Uncanny Cinecomics: WandaVision
L'intrigante, insolito inizio di una nuova era del Marvel Cinematic Universe
Westview, New Jersey: una tranquilla cittadina di 3,892 abitanti, il prototipo dell'idillica periferia americana. Il tempo sembra essersi fermato, i vicini sono cordiali e vivono la loro quotidianità come se il mondo esterno non li toccasse. Il posto perfetto per crescere una famiglia – questo è il sogno di Wanda e Visione, una coppia come tante altre. Beh, non proprio: lei è dotata di incredibili poteri arcani e sull'orlo di una crisi psicotica; lui è un sintezoide, un avanzatissimo pezzo di tecnologia capace di complessi ragionamenti filosofici e di provare emozioni come un vero essere umano. Insieme, sono il nucleo di una famiglia disfunzionale protagonista di WandaVision, la prima serie TV del Marvel Cinematic Universe trasmessa in esclusiva sulla piattaforma Disney+.
WandaVision è principalmente frutto della mente della showrunner Jac Schaeffer, regista, scrittrice e produttrice già nota al pubblico del MCU per aver collaborato alla scrittura di Captain Marvel, e Matt Shakman, regista di tutti i 9 episodi della serie con esperienze alla regia di show come Fargo, Game Of Thrones e It's Always Sunny In Philadelphia. Il frutto della loro collaborazione inaugura una nuova fase dell'Universo Marvel Cinematografico – ora presente sul piccolo e grande schermo.
Sotto l'occhio vigile di Kevin Feige, Schaeffer, Shakman e gli autori di WandaVision hanno accolto spettatori e
spettatrici all'interno di un microcosmo suburbano da sogno... che si trasforma
presto in un surreale dramma psicologico.
Nell'autunno del 1998 fece il suo debutto nei cinema statunitensi Pleasantville, pellicola firmata dal
regista e scrittore Gary Ross. Il film ruotava intorno ai gemelli David e
Jennifer, trascinati da un telecomando magico all'interno della sit-com omonima
Pleasantville, ambientata negli anni
'50 – un mondo perfetto raccontato con nostalgia e soprattutto pungente ironia.
La premessa di WandaVision strizza
l'occhiolino all'opera di Gary Ross e, in generale, alla grande tradizione
americana delle situation comedy. I
nove episodi firmati Schaeffer e Shakman non vivono di soli occhiolini e
richiami, con più di una sorpresa custodita tra le mura di casa Wanda Maximoff
(Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) a Westview.
I primi episodi della serie, ambientata tre settimane dopo la conclusione di Avengers: Endgame, sono piccole gemme
che vedono la coppia vivere comiche situazioni di vita quotidiana, omaggi a
show storici come I Love Lucy, il Dick Van Dyke Show, Vita da Strega e La Famiglia
Brady. Col passare degli episodi, la natura citazionista di WandaVision si fa sempre meno importante
al netto della trama generale. L'omaggio a istituzioni degli anni '90 e '00
come Malcolm e Modern Family strappa un sorriso ma fa puramente da cornice, una
soluzione estetica che gioca con le aspettative degli spettatori e imposta
l'atmosfera generale degli episodi. WandaVision
integra l'amore per la televisione all'interno della propria narrativa con
eleganza e rende tutto perfettamente credibile e sensato, giustificando così la
propria gimmick – resa con
incredibile cura estetica in un percorso che copre circa settant'anni di
sit-com, vissuti cambiando l'estetica
di Westview di episodio in episodio.
L'incantesimo incredibilmente funziona e, per un breve istante, il quadro
generale e le trame del Marvel Cinematic Universe passano in secondo piano. Gli
autori estrapolano Wanda e Visione dal loro contesto tradizionale, quello
supereroistico, per lasciare allo spettatore il piacere di venire agganciato,
sedotto e divertito da una scelta narrativa bizzarra e particolare.
Westview è un vero set televisivo: un'ambientazione semplice, immacolata quanto intrigante, una Pleasantville in cui Visione è un uomo comune con la voglia di quella promozione da strappare al suo burbero capo, in cui Wanda è una casalinga perfetta, tanto simpatica e piena di risorse. Elizabeth Olsen e Paul Bettany abbracciano questa strampalata visione dei loro personaggi e il pubblico li segue a braccetto in alcune esilaranti situazioni: entrambi sfoggiano notevoli performance, grazie anche a uno script leggero ma ben costruito, di facile digestione ma capace di sottolineare la naturale inclinazione alla comedy di entrambi gli attori protagonisti – un aspetto difficile da far emergere in pellicole corali, caotiche e dal tono più drammatico come Avengers: Age Of Ultron o Captain America: Civil War.
Gli abitanti della cittadina del New Jersey entrano ed escono dalla vita di Wanda e Visione a intervalli regolari, puntualmente accompagnati dalle reazioni del pubblico, che reagisce come se la serie TV fosse davvero registrata in uno studio.
Come il segnale televisivo disturba l'immagine, il white noise si insinua tra le strade della città. I riferimenti alle sit-com iniziano a farsi palesi anche per gli stessi personaggi della serie, costretti a vivere un eterno loop di episodi senza una reale progressione – a meno che non sia Wanda a deciderlo. Il quarto episodio, Interrompiamo Questo Programma, rappresenta un vero e proprio stopgap della produzione dello show e dell'intera serie. Lo S.W.O.R.D. irrompe nel lavoro di Schaeffer e Shakman; l'unità guidata dal direttore Tyler Hayward (Josh Stamberg) indaga sulla vicenda, rivelando che l'intera città è cinta da un muro di energia esagonale, frutto della mente frammentata e disturbata di Wanda Maximoff. Una delle eroine più potenti della Terra, incapace di superare il dolore per la perdita dell'amato Visione, ha intrappolato Westview nella sua ideale visione della vita. In una sorta di gioco metanarrativo, gli agenti dello S.W.O.R.D. diventano spettatori di Wandavision quanto il pubblico a casa: uno show nello show, con tanto di spot e pubblicità, carichi di ironia e misteri che seducono e invogliano a proseguire nella visione.
L'agenzia, incaricata di sorvegliare e rispondere alle minacce extraterrestri e sovrannaturali, diventa il veicolo attraverso il quale gli autori sciolgono i dubbi e i misteri che avevano finora arricchito la serie. Il Marvel Cinematic Universe riprende con prepotenza il suo posto, reintroducendo il volto noto dell'agente Jimmy Woo, interpretato da Randall Park, e la dottoressa Darcy Lewis, intepretata da Kat Dennings; insieme, i due forniscono supporto a “Geraldine” alias Monica Rambeau, agente dello S.W.O.R.D. riuscita a intrufolarsi a Westview con lo scopo di fare chiarezza, intrappolata dall'illusione di Wanda e successivamente rigettata dall'utopia distorta della “Strega”. Questo secondo nucleo di personaggi diventa parte integrante della trama – andando a indebolire però l'idea originale, l'attrattiva dietro WandaVision. Su questo binario parallelo di trama, la scrittura si banalizza e viene omogeneizzata alle tante altre produzioni dei Marvel Studios. Hayward è la figura autoritaria senza scrupoli pronta a terminare il “pericolo Wanda” con ogni mezzo possibile e lo sviluppo di figure positive come Woo e Darcy non sono interessanti quanto Monica Rambeau – l'unico, vero elemento di spicco tra i nuovi elementi, capace di entrare in contatto con Wanda e spingere verso la sua redenzione. Allo stesso tempo, all'interno dell'Hex, l'esagono che ha intrappolato Westview, tiene banco l'evoluzione di Visione, personaggio che comincia a mettere in dubbio non solo lo stato mentale della sua amata Wanda, ma anche la sua stessa natura.
La metanarrazione diventa parte integrante della storia, senza mai sfondare direttamente la quarta parete. Da oggetto del mistero, Westview viene analizzato dentro e fuori e le interessanti, affascinanti domande che accompagnavano l'esame della psicologia di Wanda vengono man mano chiarite. L'illusione crolla ma non mancano i colpi di scena: la crescita repentina di Billy e Tommy offrirà a Wanda e Visione la possibilità di confrontarsi, discutere e arrivare ai ferri corti, mentre l'introduzione di Evan Peters nei panni di Pietro Maximoff, precedentemente intepretato da Aaron Taylor-Johnson in Age Of Ultron, stuzzica la fantasia dei fan e ringalluzzisce la curiosità. La serie, nel frattempo, si avvia verso il suo climax. Mentre fuori Hayward ricorre a tutto il suo arsenale per distruggere l'Hex, contemporaneamente la personalità straripante di Agnes si trasforma in una forza arcana opposta a Wanda – una cara, vecchia conoscenza che farà la gioia di tutti i fan del mondo mistico della Casa delle Idee.
Gli episodi si susseguono rapidamente, così come le rivelazioni, mentre diventa sempre più evidente il volto ambivalente dell'opera di Schaeffer e Shakman. Da un lato, l'introduzione dei nuovi elementi come lo S.W.O.R.D. appanna e offusca la vena creativa e più allettante della serie, muovendo però la trama principale verso la sua risoluzione finale. Dall'altro, la scrittura dei personaggi principali come Wanda, Visione e Monica raggiunge momenti sorprendentemente alti, capaci di scavare a fondo e riportare profondità e brillantezza alla sceneggiatura. I temi centrali dell'amore e del dolore della perdita si ritagliano sempre più spazio nello sviluppo dei protagonisti – consci di dover distruggere l'illusione della perfezione di Westview. Nonostante la sua bellezza, l'incantesimo di Wanda non è altro che un inganno che ha chiuso la mente della protagonista e distorto la natura del suo amore per il sintezoide. Riscoprendo insieme la vera ragione della loro unione, Wanda e Visione, con Billy e Tommy, dovranno essere pronti a sacrificare tutto pur di ristabilire la realtà.
WandaVision è un prodotto bizzarro, tanto lontano eppure molto vicino alle atmosfere generali del MCU. Il passaggio al piccolo schermo è la chiave di volta dell'intera operazione: dentro e fuori la trama principale, la televisione diventa cura e malattia, cornice e oggetto della narrazione. Mantenendo un alto budget e il mood delle grandi produzioni, la serie dedicata a Wanda, la Strega Scarlatta, e all'avanzatissimo Visione scopre una sensibilità tutta sua, un piglio che lo separa, non troppo, dal grande schermo. Nonostante qualche problema nella distribuzione del ritmo e una inspiegabile tendenza allo spiegone, gli autori Jac Schaeffer e Matt Shakman esprimono la propria idea efficacemente, bilanciando umorismo e azione, introspezione e colpi di scena capaci di stimolare la mente dei fan.
Seguendo un'intrigante, insolita strada, WandaVision inaugura (non senza qualche scivolone) una nuova era del Marvel Cinematic Universe con un pizzico di magia... del caos.
Fabrizio Nocerino
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