Il Mecenate Audace: Ultima Goccia

Il viaggio di una tazzina di caffè verso l'autocoscienza

Ultima Goccia è il primo graphic novel di Andrea De Franco, autore che però non è di certo un neofita del fumetto. Classe 1989, nel 2016 ha fondato la sua etichetta indipendente, DE PRESS, attraverso la quale pubblica fanzine firmate da lui e da altri artisti. Nel 2020 non solo è uscito Ultima Goccia, ma anche il suo primo album musicale, Stupidamutaforma, con lo pseudonimo di Fera.

Ultima Goccia è edito da Eris Edizioni all'interno della collana Kina, che si propone di offrire fumetti d'autore sia italiani che stranieri, anche esordienti. La stessa casa editrice definisce Andrea De Franco come uno dei fumettisti più liberi del panorama italiano, e non a torto: anche se la copertina del fumetto è ben composta e simmetrica, questo autore non ha paura di rompere gli equilibri creati dalle vignette da lui stesso disegnate, come si capisce anche da una sola sfogliata.

Ultima Goccia è la storia di una tazzina che il lettore incontra per la prima volta mentre sta aspettando, o forse è semplicemente in piedi e non sente il bisogno di fare qualcosa, come qualsiasi altro oggetto (un oggetto con un corpo umanoide, con tanto di occhi e bocca) quando non viene usato. Nel momento in cui però deve adempiere al ruolo per cui è stata creata (contenere del caffè), la tazzina va in mille pezzi e perde la sua identità, scomponendosi e ricomponendosi in qualcos'altro, diventando addirittura ella stessa il caffè. È questo l'inizio di un viaggio alla ricerca della propria identità, durante il quale la tazzina troverà altri personaggi che la spingeranno ad ulteriori trasformazioni, costringendola ad affrontare i propri conflitti emotivi interni (infatti più volte la tazzina afferma di voler solo dormire, ma questo non è possibile).
Ogni personaggio incontrato dalla tazzina, come le diverse parti che compongono una caffettiera, affrontano la vita e la questione della propria identità in modo diverso, da chi rifiuta il ruolo che dovrebbe avere per poter essere libero a chi si sballa ad un rave.

Il viaggio di (s)formazione di questa tazzina è come un flusso di coscienza in cui ogni segno grafico può diventare qualcos'altro nel giro di una vignetta, servendosi anche di "versi" colloquiali ed emoticon da messaggistica instantanea per la parlata dei personaggi. La tazzina e gli altri comprimari sono definiti (e non definiti) da un tratto tremolante che spesso non chiude il contorno delle figure. Solo le linee che delimitano le vignette sono dritte e precise, costruendo una "gabbia contenitiva" e composta per i disegni irrequieti che racchiude, definendo lo spazio di esplorazione della tazzina: uno spazio all’interno del quale può accadere di tutto.

Protagonista assoluto di questo e di altri fumetti, più brevi, di De Franco è sicuramente il bianco, che domina tutte le tavole del graphic novel (con qualche motivata eccezione). Questo bianco onnipresente esalta ancora di più le avventure frenetiche della tazzina, che dovrà affrontare diversi stati di coscienza prima di poter finalmente godersi il proprio riposo (forse).

Se si potesse usare una parola per descrivere Ultima Goccia, questa sarebbe: mutevole. Si consiglia la lettura a chi, almeno una volta nella vita, si è sentito perso abbastanza a lungo da non sapere più chi fosse.

Il Mecenate Povero
(Vanessa e Marco)

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