Snowblood pensando di trovarvi semplicemente davanti alla versione a fumetti di Kill Bill, preparatevi a restarne sorpresi.

Claudia Maltese (aka Clacca)


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