Retrocomics 04 - Star Magazine

Le quattro epoche della rivista antologica edita da Star Comics

Torna Retrocomics, la rubrica che parla di fumetti quando era ancora in vigore la lira e nessuno diceva “erano meglio i primi cento”.

Questa volta si parla di Star Magazine, la rivista antologica per eccellenza dei supereroi; nata nel 1990 in seno alla Star Comics, ha rappresentato il tentativo di fondere il genere supereroistico made in USA con le riviste contenitore: fondamentalmente un Linus che indossa la sua coperta come mantello e vola via.

La vita della rivista si può tranquillamente dividere in quattro parti:
- La Prima, dedicata alla Marvel.
- La Seconda, che porterà in Italia la Marvel UK, ovvero i fumetti della Marvel Britannica.
- La Terza, contraddistinta dalla perdita dei diritti Marvel da parte della Star Comics.
- La Quarta, che sarà segnata da fumetti indie e dedicati a un pubblico più maturo.

Partiamo?
Partiamo.

PARTE PRIMA - MARVEL


Composta da 31 numeri è, con cinquantasette uscite, la sezione più lunga. Essendo un antologico, la qualità è chiaramente oscillante tra il molto bello, come gli Annual degli X-Men o alcune storie di Daredevil, fumetti interessanti come lo Spider-Man di Todd McFarlane o veramente inutili come i What If...? o i What The.

Discorso a parte merita L'anima del cacciatore di J. M. DeMatteis, Mike Zeck e Bob McLeod, cioè il seguito de L’ultima caccia di Kraven: tanto fu una pietra miliare questa, considerata come una delle più belle storie mai scritte su Peter Parker, tanto fu una brutta toppa L’anima del cacciatore a causa delle polemiche sorte per il suicidio di Kraven, percepito come un finale a favore di questo evento. 

La parte fumettistica l’abbiamo affrontata… ma cosa rendeva veramente imperdibile ogni numero di Star Magazine? Sicuramente l’apparato redazionale.

Già punto molto forte nelle pubblicazioni della Star, con le note in seconda e terza di copertina di ogni suo spillato americano, su Star Magazine si potevano trovare anche info sulle nuove pubblicazioni statunitensi (in un’epoca pre-internet era complesso scoprire nuovi fumetti e nuovi autori aldilà dell’oceano), recensioni su alcune opere e spot sul variegato mondo della fanzine, mondo da cui quasi tutti i redattori Star provenivano.

SPOILER ON 

Piccolo inciso: sulle fanzine ci torneremo prossimamente con un articolo e con le voci dei diretti interessati.

SPOILER OFF

Ora siamo arrivati al numero 32, uscito a maggio del 1993 e quindi alla...


PARTE SECONDA - MARVEL UK

In copertina troneggia Death’s Head II, la nuova versione di un vecchio personaggio della divisione britannica della Marvel: la miniserie che lo presentava al pubblico era di alcuni giovani autori, Dan Abnett, Andy Lanning e Liam Sharp che ebbero un successo sorprendente, tanto da spingere il responsabile della Marvel UK, Paul Neary, alla creazione di altri personaggi e di altre testate che, per un periodo brevissimo, ottennero vendite notevoli per poi finire altrettanto rapidamente nel dimenticatoio.

Per chi vi scrive la più interessante tra le proposte britanniche fu sicuramente Warhead, di Nick Vince e di uno straordinario Gary Erskine che mai più sarà così efficace e sbalorditivo.

Proprio in questa seconda fase la rivista raggiunge il momento migliore: sebbene diventi meno antologica e più contenitore sforna materiale davvero valido, basti pensare al ciclo di Erick Larsen su Spider-Man o a Hulk - Futuro Imperfetto di Peter David e George Perez.

Purtroppo però questo periodo, che va precisamente dal numero 32 al numero 42, dura meno di un anno e il numero 42 è l’ultima uscita con i fumetti Marvel perché da Marzo 1994 tutti i diritti di quei fumetti passano al nuovo editore, Marvel Italia.

Forse ancor più grave della perdita della licenza sarà anche la totale sostituzione degli editor che passeranno praticamente in toto a Marvel Italia.

Si apre quindi la terza parte:

PARTE TERZA - MALIBU’ COMICS


Persi i diritti Marvel, la Star si buttò sulla Malibù Comics, una casa editrice che stava ottenendo dei buoni risultati di vendita in America e che fungerà da ombrello distributivo per la neonata Image Comics.

Questa incarnazione di Star Magazine, per me, rimane la più debole: cercò di assestarsi su Next Men di John Byrne e su Rune dell’immenso Barry Windsor-Smith, proponendo le altre serie dell’Ultraverse (l’universo supereroistico della Malibù) che però erano tutte di qualità medio bassa (una nota positiva è che alcuni redazionali erano scritti da Ade Capone).

SPOILER ON 

Secondo inciso: su Ade Capone ci torneremo, perché ha avuto una grande importanza nel fumetto italiano.

SPOILER OFF

Faccio veramente fatica a trovare qualcosa di notevole in serie come Night Man, Sludge; la rivista arriva al numero 53 e, purtroppo per la Star Comics, la storia si ripete: la Marvel acquista la Malibù e quindi la casa editrice italiana deve rinunciare a tutti i fumetti dell’Ultraverse. Nuovo stravolgimento editoriale che porterà alla...

PARTE QUARTA - BREVISSIMA PRIMAVERA


Qui sono assolutamente di parte: questi quattro numeri finali dal 54 al 57 hanno una qualità altissima anche perché al loro interno si potevano leggere le storie di due personaggi che amo tremendamente, The Maxx di Sam Kieth e Grendel, personaggio creato da quel genio assoluto di Matt Wagner. Il resto sono fumetti di John Byrne come M4 e Babe.

Il clima sta cambiando, da qualche anno le riviste antologiche e contenitore stanno progressivamente chiudendo, la Star ha dovuto chiudere quel gioellino che era Hyperion, stesso destino per All American Comics della Comic Art o per Super Comics della Max Bunker Press.

In edicola il posto di Star Magazine sarà preso idealmente da Wiz e da Play Magazine; la prima fu una rivista antologica della Marvel Italia che durò dal 1995 fino al 2002 e che proponeva materiale della Marvel; la seconda, edita da Play Press, una rivista che presentava materiale della DC.

 Luca Frigerio

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