Quaderni Giapponesi vol. 3

L'inconsueto fascino di un Giappone sotterraneo e inesplorato

"La cultura giapponese mi appariva come un paesaggio irregolare, composto da grandi picchi di bellezza e abissi di disperazione."

Igort in Kokoro - Il suono nascosto delle cose.


Il terzo volume dei Quaderni Giapponesi, pubblicato da Oblomov a fine 2020, porta avanti la visione autoriale, suggestiva e colta, di Igor Tuveri, in arte Igort, con un approccio simil documentaristico intervallato da elementi autobiografici legati alla scoperta della cultura e delle modalità espressive caratteristiche del Paese del Sol Levante.

Igort fornisce le coordinate per orientarsi in un Giappone nascosto e poco esplorato, meno mainstream, altamente affascinante, dando vita a quello che opportunamente Francesco Boille su Internazionale accosta a un vero e proprio saggio.

La narrazione prende lo spunto iniziale dalla visione di un anime, Una lettera per Momo di Hirojuki Okiura, definito da Igort "un film dai toni delicati, quasi intimisti".

Igort parte da molto lontano, dai kibyoshi, fascicoletti stampati nel periodo Edo (tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento), considerati gli antenati del fumetto adulto giapponese, citando poi le ukijo-e, le stampe classiche in xilografia giapponesi.

Il percorso storico-culturale si sofferma poi ad analizzare l'epoca del "modernismo" (modanizumo): un periodo che si colloca fra il 1912 e il 1937, che vide l'esordio di nuovi generi letterari e l'affermarsi dei romanzi intimisti e autobiografici (Shinshosetzu, il romanzo dell'io), che descrivevano il lato oscuro della società giapponese, e contestualmente il diffondersi di fenomeni di costume come le MOGA (Modan Garu, ovvero Modern Girls), ragazze dalla condotta disinvolta influenzate dal costume occidentale, speculari ai MOBO (Modern Boys).

Igort si addentra anche nel fenomeno dell'ero-guro nansensu, genere che combina erotismo, mistero e crimine con elementi horror e grotteschi. Tuveri pone l'accento su autori e modalità espressive del passato come le muzan-e, le stampe sanguinarie di artisti come Yoshitoshi il crudele, e rievocando l'ero-guro odierno di autori come Suehiro Maruo (tradotto per la prima volta in Europa proprio da Igort, con la pubblicazione di Il Vampiro che ride, edito da Coconino nel 2000) o Yamamoto Takato (con il suo "Heisei Estheticism", che mescola gotico e dark in un affascinante mix tra ukijo-e e manga) o ancora il visionario Toshio Saeki, addentrandosi (e il lettore con lui) in un irriverente e sanguinolento "carnevale di immagini macabre", un genere decadente, dai confini malleabili e difficilmente etichettabile.

Attraverso il suo peculiare mix tra prosa, fumetto, illustrazione e rielaborazioni di opere antiche in omaggio ai Grandi Maestri d'arte nipponici, Igort guida il lettore attraverso un Giappone torbido, a tratti eccessivo, inatteso quanto appassionante nei suoi risvolti.

Gli aspetti autobiografici, con i suoi ricordi, i suoi incontri con gli autori e i suoi aneddoti, contribuiscono al fascino di un memoir grafico che riesce a restituire con parole e immagini l'intensità della sua passione per la cultura giapponese.

In questo senso possiamo solo sottolineare ancora una volta come per Igort, all'attività di editore, fumettista, regista e talent scout, si vada ad abbinare quella di divulgatore culturale, traduttore in senso ampio, non di una singola opera bensì di un intero bagaglio culturale.

Coerente con il suo percorso d'autore, la trilogia dei Quaderni Giapponesi (con l'aggiunta di Kokoro - Il suono nascosto delle cose), si dimostra al contempo una guida per appassionati ma anche uno stimolo per chi non ha grosse conoscenze in materia, per scoprire opere underground, percorsi autoriali e approcci che risentono di influenze antiche e che si aprono al fascino della modernità, tutti aspetti che in Giappone acquistano un valore a dir poco unico.

Il sommo audace - Giuseppe


Quaderni Giapponesi vol. 3

Oblomov, 2020
Igort

Post più popolari