"Ai confini della realtà" di Koren Shadmi

La vita di Rod Serling a fumetti


Ai confini della realtà è una graphic novel sensazionale narrata come se fosse una lunga puntata dell'omonima serie tv (negli States The Twilight Zone, andata in onda tra il 1959 e il 1964) e incentrata sulla vita di Rod Sterling, sceneggiatore statunitense noto appunto come creatore della serie (non a caso il titolo originale del volume, edito in Italia da Edizioni BD, è The Twilight Man).
All’inizio della storia ci ritroviamo su un aereo di linea durante un volo notturno (per i veri fan un ovvio richiamo all’episodio cult Incubo a 20.000 piedi). Rod Serling è un passeggero del volo e fa la conoscenza di una donna, sua vicina di posto, con la quale inizia una conversazione apparentemente normale che lo trascina pian piano a raccontare alcuni episodi poco noti ma fondamentali della sua vita.

[N.B. La recensione non contiene spoiler]


Koren Shadmi, autore dell'opera, utilizza l’espediente narrativo del flashback e lascia che a raccontare la storia sia Rod Serling stesso attraverso un lungo monologo/dialogo che si sofferma su un periodo che parte dalla leva militare a 20 anni, nel 1943, fino ad arrivare (tornare) al momento presente sul volo notturno.

Il volume è ben diviso in quattro capitoli. Nel primo viene affrontato il periodo militare di Serling, l’addestramento come paracadutista, la passione per il pugilato e quella ancora acerba per la scrittura, ma soprattutto vengono affrontati i drammi e gli orrori della Seconda guerra mondiale vissuta in prima persona nelle giungle filippine.
In questo fumetto, che non è una vera e propria biografia poiché tralascia i primi 19 anni di vita di Serling, assistiamo all’evoluzione di un giovane soldato in cerca del suo posto nel mondo (dello spettacolo).
Dal mio personale punto di vista questo primo capitolo è il più crudo e commovente di tutto il volume. Le situazioni vissute in guerra, la morte di alcuni compagni, la fame e la sete provate nelle interminabili giornate nelle foreste e infine l’odio insensato delle atrocità viste e vissute cambieranno profondamente e per sempre il protagonista.
Diversi anni dopo (quasi quindici) molte delle sue esperienze del periodo di guerra, i relativi traumi postumi e le sue personali riflessioni che ne sono scaturite finiranno nelle sceneggiature della serie.


Gli avvenimenti coprono un arco temporale piuttosto lungo, che va dal 1943 al 1975. Alcuni passaggi vengono narrati in modo fluido e abbastanza veloce, mentre altri a volte vengono completamente saltati. Questo in qualche caso va a scapito di alcune vicende che risultano appena accennate e che mettono in secondo piano (se non del tutto fuori dalla storia) personaggi come, ad esempio, i familiari di Serling (i quali compaiono in dei brevissimi cameo durante tutto il racconto, senza mai esserne protagonisti).

Nel secondo capitolo vediamo l’evoluzione di Serling: uno studente che dai primi lavori in radio riesce a ottenere i successi televisivi degli esordi, fino ad arrivare, non senza difficoltà, a vedere in onda finalmente il suo copione dei tempi del college dal titolo Ai confini della realtà.


Negli ultimi due capitoli la narrazione si fa più serrata nel raccontare la vita di Serling quasi esclusivamente dal punto di vista lavorativo: il successo della serie, le continue critiche, i problemi con la censura, la voglia di dimostrarsi un buon sceneggiatore. Sullo sfondo vengono accennati temi quali il peso del successo, le varie relazioni extra coniugali e i problemi di salute.

La figura di Rod Serling che viene fuori dall’intera opera è sicuramente quella di un uomo dal passato traumatico che grazie alla sua caparbietà e passione è riuscito a realizzarsi nel lavoro di sceneggiatore vivendo pienamente la sua breve vita. Un uomo capace di inventare un genere televisivo mai visto prima che vanta tra le sue file sceneggiatori del calibro di Richard Matheson, Ray Bradbury e Charles Beaumont.

Se volessimo cercare dei difetti in questa graphic novel (e comunque ce ne sarebbero pochi), penserei principalmente all'idea di tralasciare totalmente i primi 19 anni di vita di Serling, la cui trattazione avrebbe magari fornito degli indizi fondamentali sulle prime influenze e le passioni adolescenziali del protagonista. Tutto sommato la scelta è comunque comprensibile, poiché ha permesso di dare molto più spazio al racconto di guerra.
Il secondo capitolo poi è forse troppo frettoloso in alcuni salti temporali che passano velocemente dal periodo del college (appena accennato) ai primi lavori in radio fino ad arrivare al successo televisivo. Nonostante questo la narrazione scorre fluida.


I disegni di Koren Shadmi possiedono un tratto semplice, molto pulito e immediato. Le vignette seguono uno schema a griglia classica e le scene sono molto curate nei particolari. I volti dei personaggi, fortemente espressivi e a volte machiettistici, si bilanciano bene con le pose ed i movimenti corporei, piuttosto realistici.
La qualità dei disegni nell’intera opera resta invariata dall’inizio alla fine e passa con disinvoltura da un tono crudo e realistico a uno comico, a volte surreale a volte scanzonato. Spesso si strizza l’occhio ad una narrazione in sequenze tipiche del montaggio cinematografico, mentre altre volte alcune pagine richiamano molto di più una successione di immagini in stile storyboard. Non ci sono splash page, che avrebbero forse in alcuni casi permesso un più ampio respiro alla narrazione.

Concludo provando a rispondere a una domanda: perché leggere questo fumetto?
Per comprendere l’uomo dietro il mito (della serie) ma soprattutto per comprendere che le grandi imprese nascono sempre affrontando le dure avversità esterne e le grosse crisi interiori.


Serling, attraverso Ai confini della realtà, riuscì ad aggirare le pesanti censure dell’epoca utilizzando il racconto fantastico, onirico e surreale come sfondo per tematiche più delicate e sensibili, argomenti considerati tabù per la tv degli anni 50/60 come ad esempio i traumi della guerra, l’odio verso il diverso, l'estinzione dell’umanità, il razzismo, la solitudine, la decadenza della società, la malattia, la pazzia, i pericoli della scienza senza etica, il sovrannaturale ma soprattutto il tema onnipresente, quello dell’esplorazione delle paure più profonde e dei desideri più oscuri dell’animo umano.
Storie che quasi mai hanno un lieto fine e che al contrario contengono un messaggio morale tanto profondo quanto angosciante, dove nessuno sfugge al proprio destino. Esattamente come Rod Serling, protagonista della sua stessa storia ai confini della realtà.

Grullino Biscottacci


P.S. Una curiosità: il titolo originale della serie, The Twilight Zone (La zona del crepuscolo, letteralmente) è un termine col quale U.S. Air Force indica il momento in cui, durante la fase di atterraggio di un aereo, la linea dell'orizzonte scompare sotto il velivolo per un breve istante, lasciando per un attimo il pilota senza riferimenti.

Foto di Grullano Biscotterrimo.

Ai confini della realtà - La vita di Rod Serling
Data: Luglio 2020
Edizioni BD

Testi e disegni: Koren Shadmi

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