Vetri di Alberto Lavoradori

"Leggere. Sperimentare. Decorare."

Venezia non è solo una città unica al mondo, ma anche un contesto narrativo ideale, un "perfetto marchingegno d'inesauribile attrattiva" per artisti pronti a esplorarla.

Lo sa bene Alberto Lavoradori, disegnatore e grafico nato a Mestre che seguiamo da tempo con stima e che ha collaborato nel corso degli anni con Il Grifo, Edizioni Di, Montag, Il Manifesto, Il Gazzettino, Weird Book, Disney, Panini, Comic Art, Tornado Press e altri. Tra le sue opere più recenti segnaliamo il percorso come autore completo portato avanti nella rivista a fumetti Alias Comics, allegata al Manifesto, dove ha realizzato ad esempio Pleasance, partendo da un interessante spunto di fantascienza distopica di orwelliana memoria e lavorando in maniera deisamente sperimentale (una storia che è in qualche modo collegata a quella di cui parleremo a seguire, come vedremo).

Dopo una lunga preparazione, Lavoradori ha ideato, scritto, disegnato e colorato Vetri (Edizioni Segni d’Autore), opera che lo stesso autore definisce come una sorta di "metafisico lagunare, ambientato tra canali, fondamenta e isole, anche le più marginali, cioè quelle che molti ignorano".

Si tratta di un libro-portfolio prodotto in 300 copie, con una cartella che contiene 56 schede in quadricromia su carta da 170 gr.

La trama, riportata sul retro, è la seguente:

"Una Venezia adombrata e silenziosa è frequentata da tre personaggi profondamente diversi tra loro. Un artista emarginato, uno spettro custode d’un enigma ancestrale e un funzionario che esamina palazzi abbandonati. Pur con intenti diversi, i tre soggetti, sono tutti legati alle misteriose Porte Native, oltre le quali matura un insospettato ed eccentrico prodigio".

È un'opera sperimentale, che rappresenta per Lavoradori un'ulteriore evoluzione dal punto di vista artistico, narrativo e visivo.

Tre storie s'intrecciano, riprendendo alcune suggestioni (e un personaggio in particolare) da una storia breve pubblicata all'interno del già citato inserto Alias Comics. Racconti affascinanti e sofisticati, che si esprimono visivamente messaggi dalle tratto etereo, privo di rifiniture e senza un’inchiostrazione marcata, nelle quali si intravedono ancora i vari passaggi a matita, con uno stile minimale e una colorazione tendenzialmente piatta che mette in evidenza i colori suggestivi di una Venezia fuori dal tempo.  

Mi piace riportare le parole utilizzate dallo stesso autore per presentare quest'opera suggestiva nelle note introduttive:

"Una storia, o visione, rivolta a tutti i cittadini del mondo accumunati da genuino trasporto per questa fantastica [capsula del tempo] che nel suo intimo, per asimmetrie, contenuti artistici ed estetica ibrida è, e sarà sempre, simbolo di resistenza contro ogni banalità e semplificazione.

E non è tutto; questo è un progetto editoriale un pizzico diverso da quelli che vanno per la maggiore. Non è un libro. Non è una graphic novel. Non è un albo fotografico.

Vetri è un esperimento narrativo che ruba, ai cugini elencati, trucchi e strategie, ma poi vive e si dipana in modo peculiare, tutto suo, direi emancipato e astratto.

Vetri sono immagini, o motivazioni, che, a fine percorso, a fine storia, puoi richiudere nella loro confezione, oppure, se qualcuna ti ha particolarmente colpito, puoi appendere (anche senza cornice; anche senza muro)."

Proprio in questo suo essere "sgangherato e sgangherabile" questo portfolio trova un suo senso incredibile. "Sgangherato perchè nasce senza un’idea precisa, prosegue senza un’idea precisa. Sgangherabile perchè se estrai una sua vignetta dalla tavola, essa funziona anche da sola…”: lo disse Umberto Eco riguardo il Dylan Dog di Tiziano Sclavi, ma possiamo riadattare tali caratteristiche del tutto peculiari anche a quest'opera.

"Vetri è: leggere. Sperimentare. Decorare."

Dunque non solo fumetto, non solo arte contemporanea, non solo illustrazioni e quadri da appendere. Ma tutto questo contemporaneamente.

Una riflessione sul valore inestimabile dell'arte, che sia quella di un maestro vetraio o di un fumettista, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo con cui esprimersi. Lavoradori smonta letteralmente pezzo dopo pezzo il concetto di arte sequenziale per generare nuovi stimoli, da cui partire per aprire strade inedite.

Come suggerisce Andrea Voglino nella postfazione, certamente in altri luoghi e in altri tempi Alberto Lavoradori sarebbe ricoperto delle magnificenze riservate ai grandi maestri della letteratura disegnata. Sta a tutti noi fare in modo di ristabilire quella giusta equità e apprezzare a dovere l'evoluzione del suo straordinario percorso artistico.

Il sommo Audace - Giuseppe



Vetri

Edizioni Segni d’Autore, 2021

Testi e disegni: Alberto Lavoradori

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