The Surface di Ales Kot e Langdon Foss
Aleš Kot ebbe il suo primo break nel mondo del fumetto 2012. Pubblicato da Image Comics ma inedito in Italia, Change sorprese tutti per l'incredibile energia emanata, con tutta la fame che Kot dimostrava di avere. Al centro della storia tre coloriti protagonisti (un rapper, una sceneggiatrice e un cosmonauta) posti di fronte all'avvento di entità ancestrali da altre realtà, l'inabissamento di Los Angeles e la fine del mondo – meglio affrontare l'Apocalisse che i propri traumi e paure. Il fumetto proiettò la carriera di Kot verso nuovi livelli, aprendogli le porte in DC Comics e Marvel e garantendogli la fiducia di Image per la realizzazione del suo progetto successivo, l'acclamatissimo Zero. Ma Change fu ancor più importante per lo stesso Aleš Kot, in quanto, senza Change, non esisterebbe The Surface... il più grande fallimento dell'autore ceco.
Pubblicato originalmente nel 2015, la storia di The Surface comincia nel 2034 a Das Es Salaam, in Tanzania. Qui gli Stati Uniti d'America, la Cina e l'Arabia Saudita hanno trasformato lo stato africano nel nuovo centro del mondo, rappresentazione perfetta di una società distopica post-capitalista e cannibale. La forbice tra gli infinitamente ricchi e i drammaticamente poveri si è allargata ancora di più. Mastodontici grattacieli e centrali industriali grandi come città spezzano l'ambiente desertico. Il transumanesimo ha raggiunto nuove vette grazie al Life Log – un sistema che connette ogni persona tramite microchip, videocamere e microfoni. Un flusso costante di informazioni, esperienze, visioni raccolte in vari feed che connettono l'intera umanità. La privacy è un concetto superato. In questo sistema distopico chi sceglie di non condividere è il ribelle. Gli hacktivisti sono l'elemento di disturbo e uno di loro, Mark, è il figlio del Presidente Dell'Unione Dei Tre Stati e il protagonista di The Surface insieme ai suoi due amanti, Nasia e Gomez.
Le prime pagine del volume, in Italia grazie a Eris Edizioni, non lasciano respiro. Il bombardamento di informazioni è costante e richiede attenzione, il narratore onnisciente si perde in dettagli piuttosto che chiarire i contorni della storia. Alla trama principale vengono affiancate le pagine web di Blinkfeed, un sito d'informazione che esplora gli elementi di contorno del mondo di The Surface – presentate in elegante formato da Tom Muller*. Grazie a Blinkfeed i lettori vengono a conoscenza di interessanti retroscena sul mondo dell'opera: da piccole curiosità, come la diffusione della poliamorosità, fino alle difficoltà burocratiche contro l'emersione di nuove identità di genere, persino come funziona il Life Log grazie alle parole del genio Nucleus West. In un articolo apposito, i lettori scoprono il mito del titolare Surface, un'oasi che annulla spazio e tempo, una leggenda moderna che è tutto e niente allo stesso tempo, in cui il pensiero diventa tangibile e reale. Tutto è possibile nel Surface e al suo interno sarebbe contenuta la prova definitiva a una folle teoria: la realtà sarebbe un'illusione, l'universo un ologramma – ed è lì che Mark, Nasia e Gomez si stanno dirigendo.
Il viaggio fisico dei protagonisti verso il Surface comincia però a venire contaminato dall'atmosfera metafisica e surreale. La complessità del concept iniziale di The Surface viene progressivamente riflessa dalle sempre più ambiziose tavole di Langdon Foss, artista che deve tanto a illustratori come Seth Fisher, Frank Quitely e Geoff Darrow – influenze tutte presenti e meravigliosamente reinterpretate nel corso dell'opera. Le strutture di cemento, il deserto africano lasciano spazio ad ambientazioni astratte e inspiegabili. Nasia, Gomez e Mark vengono accolti da una rigogliosa vegetazione, oggetti mondani, rappresentazioni tangibili dell'immaginazione umana. La foresta sfoggia le vibranti tonalità scelte da Jordie Bellaire, il tratto morbido di Foss si piega sempre di più all'assenza di leggi fisiche. Nell'estasi di elementi allucinanti, il design dei personaggi è semplice ed essenziale. La cura nei volti, nelle espressioni del viso, nelle emozioni che dipingono, cattura l'attenzione mentre il contatto con la realtà si fa via via più flebile. L'ingresso nel Surface ricorda un trip psichedelico per il lettore quanto per i protagonisti della storia, esterrefatti dal raggiungimento del loro obiettivo.
Quando il distacco dalla realtà di The Surface sembra definitivamente compiuto e le risposte agli interrogativi universali a portata di mano, il mondo grigio, violento e cinico torna a mostrare il suo volto crudele. Verso la chiusura del secondo capitolo, l'essenza del fumetto stesso comincia a dissolversi e non è più possibile distinguere da quale parte di The Surface ci si trovi. Il contenuto dell'opera passa da metafisico a metatestuale e metanarrativo. Il fallimento di Aleš Kot come narratore prende bruscamente forma.
Parallelamente alla trama principale, attraverso le pagine di Blinkfeed Kot introduce gradualmente il personaggio di Robert Doublehead, uno scrittore-superstar misterioso ed elusivo. Protagonista di alcune interviste e approfondimenti, Doublehead si spoglia lentamente con l'incedere della storia, inserendosi quasi forzatamente. Il gioco tra realtà e simulazione si rompe rimuovendo punti fermi al lettore, improvvisamente schiacciato dalla crudezza delle parole su carta. La maschera costruita da Kot per se stesso cade e The Surface cessa di essere una storia dai toni cyberpunk – figlia di The Invisibles, Matrix e Transmetropolitan. Aleš Kot mette a nudo la sua anima in un sempre più coinvolgente e straziante spaccato biografico che rompe la quarta parete. Tra psicomagia e psicanalisi, Kot dialoga accoratamente con i lettori, svelando gli elementi che hanno portato alla concezione di The Surface e come la sua vita sia cambiata dopo il grande successo di Change. La realtà e la finzione – l'ologramma e il concreto, che dir si voglia - si intersecano al punto tale da obbligare l'autore a gettare le armi, ad ammettere la propria sconfitta come scrittore ma allo stesso tempo celebrando la propria maturazione personale, emotiva, umana.
La lettura di The Surface è stratificata e spessa, a tratti morbosa, ossessiva, pesante; ma nel flusso costante di informazioni proposto “dall'ologramma”, gli autori ammaliano e lasciano che i lettori si innamorino dell'ambientazione, dei concetti fantascientifici e filosofici proposti. Dietro l'ambizione dello scrittore in rampa di lancio, Aleš Kot accumula ansie e insicurezze, espone i propri traumi e si perde nella propria storia, desideroso di attenzione, amore e soprattutto empatia, comprensione. Il toccante finale dell'opera celebra l'Uomo Aleš Kot piuttosto che lo Scrittore. La storia di The Surface è volutamente incompleta, in divenire - tremendamente personale e intima, a tratti struggente e capace di toccare le corde di chi, come Kot, ha vissuto sulla propria pelle il dramma dell'abbandono e della malattia, della mancanza di figure paterne e materne. Insieme a Foss e Bellaire, l'autore ha rotto la Superficie del semplice fumetto, ammettendo le proprie colpe e la propria incapacità nel raccontare The Surface.