Il Mecenate Audace: intervista a Marco Fontanili
Tales from the Grave e l’amore per l’horror vintage
Marco Fontanili è un giovane autore di fumetti ed è anche un appassionato di horror. Non è un caso che la sua ultima autoproduzione, l’antologia di racconti brevi Tales from the Grave, ricordi riviste che hanno fatto la storia del fumetto, come Tales from the Crypt e The Vault of Horror.
In questa intervista abbiamo chiesto a Marco di raccontarci queste sue passioni, il fumetto e l’horror, e dei suoi progetti autoprodotti.
Grazie a Tales from the Grave abbiamo scoperto il tuo negozio Etsy, dove vendi i tuoi fumetti autoprodotti. Quando hai cominciato ad autoprodurti e perché hai deciso di intraprendere questa strada?
Marco Fontanili: La mia prima autoproduzione risale a inizio 2017, se non ricordo male.
Dopo anni passati a occuparmi "solo" dei disegni ho iniziato a sentire la voglia di cimentarmi anche con la scrittura e di avere completo controllo sui progetti, così mi sono improvvisato "autore". Inizialmente fu ostica perché non avevo la minima idea di come muovermi, infatti ci misi un bel po' di tempo a ingranare per bene. Tra l'altro, come se non fosse abbastanza, con il mio primo fumetto da autore completo mi cimentai per la prima volta con il disegno digitale.
Diciamo che già all'inizio sapevo bene come complicarmi la vita.
In tutta onestà, all'epoca sottovalutavo un po' tutto il concetto di autoproduzione, infatti il mio intento iniziale era quello di stampare un paio di volumi brevi e di farli girare tra gli editori con la speranza che qualcuno fosse attratto a tal punto da darmi una possibilità ed effettivamente così è stato.
Ho ripreso seriamente a metà 2018 con il self-publishing, dopo una (non troppo) piacevole incursione nel mondo dell'editoria tradizionale.
Il 2020 è un anno complesso anche per
il fumetto, in particolare per l’autoproduzione. L’emergenza sanitaria ha
influito anche sul tuo lavoro? In che modo?
MF: In verità l'emergenza sanitaria non ha influito troppo. Vero che a causa di questa tutte le fiere di settore sono state annullate e che quindi le vendite sarebbero dovute precipitare, ma fortunatamente grazie sia a questo Tales from the Grave che al precedente Atmosphere of Terror le entrate del mio negozio online sono salite oltre ogni mia più rosea aspettativa. Per farti un esempio, diciamo che: nonostante le acque non siano delle più calme, una serie di avvenimenti ha contribuito a rendere più robusta la mia barca.
Le tue autoproduzioni, come Tales from the Grave, sono una grande dichiarazione d’amore ai fumetti della EC Comics e all’estetica horror degli anni Quaranta e Cinquanta. Come hai scoperto i titoli della EC Comics e cosa ti ha affascinato così tanto delle loro storie?
MF: Ricordo alla perfezione la prima volta in cui sono venuto a contatto con i volumi della EC Comics.
Ero nella fumetteria della mia città e stavo allegramente girando tra gli scaffali quando mi sono ritrovato di fronte a The Haunt of Fear e a Weird Science. BUM - colpo di fulmine istantaneo. Anche il proprietario del negozio è un super appassionato di quei fumetti, infatti è stato più che felice di raccontarmi cosa fossero e farmi scoprire tutta la storia della casa editrice. Ancora oggi, quando vedo ristampe o titoli simili, non posso fare a meno di comprarli e leggerli.
Secondo te cosa ha da offrirci oggi
quell’immaginario horror “vintage”, popolato da mostri della laguna, creature
mutanti, wendigo e castelli stregati?
Spesso si pensa che l'horror debba solo spaventare o darti un senso di ansia, ma io non sono assolutamente d'accordo. Penso sia il genere più vario, quello che può offrire la più ampia sfera di emozioni, soprattutto in questo periodo storico dove, grazie alle produzioni più indipendenti, si esplora e si sperimenta parecchio.
Disegni in tradizionale o in
digitale? Oppure hai un “metodo” che prevede l’uso di entrambe le tecniche?
Tales from the Grave nello specifico è stato realizzato interamente su Photoshop, a parte gli storyboard che continuo a realizzare su carta.
Tales from the Grave è un’antologia di fumetti molto brevi, di 8 pagine ciascuno. È stato difficile per te raccontare una storia intera attraverso questo formato?
MF: Amo i cortometraggi e le storie brevi, ho studiato questo linguaggio per parecchio tempo e lo sento molto vicino a quello che voglio fare, quindi difficoltà non ne ho mai avute. Anzi, sotto vari punti di vista trovo molto più stimolante realizzare fumetti di poche pagine, piuttosto che trame dall'ampio respiro. Purtroppo è un formato che viene spesso sottovalutato, però.
La maggior parte delle tue opere sono
dei silent book, dei fumetti senza parole. Come mai questa scelta? Pensi che
prima o poi realizzerai dei “fumetti scritti” o per ora preferisci continuare
ad esplorare questo modo “silenzioso” di raccontare?
Fumetti scritti ne ho fatti, in particolare L'Amore non ha Pietà, pubblicato da Shockdom un paio di anni fa.
Pure ora ogni tanto ci provo a inserire dialoghi e/o didascalie in alcuni dei miei progetti, ma sento sempre una sensazione strana quando poi riguardo tutto il lavoro. Come se l'aggiunta della parola togliesse qualcosa e rendesse tutto "incompleto". Sento la stessa cosa anche coi colori. Ne parlavo giusto qualche settimana fa con un collega e gli ho fatto l'esempio della Dismorfofobia. Ecco, quando aggiungo il testo o il colore ai miei lavori faccio fatica a riconoscermi.
Quali sono i tuoi piani per il
futuro? Stai già pensando ad altri progetti autoprodotti?
Il resto è sempre molto fumoso, valuto proposte sia per quanto riguarda la realizzazione di fumetti, sia per altro. Forse ci sarà un ritorno nel mercato tradizionale, se si presentano le condizioni che ritengo accettabili. Vedremo.
Diciamo che sto piantando molti semini nel mio piccolo orto e spero che presto si inizino a raccogliere i frutti :)