Ken Parker: l'intramontabile fascino dell'umana avventura
Lungo Fucile torna in edicola con la Repubblica e L'Espresso
«Quando Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo mi propongono il loro Ken, un biondo personaggio western, ispirato, nei lineamenti, a Robert Redford, mi rendo conto subito del loro talento. E, sia pure con una certa fatica, mi sforzo di evitare il più possibile d'imporre loro i classici moduli espressivi bonelliani che fanno il grande successo, proprio in quegli anni, di altre pubblicazioni da me edite. Ken Parker è un albo la cui poesia ha spesso il sopravvento sull'azione, i dialoghi hanno più importanza degli spari e dei cazzotti, e il montaggio e lo stile narrativo sperimentano continuamente nuove idee e soluzioni.»
Sul blog finora non avevamo ancora menzionato la nuova riedizione di Ken Parker in edicola da febbraio come collaterale in abbinamento a la Repubblica/L'Espresso.
Iniziata in maniera non cronologica con tre volumi che raccolgono alcune tra le storie più belle in assoluto di Lungo Fucile, il piano dell'opera propone nelle successive 13 uscite una sorta di "best of" della serie regolare "classica" di 59 numeri, pubblicata originariamente dalle edizioni Cepim tra il 1977 e il 1984.
Non ne avevamo ancora parlato perché in effetti negli ultimi anni sono state proposte varie ristampe in diversi formati: un dato curioso per una serie come quella ideata da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, dalla travagliata vita editoriale, che ha visto gli autori più volte costretti a chiusure anticipate, a migrazioni verso altre realtà e persino a vestire i panni degli editori per portarne avanti la pubblicazione (prima di tornare infine negli originari lidi di Sergio Bonelli).
Ma tutto questo non può prescindere da una considerazione doverosa, viscerale e sentita: se non vi siete ancora persi sui polverosi sentieri del West o tra gli impervi ghiacciai dell'Alaska con Chemako, se ancora non avete vissuto l'umana avventura di personaggi come Adah o Pat O'Shane, se ancora non vi siete immersi nelle sperimentazioni narrative, visive e artistiche di un fumetto seriale davvero memorabile, che scavalca abilmente le classificazioni e che merita di essere conosciuto anche dalle nuove generazioni... Allora, diamine, fatelo!
Un giorno tornerete su questi schermi e ci rinrgazierete.
«Quando Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo mi propongono il loro Ken, un biondo personaggio western, ispirato, nei lineamenti, a Robert Redford, mi rendo conto subito del loro talento. E, sia pure con una certa fatica, mi sforzo di evitare il più possibile d'imporre loro i classici moduli espressivi bonelliani che fanno il grande successo, proprio in quegli anni, di altre pubblicazioni da me edite. Ken Parker è un albo la cui poesia ha spesso il sopravvento sull'azione, i dialoghi hanno più importanza degli spari e dei cazzotti, e il montaggio e lo stile narrativo sperimentano continuamente nuove idee e soluzioni.»
Sul blog finora non avevamo ancora menzionato la nuova riedizione di Ken Parker in edicola da febbraio come collaterale in abbinamento a la Repubblica/L'Espresso.
Iniziata in maniera non cronologica con tre volumi che raccolgono alcune tra le storie più belle in assoluto di Lungo Fucile, il piano dell'opera propone nelle successive 13 uscite una sorta di "best of" della serie regolare "classica" di 59 numeri, pubblicata originariamente dalle edizioni Cepim tra il 1977 e il 1984.
Non ne avevamo ancora parlato perché in effetti negli ultimi anni sono state proposte varie ristampe in diversi formati: un dato curioso per una serie come quella ideata da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, dalla travagliata vita editoriale, che ha visto gli autori più volte costretti a chiusure anticipate, a migrazioni verso altre realtà e persino a vestire i panni degli editori per portarne avanti la pubblicazione (prima di tornare infine negli originari lidi di Sergio Bonelli).
Ma tutto questo non può prescindere da una considerazione doverosa, viscerale e sentita: se non vi siete ancora persi sui polverosi sentieri del West o tra gli impervi ghiacciai dell'Alaska con Chemako, se ancora non avete vissuto l'umana avventura di personaggi come Adah o Pat O'Shane, se ancora non vi siete immersi nelle sperimentazioni narrative, visive e artistiche di un fumetto seriale davvero memorabile, che scavalca abilmente le classificazioni e che merita di essere conosciuto anche dalle nuove generazioni... Allora, diamine, fatelo!
Un giorno tornerete su questi schermi e ci rinrgazierete.
Il sommo Audace