Retrocomics 02 - Nero

La rivista antologica noir creata da Bernardi e Ferrandino nel 1992

Bentornati a Retrocomics, la rubrica che parla del fumetto e del suo passato: qui non si nasconde nulla e non si censura niente.

Nella prima puntata avevamo parlato di Nova Express e della Granata Press. Oggi parleremo di Nero, edita da... Granata Press nel 1992.

1)     È una rivista per tutti perché ci stanno colpi di scena, mazzate e un sacco di azione. Però non è per famiglie, a causa delle maleparole.
2)     Le storie andranno avanti a cicli. Ogni sei numeri si ricomincia con materiale fresco.
3)     Il Nero Moderno di norma va ambientato nella Metropoli Moderna, ma noi lo ambientiamo dove ci pare.
4)     Evviva Garibaldi.

Queste erano le quattro regole, enunciate nell’editoriale del primo numero, di Nero: la rivista antologica creata da Luigi Bernardi e Giuseppe Ferrandino convinti, a ragione di chi scrive, che il genere Noir in Italia avesse molto da dire e che non fosse stato sviscerato a dovere. Al contrario di molte delle riviste contenitore dell’epoca in Nero non erano presenti articoli o approfondimenti: cinque storie a fumetti che, contrariamente alla regola numero 2, non saranno sempre suddivise in sei parti ma d’altronde parliamo di storie dove le regole sono spesso - se non sempre - infrante.

Prendiamo il numero uno e la sua copertina: già da quella si capisce che ci sarà una rottura dei classici schemi, perché le copertine saranno sempre vignette di una delle storie presenti nel volume e colorate per l’occasione. La prima è di Fabio Valdambrini e colorata da Marco Soldi e tratta da Il Re di Giuseppe Ferrandino e - appunto - Valdambrini.

Il logo è verticale e occupa un terzo della copertina stessa e il suo colore varierà in ogni numero usando sempre la gamma tipica della Granata Press; il prezzo è di 3.500 Lire per 68 pagine. Per fare una proporzione, un albo Sergio Bonelli Editore costava all’epoca 2.300 Lire e Nova Express, di un anno più giovane, costava 6.500 di Lire del vecchio conio.

Ma bando a questi discorsi da contabile, che pur avranno un peso sulle (s)fortune della Granata Press e delle sue riviste, e partiamo a vedere se l’interno valeva tutti quei sudati risparmi di un quattordicenne milanese perennemente sorpreso dalla quantità di proposte presenti in edicola ogni mese.

STORIA DI CANI di Giuseppe Ferrandino e Giancarlo Caracuzzo

LA CHIESA TRIONFANTE di Paolo Aleandri e Maurizio Di Vincenzo

DIZIONARIO RAGIONATO DEL GENERE NERO di Paolo Aleandri e Paolo Morales

IL RE di Giuseppe Ferrandino e Fabio Valdambrini

ACQUANERA di Anna Settebagni e Franco Saudelli

Mi sembra giusto e doveroso segnalare che nelle prime tre storie il lettering sarà di Fabio Redaelli e nelle altre due di Marco Soldi.

Come potete vedere ci sono nomi che ritroveremo in Bonelli e su altre pubblicazioni, solo per fare due nomi riparleremo di Caracuzzo e Di Vincenzo per quel capolavoro chiamato ESP. Prossimamente su questi schermi.

Dicevamo, com’è la qualità di queste storie? Alta, con picchi altissimi come nel caso di Storia di cani, dove Ferrandino dà un’ulteriore prova della sua bravura come sceneggiatore dopo aver scritto solo tre numeri di Dylan Dog tra cui il numero 39, Il signore del silenzio, con ai disegni uno strepitoso Giampiero Casertano, uno dei più bei albi di Dylan Dog per quanto mi riguarda.

Parliamo di Storia di cani, un fumetto in cui, molto prima di Gomorra o altre serie, possiamo trovare un ritratto realistico e senza abbellimenti con un cinismo crudo dove la propria sopravvivenza è l’unico interesse per il protagonista, Mimì, ma anche per gli altri personaggi che Ferrandino ci mostra in una Napoli presa in ostaggio e ferita.

In tutto questo Caracuzzo si dimostra in ottima forma e confeziona delle tavole splendide con un rigoroso uso del bianco e nero sintetizzando pensieri e sentimenti dei personaggi con i soli loro sguardi ed espressioni. Cosmo Editoriale ha da poco ristampato l’intera opera in un volume, ma gli albi di Nero sono facilmente trovabili tra manifestazioni del settore (odio la definizione di "Fiera del fumetto") e fumetterie: in qualsiasi formato, io ve lo consiglio assolutamente perché è forse uno dei migliori fumetti italiani che potrete leggere.

Ma Nero è molto di più e passiamo dal nero-azione, così era chiamato Storia di cani, a nero-mistico, ovvero a La chiesa trionfante, dove Aleandri e Di Vincenzo iniziano una saga ambientata nel medioevo di una provincia italiana dove il sesso si mescola alla religione e ovviamente al noir. È una mini più ostica e meno apprezzabile, suddivisa in episodi, cosa che poi spingerà a un ripensamento della rivista stessa. Di questo però parleremo più avanti, perché è tempo di parlare del Dizionario ragionato del genere Nero, dove in ogni numero verrà affrontato un tema diverso: nel primo l’amore, nel secondo la paura e così via... Sono storie con una qualità altamente variabile, ma c’è da dire che racchiudere il tutto in 4/5 tavole non è proprio semplicissimo.


Il Re, nero-omaggio, rimane per me la parte più debole di tutte: non sono mai riuscito ad apprezzarlo, così pieno di didascalie, anche se l’intento di omaggiare Diabolik e Eva è ammirevole e le tavole di Valdambrini sono estremamente eleganti e evocative.

Rimane Acquanera ovvero le storie di vita vissuta di Igina, un’impiegata coinvolta non suo malgrado in situazioni più strambe che noir, ma che che si lasciano ammirare per lo splendido tratto di Saudelli, così algido ma anche così affascinante.

Ora che vi ho elencato tutto quello che è presente in nel primo numero di Nero, vi potreste chiedere come sarà andata la sua vita editoriale. Non benissimo: come molti progetti italiani della Granata Press non avrà una vita lunghissima, solo dodici numeri in un arco di diciassette mesi (una quasi puntualità svizzera vista l’abitudine della Granata) ma che ospiterà altri nomi già grandi (o che lo diventeranno) del fumetto italiano: Massimo Rotundo, Michelangelo La Neve o Giuliano Piccinino

A prescindere dalla durata e dal successo di questa come di altre produzioni dell’epoca c’è da sottolineare la loro importanza sia a livello di scoperta e di lancio di molti autori e sia per aver mostrato una strada diversa a molti lettori, magari abituati a fumetti più tradizionali. E questo per me rimane un grandissimo merito!

Quindi mi sembra giusto finire questo articolo con una foto dell’uomo che ha fatto sì che questo e molto altro fosse possibile: Luigi Bernardi.


Luca Frigerio

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