Letture seriali: Murder Ballads
Le Ballate della Morte di Beltramini e Serra
Probabilmente è solo un effetto dovuto alle tavole dell'artista cagliaritano (ben tre volte vincitore del British Fantasy Award come miglior artista), o almeno è quello che viene da dirsi sulle prime. Poi, iniziata la lettura, capisci che quella malìa suona più come malinconia, perché le protagoniste di queste storie da brivido sono la morte e l'amore, l'innocenza e la sua perdita, che ballano sulle note di una musica che ha un suo preciso e unico spartito.
Beltramini e Serra danno infatti corpo fumettistico alle Murder Ballads, che non è solo un bel titolo altisonante, ma un vero e proprio sottogenere musicale, come ci spiega la stessa scrittrice nell'agile prefazione.
Ballate che raccontano di fatti di cronaca, vicende delittuose, efferate, grottesche persino, che diventano ispirazione per rime e note, capaci di rendere immortali storie altrimenti destinate ad essere ricordate solo dagli amanti del macabro.
E se alla Beltramini tocca il compito di introdurre ognuna delle cinque storie e definirne la sceneggiatura, è Serra che si prende sulle spalle il compito non facile di rapire lo spettatore e portarlo nel bosco della sua arte, con le uniche armi dell'inchiostro e della matita.
Metafora troppo ardita, penserete voi. Ma è nei colori (quando lascia che sia la tavolozza a raccontare, il confine tra fumetto e dipinto si fa sfumato come nebbia), nelle espressioni, nella muta efferatezza che non richiede parole o onomatopee, solo la cupa consapevolezza del nero che si cela nell'animo umano e tra le ombre di una vicenda terribile, che Murder Ballads trova la sua orrorifica e macabra ragion d'essere.
Cambia continuamente stile, Daniele Serra, e questo traspare, racconto dopo racconto, dal segno nervoso della matita, che spesso diventa sola ombreggiatura, oppure ancora pennellata decisa su un rosso vivo di sangue caldo, colore che zampilla sulla pagina tra scorci di nero e bianco, con l'ignara vittima sorpresa tanto quanto il lettore.
Eppure, triste e sentimentale e umana come solo una ballata può essere, c'è spazio anche per la poesia, quando non proprio per il finale a denti stretti e sorriso maligno: non è un caso, infatti, che ad aprire e chiudere il volume siano due storie molto tristi, quasi penose nella fragilità dei loro protagonisti, con l'ultima Solo un giorno come le rose (scelta come sottotitolo all'intero libro), che travalica i confini del mondo anglosassone e viene a ricordarci (insieme a Brigantesse si muore) che anche in Italia sappiamo comporre le nostre "ballate omicide", con La canzone di Marinella che non potrà fare a meno di risuonarvi in testa mentre girate pagina.
Storie realmente accadute, storie irrisolte, storie di fantasmi e lamenti nel buio, di case fatiscenti al limitare di un bosco, che rimangono in piedi solo per ricordarci che la morte può arrivare in qualsiasi momento e dalla mano di chi meno ci saremmo aspettati.
Non sono favole, eppure hanno in sé tutto il grottesco e il macabro di vicende radicate nella cultura popolare, racconti di babau sin troppo reali, inspiegabili raptus di follia in vite piegate dalla fatica stessa di vivere, ombre dove luce non c'è mai stata.
Se cercate il volume perfetto (anche fisicamente, impeccabile ancora una volta il lavoro di Oscar Mondadori nel produrre questo cartonato) da mettere sotto la vostra zucca di Halloween, Murder Ballads è la risposta, pronto a farsi amare, come un incubo che sarete felici di aver vissuto, una volta arrivati all'ultima, salvifica, pagina.
Murder Ballads
Mondadori - Oscar INK, 2021
Disegni: Daniele Serra